Harld Szeemann – Un caso singolare

Harld Szeemann – Un caso singolare
Con questo titolo la sociologa Nathalie Heinech ha pubblicato il testo, integrale e con i suoi commenti, dell’intervista da lei fatta nel 1988 ad Harald Szeemann (1933-2005), storico e curatore d'arte svizzero, da molti considerato uno dei grandi protagonisti dell'arte contemporanea e uno dei più influenti curatori del secolo scorso.
L’edizione italiana del libro è pubblicata da Johan & Levi editore, che nella presentazione sottolinea come “Nel panorama dei curatori-autori Szeemann è il ‘caso singolare’. Questa singolarità è data da un profilo individuale insostituibile, che si scosta dai sentieri già battuti per inseguire le proprie intuizioni, spostando l’asse dal valore ufficiale delle opere alla natura quasi sentimentale del rapporto con l’artista e con la materia da esporre. Il curatore-autore si affida unicamente al proprio sesto senso, alle proprie ossessioni: rifiuta di fare carriera per occuparsi di temi che è l’unico a potere trattare”. È in questo ambito che la figura di Szeemann assume una particolare importanza grazie alla mostra del 1978 sul Monte Verità dal titolo “Monte Verità Ascona. Le mammelle della verità”, che racconta la comunità artistica, di ispirazione utopistica e teosofica, fondata agli inizi del secolo in Ticino e che è ancora oggi allestita in modo permanente all'interno della Casa Anatta di Monte Verità ad Ascona.
Afferma Szeemann nell’intervista: “Con la mostra ‘Monte Verità’ potevo spiegare fenomeni che avevo già intuito ma che prima non sapevo interpretare e che la storia dell’arte non aveva ancora esplorato. Questa collina delle utopie mi permetteva di arricchire l’arte moderna di un nuovo livello interpretativo…”.
Da ricordare che il museo permanente di Casa Anatta nacque dalla visione lungimirante dello stesso Szeemann che, dopo la conclusione della mostra, invece di restituire i vari reperti e opere che aveva raccolto per l’occasione li acquistò tutti per dare una rinnovata forma e forza a quella straordinaria sperimentazione utopistica che ebbe luogo a Monte Verità a inizio Novecento.