La fratellanza umana

La fratellanza umana
Il 4 febbraio scorso Papa Francesco e Ahmad Al-Tayyeb, Grande Iman di Al-Azharho, hanno firmato ad Abu Dhabi, capitale degli Emirati Arabi Uniti, un importante documento sulla Fratellanza Umana per la pace mondiale e la convivenza comune.
Si tratta di un avvenimento a carattere eccezionale, idealmente collegabile a quanto avvenuto nel 1219, quando san Francesco incontrò in Egitto il sultano al-Malik al-Kamil.
Erano presenti all’evento settecento capi religiosi musulmani e cristiani, ma anche ebrei ed esponenti delle religioni orientali.
Come ha ben sottolineato Egidio Lucchini in un articolo sulla “Gazzetta di Mantova” il testo del documento “merita di essere conosciuto e studiato nella sua integrità”.
L’invito, rivolto ai musulmani e ai cattolici, sia d’Oriente e d’Occidente, ma anche agli artefici della politica internazionale e dell’economia mondiale, è quello “di impegnarsi seriamente per la cultura della tolleranza, della convivenza e della pace; e di intervenire, quanto prima possibile, per fermare lo spargimento di sangue innocente e per porre fine alle guerre, ai conflitti, al degrado ambientale e al declino culturale e morale che il mondo attualmente vive”.
Due passaggi di particolare importanza nel documento sono stati sottolineati da Lucchini nel suo articolo: la condanna dell’uso politico delle religioni e il valore del pluralismo anche delle religioni.
Quanto al primo aspetto, si chiede a tutti “di cessare di strumentalizzare le religioni per incitare all’odio, alla violenza, all’estremismo e al fanatismo cieco, e di smettere di usare il nome di Dio per giustificare atti di omicidio, di esilio, di terrorismo e di oppressione”.
Riferendosi poi al diritto di ogni persona alla piena libertà di credo, di pensiero, di espressione e di azione, il documento si spinge a proclamare che “il pluralismo e la diversità di religione, di colore, di razza e di lingua sono una sapiente volontà divina… Per questo si condanna il fatto di costringere la gente ad aderire a una certa religione o a una certa cultura, così come pure imporre uno stile di civiltà che gli altri non accettano”.
I commenti sull’avvenimento di Abu Dhabi sono stati molteplici. In qualche caso se ne è sottolineata l’importanza e l’innovatività. In altri casi si è posto in rilievo la genericità dei contenuti.
Quel che è certo è che ad Abu Dhabi è accaduto qualcosa di raro e prezioso, per certi versi di forte accento teosofico.