Glossario

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ONIMAAR

 
(Ind.) - Chiamato anche Honymaan, è il Capo dello esercito delle scimmie che combattè in difesa di Rama.

ONIROMANZIA

 
(Occ.) - Con questo termine si indica la divinazione a mezzo dei sogni. Del sogno si conosce poco ancor oggi, ma la sua importanza è assunta ad elemento scientifico con l'opera di Freud. La religione vedica considerava un male i cattivi sogni mentre quella brahmanica vede nei sogni un segno premonitore della realtà. Nelle religione arcaiche, il sogno aveva valore divinatorio e di ciò si ha conferma fin dal secondo millennio prima dell'era moderna. L'oniromanzia presuppone che i sogni abbiano un linguaggio non a tutti comprensibile e richiedono l'interpretazione da parte di esperti. Esiste una oniromanzia sistematica che sopravvive tuttora a vari livelli di cultura. Un caso specifico è l'interpretazione dei sogni non casuali, ma espressamente richiesti alla divinità oracolare nel suo santuario. Molti secoli prima dell'era moderna, Chuang-Tzu, un maestro taoista, si svegliò e ricordò di aver sognato di essere una farfalla; rimase con una grande dubbio: era vero il sogno, oppure egli era una farfalla che credeva di essere un uomo ? I sogni godevano già a quell'epoca una grande considerazione, particolarmente fra i Cinesi. Dopo Chuang-Tzu troviamo Lieh-Tzu a tentare la decifrazione dei sogni; Wang Ch'ung, a sua volta, diceva che i sogni e gli oracoli sono uguali e quanto mai chiari: sono le capacità intellettive umane ad essere insufficienti per la loro decifrazione. Il Buddhismo ridimensionerà un pò le cose; per esso, infatti, la realtà è illusione ed i sogni lo sono a maggior ragione. Ma è ancora a Lieh-Tzu che vogliamo riferirci. Egli racconta del Re Mu che, assieme ad un mago, fece un lungo viaggio di almeno dieci anni. Ad un certo punto egli precipita nello spazio e nel tempo e si ritrova seduto sul suo trono. Ripresa coscienza, i suoi cortigiani lo avvertono che si era assopito per qualche secondo. Dopo di che, Lieh-Tzu ci dice che ci sono otto prove per essere certi dello stato di veglia: gli eventi, le azioni, i guadagni e le perdite, il dolore e la gioia, la nascita e la morte. I tipi di sogni, invece, sono sei: normali, allarmanti, reminiscenti, coscienti, piacevoli e paurosi. Sia l'immaginazione diurna che il sogno notturno derivano dall'incontro del corpo con lo spirito, e ciò rappresentata uno dei momenti più importanti della vita. Per gli antichi abitanti della Mesopotamia, il sogno era un segno del volere degli Dei, una previsione della storia futura, già impressa in cielo. I segni del domani erano dappertutto: nell'apparizione di un animale per strada, nelle visceri di un animale sacrificato, nel volo degli uccelli, ecc., ma in particolare essi erano nei sogni. Essi potevano appartenere a tre categorie: apparizione di un personaggio, o divinità, portatore di un certo messaggio; apparizione di un personaggio che porta una predizione; fatti od oggetti da interpretare. Il Libro Assiro dei Sogni è una manuale ricchissimo di episodi e di interpretazioni. Il dio dei sogni è Ziqiqu, il messaggero del dio Luna. In Mesopotamia era molto diffusa la pratica dell'incubazione e nella interpretazione dei sogni si teneva in considerazione sia la posizione del sognatore sia le azioni rituali compiute per poter pervenire al sogno. Artemidoro, scrittore greco vissuto nel II secolo d.C., è autore di un testo classico di oniromanzia: Oneirocritica. Egli afferma che il sogno è un atteggiamento dell'anima in grado di rivelare gli eventi futuri. Esso confonde fatti ed immaginazione, dilata e comprime tempo e spazio, in modo contraddittorio ed irreale. Esistono sogni teorematici (da leggere alla lettera) ed allegorici (da interpretare). Anche i confuciani, con Pu Songling hanno affrontato il tema dei sogni, affermando che anche i saggi potevano avere sogni, e dalla natura dei sogni si poteva distinguere gli uomini saggi da quelli stolti. Recentemente, approfonditi studi scientifici hanno permesso di dimostrare che anche gli animali sognano. Anche se è impossibile sapere cosa sognano, rimane fondamentale il fatto che in essi abbia luogo una attività di tal genere.

ONKELOS

 
(???) - Autore citato nella Dottrina Segreta.

