Glossario

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LAPIS

 
(Lat.) - Sasso, pietra, da cui "lapide", o pietra sepolcrale. Giove Lapis era una rozza statua di pietra intitolata al dio, Lapisi vivo era la pietra focaia, ed era simbolo della folgore, l'arma di Giove.

LAPIS PHILOSOPHORUM

 
(Lat.) - La "Pietra Filosofale"; un termine mistico dell'alchimia, che ha un significato completamente diverso da quello comunemente attribuitogli.

LAPISLAZZULI

 
(Occ.) - Pietruzze legate a collana, il cui potere magico è notevole, almeno secondo una certa scuola di magia. La collana, portata al collo, corregge i disturbi dei bambini, rafforza l'organismo degli adulti, evita l'aborto alle donne. Il talismano è valido anche contro ulcere, malattie nervose ed altri danni di volta in volta individuati dagli esperti.

LAPLACE Pierre

 
-Simon (Fr.) - Beaumont-en-Auge 1749, Parigi 1827. Astronomo, fisico e matematico francese, nato da modesta famiglia di agricoltori, fu uno dei fondatori della scienza politecnica francese. Frequentò la scuola militare di Beaumont, si trasferì poi a Parigi, dove D'Alembert lo inserì come professore alla Scuola Militare. Ministro degli Interni con Napoleone, dopo la caduta di questi fece pubblico atto di sottomissione a Luigi XVIII, che lo nominò Pari di Francia. Molto rigido nelle credenze filosofiche, portò al massimo perfezionamento le idee di Newton; scrisse esclusivamente di astronomia teorica e di meccanica celeste. Nell'Esposizione dei Sistemi del Mondo tracciò una storia ideale dell'astronomia dentro il sistema newtoniano per giungere all'affermazione che l'intero universo oscilla intorno ad uno stato medio. Laplace diede anche fondamentali contributi alla teoria delle probabilità, con applicazione allo studio dei fenomeni naturali. In un periodo dominato dall'ideale deterministico, il ricorso a criteri probabilistici nella conoscenza creava non pochi problemi. Laplace tentò di superarli facendo riferimento ad una intelligenza omnicomprensiva, l'unica per la quale nulla sarebbe incerto.

LAPSUS

 
(Fil.) - Termine latino che significa "passo falso", "errore". In psicoanalisi designa un errore nel parlare, nello scrivere o nel leggere che appare fortuito, mentre in realtà non è affatto casuale. I lapsus rientrano nella categoria degli "atti mancati", i quali soddisfano in modo manifesto un desiderio inconscio.

LARARIUM

 
(Lat.) - Una stanza nella casa degli antichi Romani dove, con altre reliquie familiari, erano custoditi i Lari o dei protettori della casa.

