Ralph Waldo Emerson e il buon senso

Ralph Waldo Emerson
È questo il tempo in cui riscoprire il pensiero e le opere di Ralph Waldo Emerson (1803-1882), che cercò di insegnare agli americani il valore del “buon senso”, influenzato dallo scozzese Thomas Carlyle (1775-1881) con cui condivideva il concetto di Fichte di una “Divina Idea” che pervade l’universo visibile e che resta nascosta alla maggioranza degli uomini. Emerson divenne famoso con i due volumi dei suoi “Essays” (1841-1844), che si scostavano dalla mentalità limitata e conformista del tempo e molto influenzò altri pensatori e poeti, quali Henry David Thoreau (1817-1862) e Walt Whitman (1819-1892), tutti portatori dei concetti di riscoperta dell’amore, dell’armonia con la natura e del buon senso.
La storia ci insegna che Emerson e un piccolo gruppo di persone furono in grado di intuire i pericoli del consumismo e della mercificazione delle scoperte scientifiche e di proporre un modo di vivere basato sull’ottimismo e sul superamento della triade formata da paura, egoismo e ignoranza.
Non è difficile trovare assonanze e sintonie fra gli autori citati e il pensiero teosofico strettamente inteso, nel segno di una comune ricerca del vivere in armonia con l’infinito, com’è evidente in questi versi del poeta Oliver Wendell Holmes (1809-1894): “Costruisciti più nobili dimore, anima mia, / mentre le età passano. / Abbandona il tuo angusto passato! / Che ogni nuovo tempio, più nobile del precedente, / ponga fra te e il cielo una cupola sempre più vasta, / fin che tu sia libero finalmente / lasciando la tua inutile conchiglia/presso il mare irrequieto della vita”.
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