Testi per l’intuizione [LXIX]

YIN E YANG
Ci sono brani di poesie, di libri, di memoriali, atti a suscitare l’intuizione del lettore. Il loro significato va oltre le parole e le immagini evocate. È così per questo brano tratto dalla rivista “L’Età dell’Acquario” n. 74 (1992) e intitolato “Il castello Ueno e la bella Tsuru Nakatami” pp. 19-20:
Tsuru era devota alla dea Amaterasu e un giorno della stagione sakura, durante la quale fioriscono i ciliegi, si recò a Naiku, un paese vicino dove sorge il tempio-casa della dea Amaterasu, la più alta divinità del pantheon Shintoista. Superato il ponte Uji sul fiume Isuzu-Kawa, all’entrata del tempio sentì una voce che le suggeriva di accendere sette bastoncini d’incenso e ascoltare attentamente ciò che le diceva il cuore.
Acceso l’incenso, cercò di sentire ciò che il suo cuore le suggeriva. La prima idea fu di consigliare ai ninja del castello di Ueno di portare una parte del loro tesoro al Tohoden, la casa orientale che custodiva i tesori del tempio, ma la voce le disse che quei tesori non erano accettabili.
Tsuru si prostrò in preghiera e attese. Finalmente il cuore le suggerì di trasformare in bene le attività criminose dei ninja. Ebbe subito la visione di ciò che doveva fare.
Tornata al castello radunò i ninja di cui si poteva fidare e disse loro che la dea Amaterasu le aveva parlato imponendole di usare la destrezza e l’intelligenza dei ninja per opere di bene che avrebbero migliorato le condizioni non buone del loro paese. La dea Amaterasu le aveva anche detto che lo yin e lo yang, le due energie della vita, hanno un’anima che opera nel bene, annientando il male, se l’individuo si lascia guidare dal cuore e non dalla mente.
Assieme ai fedeli ninja studiarono il da farsi. Dato che i ninja sapevano come entrare nelle case degli altri in modo quasi impercettibile per compiere i loro delitti, ora dovevano entrare nelle case dei poveri e degli sventurati per portare un aiuto. Così i ninja entrarono nella casa di una povera vedova che, svegliatasi al mattino, trovò cibo e vestiti per lei e per i suoi figli. Avevano saputo che una vecchia era tenuta segregata in una capanna in attesa che morisse: i ninja la presero di notte e la portarono all’ospedale di Kyoto, dove guarì ed entrò poi al servizio dei signori di Iga. Una ragazza che non poteva sposarsi perché non aveva il denaro per l’abito da sposa, si svegliò un mattino e se lo trovò ai piedi del letto con altri regali.
La gente di Iga-Ueno cominciò a parlare degli invisibili Kami (gli spiriti), che facevano regali e tante opere di bene, e si riversò nei templi di Naiku e di Geku per pregarli.
Tsuru e i suoi ninja erano felici e le loro spie andavano attorno per scoprire se c’era gente in difficoltà e quante opere di bene potevano compiere usando i loro misteriosi metodi. Ma presto un gruppo di ninja dal cuore duro cominciò ad allarmarsi e, solo per il gusto di usare i loro metodi criminali, cominciò a uccidere e a seminare terrore.
Una notte, durante una riunione segreta, fu deciso che la bella Tsuru Nakatami doveva essere uccisa. Tramarono in modo che i suoi fedeli ninja fossero allontanati dal castello e a Tsuru fu fatto recapitare un biglietto in cui era scritto che doveva recarsi al porto di Toba perché sarebbe sbarcato un parente in arrivo da Irako. La lettiga che portava Tsuru fu fermata in un bosco e lei con i suoi servitori furono barbaramente assassinati. Ebbe fine così la breve parentesi positiva dei ninja.
Ma l’anima dello yin e dello yang è ancora presente nel mondo e tutti possono trasformare il male in bene se si lasciano guidare dal loro cuore.

Articolo tratto dal numero di maggio-giugno 2022 della Rivista Italiana di Teosofia.
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