La Consapevolezza distingue l’essere umano dalla macchina

Faggin
Un recente numero dell’inserto domenicale del Corriere della Sera (“La Lettura”) ha dato ampio spazio ad un’intervista di Massimo Gaggi a Federico Faggin, vicentino di nascita, scienziato e uomo d’affari che ha principalmente lavorato e vissuto in California.
Figlio del filosofo Giuseppe Faggin (di cui ricordiamo, fra le altre opere, la traduzione dal greco dell’Opera Omnia di Plotino – Rusconi Editore), laureatosi in Fisica all’Università di Padova, dopo una breve esperienza all’Olivetti si trasferì negli Stati Uniti, dove inventò il microchip e il touch screen.
Dopo una carriera così brillante lavora oggi sul tema della “consapevolezza” e del ruolo dell’essere umano nell’universo. Per questo ha dato vita ad una Fondazione e sta scrivendo due libri “con l’obiettivo di arrestare la deriva in atto: quella del cambiamento della concezione che l’uomo ha di se stesso a causa dell’impatto di una visione scientifica materialista, fisicalista. L’idea che siamo macchie e anche macchine da poco, che presto saranno superate dal computer.
E’ una deriva pericolosa basata su premesse false”. “Spero di costruire solide basi per contrastare certe derive folli del pensiero scientifico: l’idea che il computer possa prendere il sopravvento sull’uomo. Una visione materialista per me inaccettabile che sfocia nel transumanesimo: uomo e macchina che si fondono”
.
Per Faggin è necessario concentrarsi sulla manifestazione, perché capire i meccanismi della creazione è fuori dalla portata dell’essere umano. Ed è importante non limitare l’osservazione al mondo esterno, ma occuparsi anche di quello interiore, proprio come hanno fatto i Veda e molti filosofi (tra cui Plotino), ma Faggin lo vuole fare utilizzando modelli matematici e dunque con metodologie scientifiche.
Proprio la consapevolezza di sé segna, per Faggin, il tratto distintivo fra l’essere umano e la macchina; la consapevolezza è infatti qualcosa di diverso dall’informazione. Faggin conta di pubblicare su questi temi un libro divulgativo entro un anno.
La sua ricerca è molto importante e merita di essere seguita con attenzione e simpatia, perché appare “libera” e non condizionata da interessi di bottega.
In fondo questo scienziato assomiglia molto ad un filosofo, proprio come era suo padre.