Testi per l’intuizione [LXXII]

La Rivista “L’Età dell’Acquario
Ci sono brani di poesie, di libri, di memoriali, atti a suscitare l’intuizione del lettore. Il loro significato va oltre le parole e le immagini evocate. È così per questo brano tratto dalla rivista “L’Età dell’Acquario – rivista sperimentale del nuovo piano di coscienza" n. 52 (novembre-dicembre 1987):
"La percezione pura della bellezza ha in sé qualcosa che ricorda la luce, quasi l’accendersi improvviso di un fuoco nel cielo. Gli dei della bellezza, quando ci recano il dono di aprirci alla sua contemplazione, sospendono per un attimo il corso dei nostri pensieri e fermano lo scorrere del tempo. La bellezza dalle forme infinite è come un fuoco che continuamente arde, talora divampando con potenza, altre volte come luce al di là delle montagne. E la bellezza gioiosamente moltiplica se stessa negli spazi infiniti, nei tramonti carichi di rosso e di oro, nelle albe silenziose al primo canto degli uccelli o nello scorrere del vento, il misterioso amico, tra le fronde degli alberi. La vediamo sorridere anche nelle forme create dagli uomini, nelle pagine sottili dei vecchi libri, nella malinconia dei giardini o nelle lunghe stanze dei palazzi del passato, tra quadri e oggetti che un tempo furono cari a chi ora è solo un ricordo. L’ho percepita nell’energia vitale legata alla gioventù, negli occhi che sfavillano come per un fuoco interno e nelle movenze sottili, indecifrabili di chi ancora non conosce gli oscuri pesi. Nei miei viaggi ho visto il rapido accendersi della bellezza tra i volti e le forme di innumerevoli persone che mi sono passate accanto, con messaggi che s’incrociavano per poi perdersi nell’infinito. Qualcosa di molto importante dev’essere celato nel messaggio segreto della bellezza; certamente lo scoprì Gibran quando in una notte serena decise di scrivere Il Profeta o Shunryu Suzuki Roshi contemplando il cielo sfavillante di luce. In Hermann Hesse prendeva la forma di un delicato acquerello, timoroso della luce troppo violenta. I libri di William Blake testimoniano poi, la grande bellezza del creare le cose 'per il tempo futuro', proiettando se stessi sin quasi a toccare l’orlo della veste di Dio. Sono convinto che tutti i lettori di questa rivista hanno visto, per un attimo, almeno una volta, gli occhi lucenti come specchi della Grande Dea. A essi il mio augurio di poterla nuovamente incontrare sulla strada che porta all’infinito".

Articolo tratto dal numero di novembre-dicembre 2022 della Rivista Italiana di Teosofia.