Glossario

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FIALAR

 
(Sca.) - E Galar, Nani appartenenti alla leggenda scandinava, che uccisero Kuaser, il più giusto e sapiente degli uomini, per fare del suo sangue l'idromele, bevanda assai in uso presso gli antichi prima che conoscessero il vino.

FIAMMA

 
(Sacra) - La "Fiamma Sacra" è il nome dato dai Cabalisti Orientali Asiatici (Semiti) all'Anima Mundi, l'"anima del mondo". Gli Iniziati venivano chiamati "Figli della Fiamma Sacra". La parola deriva dal greco "phlegein" (ardere), poi latino "flamma" o "flagma" (fiamma), ed indica quel gas acceso che si sprigiona da materia, la quale per effetto del calore va scomponendosi, e che si leva più o meno in alto in forma come di lingua, di cono o simile. Per estensione si chiama fiamma anche il fuoco che divampa, l'incendio, la passione amorosa, il desiderio ardente. In Marina si chiamano "Fiamme" quelle banderuole formate da strisce lunghe e sottili, biforcate ed appuntate, che si mettono sulle antenne e sulle gabbie delle navi, per lo più per gala di pavesata.

FIAMME

 
(Occ.) - L'Uomo è composto di 4 Fiamme e 3 Fuochi. Le Fiamme sono i principi inferiori, evanescenti e temporanei. I Fuochi sono i principi superiori, eterni nella loro tripla unità. Nella Bibbia le Fiamme sono una Gerarchia di Spiriti paralleli, se non identici, agli "ardenti " Seraph di fuoco, menzionati da Isaia (VI, 2-6), che secondo la teogonia ebraica circondano il "Trono dell'Onnipotente". Melha è il Signore delle Fiamme. Talvolta le Fiamme, o Fuochi, rappresentano lo Spirito, l'elemento maschile, mentre l'Acqua rappresenta la Materia, l'elemento femminile. Le Fiamme nate dalla Mente Universale, o Mahat, approdano sulla terra dopo essere passate attraverso i Sette Cerchi di Fuoco, ossia i Sette Mondi Intermedi. Le Fiamme sono anche i Prajapati, i Pitri, i Manu, gli Asura, i Rishi, i Kumara, incarnatisi nella Terza Razza Madre.

FICHTE Johann Gottlieb

 
(Ger.) - Rammenau 1762, Berlino 1814. Fin da bambino appassionato e volitivo, ma incline alla meditazione ed alla contemplazione, studiò con l'aiuto di un mecenate. Dotato di qualità eccezionali e di prodigiosa memoria, si diplomò a 18 anni, si appassionò alla polemica religiosa e si scrisse a teologia presso l'Università di Jena, passando poi da Wittelberg e Lipsia. Incerto fra la carriera ecclesiastica e la filosofia, sbarcò il lunario lavorando come precettore a Zurigo. Qui conobbe la futura moglie e dopo qualche anno tornò in Germania. Scrisse un'opera che evidenziava il contrasto fra il cuore che aspira ad un Dio personale e l'intelletto che si spinge verso un determinismo razionalistico. Avendo conosciuto la filosofia kantiana, decise di sottoporre il suo scritto al grande Kant. Esso, dapprima attribuito al grande filosofo , fu poi riconosciuto di Fichte e gli procurò grande notorietà. Fichte nega il libero arbitrio e sostiene la libertà di pensiero, volendo dimostrare che la ragione può spiegare la fede. La religione non è fonte del dovere, ma si fonda sul dovere, che va visto come bisogno del cuore umano, ispirato dalla voce della coscienza. Nel 1793, a Zurigo, scrive polemicamente per respingere l'empirismo storico, in nome della ragione sovrana; difende il contratto sociale, afferma il diritto alla rivoluzione, sostiene l'uguaglianza naturale e civile degli uomini. Assunta la cattedra di filosofia a Iena, fu osteggiato in tutti i modi al punto da doverla abbandonare. Ma la riprende l'anno dopo. Accusato di ateismo, dovette nuovamente abbandonare la cattedra e trasferirsi a Berlino. Il suo pensiero parte dalle controversia sull'ateismo per evolversi poi in senso religioso. La sua opera più importante, forse, è "La Dottrina della Scienza", più volte rifatta e pubblicata.

