Myanmar: gli inganni della Giunta Militare e la forza di Aung San Suu Kyi

Aung San Suu Kyi
I media di stato del Myanmar hanno annunciato che la giunta militare al potere nel Paese ha deciso di concedere la grazia ad Aung San Suu Kyi, la leader democraticamente eletta e poi deposta con un golpe nel 2021.
La notizia si è diffusa dopo che, nei giorni scorsi, Aung San Suu Kyi era stata trasferita dal carcere agli arresti domiciliari nella capitale Naypyitaw. La fonte della giunta militare, con palese contraddizione, ha anche precisato che comunque la leader “non sarà libera dagli arresti domiciliari”.
L’apparente cambio di atteggiamento della Giunta birmana nei confronti di Aung San Suu Kyi non deve trarre in inganno; in Myanmar continua la guerra civile e la violenta repressione da parte dei militari.
Questo Paese, del tutto trascurato dai media, merita di essere al centro dell’attenzione di tutti coloro che credono nella pace, nella spiritualità e nella democrazia.
Suu Kyi, 78 anni, è la figlia dell'eroe dell'indipendenza del Myanmar ed è stata messa ai domiciliari per la prima volta nel 1989. Nel 1991 ha vinto il Nobel per la pace per la sua campagna a favore della democrazia. Nel 2015 ha vinto le elezioni, interrotte poi dal colpo di Stato del 2021.
Chi scrive ricorda con emozione di essere stato, per testimonianza, all’inizio degli anni Novanta, all’imbocco della strada che conduceva alla casa di Aung San Suu Kyi, costretta ai domiciliari. Un posto di blocco e un carro armato sbarravano la strada. Da rilevare anche che la leader birmana è stata al centro di una campagna di disinformazione sulle violenze nei confronti dei Rohingya, minoranza musulmana che vive in Myanmar, campagna di disinformazione e violenze messe in atto con inganni proprio da quei militari che avrebbero poi fatto il colpo di stato.
Per cogliere l’anima del Myanmar suggeriamo la lettura del libro del prof. Bernardino del Boca “Birmania: un Paese da amare” (link al libro: https://www.eti-edizioni.it/orizzonti/735-birmania-un-paese-da-amare.html).