L’inganno del “Marco Temporal”

AMAZZONIA
Il Brasile, terra di oltre 8,5 milioni di chilometri quadrati e con una popolazione di 215 milioni di abitanti, è alle prese oggi con le polemiche suscitate dal cosiddetto “Marco Temporal” su cui si è recentemente espresso il Parlamento nazionale.
Recentemente intervistato da Rai News, l’antropologo Oscar Torretta, studioso delle popolazioni indigene brasiliane, ricorda che “secondo questa tesi, in Brasile solo gli indigeni che occupavano una terra al momento dell'entrata in vigore della Costituzione federale, il 5 ottobre 1988, possono rivendicare diritti sulla medesima. Una teoria che ribalta l'intera storia del Paese, certamente un duro attacco ai diritti dei popoli indigeni e uno smantellamento delle politiche a loro rivolte, ma non solo, si tratta infatti di uno smembramento di quelle azioni politiche atte a combattere la deforestazione e le conseguenze del cambiamento climatico”.
Nella riflessione scritta per il nostro portale Torretta ricorda che “Per i popoli indigeni il territorio è vita. Esso infatti non è solo uno spazio fisico. Il suo significato non può essere delimitato sulla base di vertici e poligoni di una mappa, né viene calcolato in base a speculazioni selvagge o a stime economiche come nel caso dell’agri-business e delle imprese minerarie. Per le popolazioni indigene la conquista di un territorio è un mezzo per la realizzazione di plausibili rapporti sociali e di parentela oltre che imprescindibile condizione per un riuscito rafforzamento spirituale”.
In allegato il testo completo.