FICINO Marsilio

 
(It.) - Figline Valdarno 1433, Careggi 1499. Filosofo ed umanista, studiò a Firenze dove raggiunse una vasta erudizione. Appassionato dalla filosofia platonica, lasciò gli studi letterari e si dedicò alla filosofia, sotto la protezione di Cosimo dei Medici. Tradusse le opere platoniche e tenne anche pubblico insegnamento su di esse. Nella sua villetta di Careggi, dono dei Medici, avevano luogo dotti conversari, condotti con serenità ed in profondità. Da essi prende spunto l'Accademia Platonica. Sacerdote a 40 anni, tentò di conciliare la sapienza degli antichi con la rivelazione cristiana. Durante una malattia ebbe un sogno che lo spingeva ad essere più zelante nel sostenere la fede cristiana. Messo in difficoltà dalle vicende politiche di Firenze, coinvolto con entrambi i contendenti, agì con coraggio e serenità. Contraddittorio il suo rapporto con Savonarola. Ficino era uomo di indole mite, incline alla meditazione, profondamente innamorato della bellezza, alieno dai piaceri volgari, si inserì naturalmente nel movimento umanistico del suo tempo. Sentì il contrasto fra la ragione e la fede, ne tentò la conciliazione, ma con poco successo. Nella sua filosofia, l'uomo occupa una posizione centrale. Egli divide la realtà in cinque gradi : corpo, qualità, anima, angelo, Dio. L'anima, che sta al centro, può salire verso Dio o scendere verso la materia. Essa è libera, indistruttibile, infinita; partecipa ai tre ordini che governano l'universo : provvidenza, fato, natura. L'anima opera per mezzo dell'amore, unico mezzo attraverso il quale l'uomo può elevarsi fino a Dio.

FICO

 
(Occ.) - Si racconta che sotto un fico furono allattati Romolo e Remo da una lupa; l'albero visse oltre otto secoli, seccò, tornò a rinverdire. Ed un fico fu piantato sulla piazza romana per conservare la memoria di quello che aveva protetto i fondatori della città; si chiamava ruminale, da ruma = mammella. Il fico detto Navio fu fatto piantare da Tarquinio Prisco a Roma nel luogo ove in comizio l'augure Azio Navia aveva con un rasoio tagliato in due parti una cote. La tradizione popolare riponeva i destini di Roma nella durata di quest'albero. Il fico è simbolo di dolcezza, ma anche di libidine : una foglia di fico copre il sesso di Adamo, Cerere ed altre divinità. Bacco, il dio del vino, si coronava talvolta di foglie di fico in memoria della Ninfa Sica che, amata da lui, fu cambiata in quest'albero.

FIDEISMO

 
(Fil.) - In teologia, indica la posizione dei pensatori che sostengono l'impossibilità per la ragione di pervenire alla verità senza far ricorso alla fede. Muovendo dall'affermazione che la ragione è insufficiente e limitata, il fideismo postula la necessità di una piena adesione alla rivelazione positiva divina, soprannaturale e gratuita. Una corrente del fideismo sosteneva la coincidenza della vera filosofia con la religione, ma fu condannata dalla Chiesa di Roma.

FIDIA

 
(Gr.) - Atene 490, 431 a.C. - Scultore greco, figlio di Carmide e fratello del pittore Panaino. Dapprima pittore passò poi ad altre tecniche delle arti figurative. Il massimo della sua attività si ebbe verso il 448, mentre il maggior prestigio lo ebbe sotto Pericle. Diresse i lavori del Partenone e vi eseguì importanti sculture. Viene ricordato anche da Platone. L'ostilità contro Pericle lo fece cadere in disgrazia; subì un processo per appropriazione di denaro pubblico in cui si discolpò con facilità. Fu allora accusato di empietà e condannato. Una versione vuole l'artista imprigionato, morire in carcere; una seconda lo vede fuggitivo in Elide, e morire in Olimpia. Fidia è certamente uno dei più grandi artisti di tutti i tempi, sicuramente il più grande del V secolo a.C. La sua arte è documento di eccezionali facoltà tecniche e poetiche, ma anche di una visione globale straordinaria della cultura. Molte delle opere attribuite a lui sono delle imitazioni.

FIDIO

 
(Mit.) - Dio romano che presiedeva al mantenimento della fede, era rappresentato come un uomo sbarbato, di età matura, seduto davanti a tre personaggi : HONOR, AMOR e VERITAS, le tre virtù sulle quali la fede si appoggia e che la conservano inviolata.

FIGANIERE Visconte di

 
(Fr.) - Citato nella Dottrina Segreta quale autore di "Studi Esoterici".
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