LARI

 
(Lat.) - Spiriti tutelari, che i Romani credevano fossero le anime di persone morte, che facevano ufficio di protettori, nell'interno delle case di ciascuno, sul proprietario, sulla sua famiglia e la sua sostanza. Non erano considerati divinità, come i Penati, ma solo spiriti guardiani. I Romani credevano anche che la loro protezione continuasse fuori dalle case, sulle strade, nei campi ed in ogni luogo abitato. I Lari venivano rappresentati con statuine di giovani coronati da lauro, tunica corta; talvolta i giovinetti erano coperti da pelle di cane ed avevano piedi di cani : ciò esaltava la loro funzione di fedeltà e di guardia. Il culto si esprimeva mediante una porzione del vitto familiare offerto loro su piccoli piatti; nei giorni di festa si aprivano i loro altari e si ornavano con ghirlande votive. Quando una sposa entrava nella casa del marito, il suo primo dovere era offrire un sacrificio ai Lari. Ai Lari era consacrato il cane. Erano di tre tipi : Lares familiares, i guardiani e gli invisibili rettori della cerchia familiare; Lares parvi, piccolo idoli usati per la divinazione ed i presagi; ed i Lares praetites, che si riteneva mantenessero l'ordine fra gli altri. I Lari sono i mani, o fantasmi, delle persone disincarnate. Apuleio dice che l'iscrizione funebre Agli dei mani che vissero, significava che l'Anima era stata trasformata in Lemure; e aggiunge che, sebbene "l'Anima umana è un demone che i nostri linguaggi possono chiamare genio", essa "è un dio immortale anche se in un certo senso è nata contemporaneamente all'uomo nel quale si trova, possiamo tuttavia dire che essa muore nello stesso modo in cui è nata". Il che, in linguaggio più chiaro, significa che i Lari ed i Lemuri sono semplicemente i gusci gettati via dallo EGO, l'Anima superiore spirituale ed immortale, il cui guscio, ed anche il cui riflesso astrale, l'Anima animale, muore, mentre l'Anima superiore prevale attraverso l'eternità. Il Lare familiare vegliava sulle fortune della casa ed a lui i membri della famiglia rendevano culto quotidiano. Secondo Ovidio, i Lari erano due gemelli nati dalla ninfa Lara ed erano gli Dei protettori della proprietà agraria. Ciò mal si accorderebbe con il concetto di Lar familiares, genio benigno, considerato un principio generatore. Dalla casa e dalla campagna, il culto dei Lari si trasferì in città dove si formarono associazioni cultuali private, formate in prevalenza di componenti di infime classi sociali, che durante le lotte civili divennero temibili. I Lari erano raffigurati sulle monete, in pitture, rilievi, statuette di giovanetti che, con tunica corta ed alti calzari, in atto di danza, levavano con la mano destra un rhyton e protendevano con la mano sinistra la patera. Secondo Faber, il nome Lar deriva da El-Ar, una divinità solare. Esotericamente essi sono i Conduttori e le Guide degli uomini. Come Aletae rappresentano astronomicamente i sette Pianeti, come Lares erano i Reggenti dei Pianeti stessi; misticamente sono i nostri protettori e le nostre guide. Genericamente si possono assimilare ai Coribanti, Cureti, Dioscuri, Anacti, Dii Magni, Dei Dactyli, Penati, Titani, Mani, Cabiri, ecc.

LARTET Edouard

 
(Fr.) - Saint-Guiraud, Gers, 1801 - Scissau 1871. Geologo e paleontologo, fondatore della paleontologia umana. Scoprì e scavò i giacimenti preistorici delle grotte di Aurignac in Garonna e di Madeleine in Dordogna. Qui trovò, nel 1864, un pezzo di avorio con il graffito di una figura di mammuth che servì a confermare la sua teoria, formulata fin dal 1845 : l'uomo era stato contemporaneo dei grandi mammiferi del Quaternario.

LARVA

 
(Lat.) - L'anima animale. Le larve sono le ombre degli uomini che hanno vissuto e sono morti. Le Larvae erano spiriti errabondi dei morti, che in vita erano stati malvagi e che erano stati colpiti da morte improvvisa, quale un'esecuzione. Apuleio le considera una categoria particolare di Lemuri. Esse emergono improvvisamente a terrorizzare i viventi, indipendentemente da qualsiasi regola festivo-religiosa. Le loro vittime subiscono gravi danni psichici, fino alla follia. Talvolta, con questo termine, si indica uno spettro, un fantasma, un'ombra. Svetonio racconta che Caligola, assassinato, errò per lungo tempo sotto forma di larva nel suo palazzo. Per placare questi spiriti malevoli si richiedevano libazioni e sacrifici espiatori. Le Larve venivano rappresentate sotto forma di scheletri o di vecchi con lunga barba, capelli rasi, occhi incavati e qualche volta con un gufo in mano. Presso alcuni popoli antichi era consuetudine introdurre nei loro banchetti uno scheletro artificiale che chiamavano Larva. Esso serviva a ricordare l'incertezza e la brevità della vita ed era quindi un invito a ricavare dall'ora presente il massimo godimento. Tale uso era certamente presente fra gli Egiziani, i Greci ed i Romani.

LASA

 
(Etr.) - Nome di divinità femminili, venerate dagli Etruschi, che si trovavano per lo più al seguito della dea dello amore Turau; talora venivano considerate esecutrici del destino umano, come le Parche greche. Queste figure si possono, forse, accostare ai latini Lari, anche perchè sono spesso rappresentate sotto forma di belle giovani alate, sia su specchi che su pietre tombali.
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