ONNIPOTENZA

 
(Rel.) - Nel linguaggio teologico indica l'illimitata potenza di Dio che si estende, oltre che al reale, a tutto ciò che è intrinsecamente possibile. Nella teologia ebraico-cristiana indica l'infinita perfezione della potenza attiva di Dio ad extra, ossia fuori di sè. Questo concetto è stato oggetto di un infinito dibattito, soprattutto in relazione al "male", ed ancor oggi la controversia non è stata risolta.

ONNISCIENZA

 
(Rel.) - Attributo della divinità suprema, caratteristica delle religioni monoteistiche, che consiste nella conoscenza totale della realtà, in tutte le sue dimensioni. Essa può essere visiva, che si limita ad una pura conoscenza dell'attuale, oppure magico-oracolare, che è a conoscenza di tutto l'ordine cosmico. È tuttora in atto la controversia se l'Onniscienza è da attribuire in toto al mondo divino, oppure se è prerogativa solo di alcune divinità.

ONNIVEGGENZA

 
(Rel.) - Facoltà di vedere ogni cosa, attribuita solo a Dio. Essa si basa sul "vedere" in senso stretto della parola ed appartiene a divinità caratterizzate da una natura luminosa. È una particolare funzione dell'Onniscienza. Talvolta viene indicata raffigurando la divinità che la possiede con un terzo occhio o, addirittura con molti occhi come Varuna, Ratri, il dio Sole in Egitto, Argo in Grecia, ecc.

ONNOFRE

 
(Eg.) - O Oun-nofre. Il Re della terra della Morte, il Mondo Sotterraneo, e come tale lo stesso che Osiride, "che risiede in Amenti a Oun-nefer, re dell'eternità, grande dio manifestato nell'abisso celestiale". (Da un inno della XIX dinastia). Era una forma di mummia, con la corona del superiore Egitto, il segno della vita ed il bastone di dominatore con la scritta "Osiride Onofre re degli Dei". Altre volte porta il pschent superiore e due penne, il bastone e lo scettro regio. (Vedi anche "Osiride").

ONOMANZIA

 
(Occ.) Forma di divinazione che si pratica attraverso i nomi, molto diffusa nell'antichità. Secondo i Pitagorici, il destino di un uomo dipendeva in gran parte dal nome che egli portava: Ippolito era stato sbranato dai suoi cavalli come sembra già scritto nel suo nome, il nome Agamennone sembrava significare "colui che stava a lungo davanti alla città di Troia", ecc. Ed ancora: un numero pari di vocali nel nome indicava una qualche imperfezione nella parte sinistra del corpo, mentre un numero dispari si riferiva alla parte destra. I Romani, durante i simposi, amavano bere alla salute delle loro donne tante volte quanto erano le lettere che ne formavano il nome. Celio racconta che Diodato, re dei Goti, volendo conoscere l'esito della guerra che voleva combattere contro Roma, fu consigliato da alcuni indovini di chiudere un certo numero di porci in piccole stalle, dando ad alcuni dei nomi goti, segnandoli per distinguerli, e tenerli lì per un certo tempo. Alla apertura delle stalle, i porci con nomi goti furono trovati morti, il che indicò chiaramente che i Romani sarebbero stati i vincitori. Ancor oggi esiste un metodo di divinazione basato sui nomi, mediante la loro trasformazione in numeri, associando un valore a ciascuna lettera. Il numero finale risultante porta ad un oroscopo individuale che può essere anche composito.

ONTOGENESI

 
(Fil.) - In Biologia, con questo termine si indica lo sviluppo di un organismo, cioè la serie successiva di stadi e di progressivi cambiamenti che l'uovo (o il germe, nelle piante) e poi l'embrione attraversano in una sequenza ordinata nel tempo, per dare origine all'individuo di quella determinata specie.

ONTOLOGIA

 
(Fil.) - Termine filosofico, usato per la prima volta da Goclenio nel XVII secolo, per designare la scienza dei caratteri universali dell'ente. In un certo senso si tratta di quella "prima filosofia" di cui parlava Aristotele, poi chiamata "metafisica"; essa si proponeva lo studio dell'ente in quanto ente, prescindendo dalle determinazioni che contraddistinguono l'una dalle altre sfere dell'essere. Il termine è rimasto consacrato alla parte suprema di ogni dottrina oggettivistica del reale, mentre venne respinto dalle filosofie soggettivistiche ed idealistiche. Con Kant, infatti, l'ontologia divenne filosofia trascendentale, mentre più tardi Husserl ha ripreso il termine come scienza che studia le strutture essenziali proprie delle varie scienze, ed Heidegger lo ha usato per designare la scienza del fondamento dell'essere.
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