Testi per l’intuizione [XXXIV]

testi intuizione giugno
Ci sono brani di poesie, di libri, di memoriali, atti a suscitare l’intuizione del lettore. Il loro significato va oltre le parole e le immagini evocate.
È così per questo frammento da “Ultra” (luglio 1907), “Numa Pompilio, Pitagora e la civiltà etrusca” di Giulio Buonamici (pagg. 175/176): “Le antiche scuole degli iniziati consideravano il fuoco come il simbolo dell’energia vitale diffusa per l’universo(1). Il calore, conseguenza fisica del fuoco o energia prima, genera il moto che, procedendo dalla forza vitale, sotto questo rispetto può bene identificarsi colla vita (teoria del primo motore in Aristotele).
Il moto però si determina o meglio si manifesta in figura, ed ecco l’origine dell’estensione. Calcolando quindi la quantità dell’energia o forza vitale si possono conoscere il moto correlativo e la sua durata, e da questi elementi si può rappresentare la figura nella sua evoluzione, sotto le sue diverse fasi ascendenti o discendenti. Di qui proviene la teoria dei cicli(2) e dei numeri(3), che sono in rapporto fra di loro e si riferiscono alla concezione generale dell’energia prima come causa del moto e della figura; di qui le dottrine mistiche sul significato dei fenomeni naturali, dei fulmini, ecc.(4)
I numeri sono l’essenza delle cose; la forma, l’energia specializzata nella materia, la vita di essa: di qui gli incanti per mezzo dei numeri, che professati nella più remota antichità si trasmisero più o meno alterati e compresi fino agli occultisti del Medioevo.
Lasciando stare di quest’ultima teoria presso i Pelasgi(5), noteremo che gli Etruschi la svolsero e l’applicarono a varie discipline. Essi coltivarono la mistica dei numeri e da molte testimonianze ci viene provato che il 3 e il 12 erano per loro l’oggetto di una speciale venerazione. Il 12 poi lo vediamo comparire in tutte le più importanti manifestazioni religiose, sociali, filosofiche, artistiche e scientifiche. Dodici erano gli dei grandi da essi venerati; 12 le città fondate nei tre centri del loro dominio in Italia; 12 i re; 12 i littori; 12 le figure descritte dal fulmine, ecc.(6)
Che poi ai numeri attribuissero un significato speciale, analogo a quello per cui i Pitagorici definivano l’anima come un numero movente se stesso7, oltre a molte considerazioni che qui non è il caso di esporre, lo proverebbe la teoria dei cicli o ‘saecula’, di cui parla Censorino sulla fede di Varrone, e l’arte fulgurale per cui si resero celebri sovra tutti i popoli dell’antichità. Vediamo brevemente come ciò possa essere”.

Note:
1. Phta, Vulcano, Vesta, ecc.
2. I “saecula” degli Etruschi.
3. “Omnia creavit Deus in numero, pondere et mensura”.
4. Arti augurali, arte fulgurale, ecc.
5. Forse in rapporto colla creazione dello stile geometrico, che ad essi viene attribuita. “De Cara”, I, 228.
6. Il numero 12 si ritrova due volte nel famoso cippo perugino. Sembra che anche presso gli Egizi il 12 avesse carattere sacro.
7. Plutarco, “Plac.”, IV, 2.

Articolo tratto dal numero di giugno 2018 della Rivista Italiana di Teosofia.