Glossario

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BARDESANE

 
(Gn.) - O Bardaisan. Uno Gnostico Siriano erroneamente considerato un teologo Cristiano, nato ad Edessa (Cronaca di Edessa) nel 155 della nostra era (Assemani Bibl. Orient. I, 389). Egli era un grande astrologo che seguiva il Sistema Occulto Orientale. Secondo Porfirio (che lo chiama il Babilonese, probabilmente a causa del suo Caldeismo o astrologia), "Bardesane .... ebbe rapporti con gli indiani che erano stati inviati a Cesare capeggiati da Damadamis (De Abst. IV, 17), ed ebbe la sua informazione dagli Indiani Gimnosofisti. Il fatto è che la maggior parte dei suoi insegnamenti, per quanto possano essere stati alterati dai suoi numerosi seguaci Gnostici, può essere riportata alla filosofia indiana, ed ancor più agli insegnamenti Occulti del Sistema Segreto. Così nei suoi Inni egli parla della divinità creatrice come "Padre-Madre", ed ancora del "Destino Astrale" (Karma), delle "Menti di Fuoco" (i Deva Agni), ecc. Egli mette in connessione l'Anima (il Manas personale) con le Sette Stelle, che trae la sua origine dagli Esseri Superiori (l'Ego divino); e di conseguenza "ammette la resurrezione spirituale ma nega quella del corpo", come accusato dai Padri della Chiesa. Efraim lo rappresenta mentre predica i segni dello Zodiaco, l'importanza della ora della nascita, e "mentre proclama i sette". Definendo il Sole "il Padre della Vita" e la Luna la "Madre della Vita", egli mostra quest'ultima "che pone da parte la sua veste di luce (i principi) per il rinnovamento della Terra". Porzio non può capire come , mentre egli accetti "l'Anima libera dal potere della genesi (destino della nascita)" e che possiede una volontà libera, ponga ancora il corpo sotto la regola della nascita (genesi). Egli dice: "Per essi (i seguaci di Bardesane) la ricchezza e la povertà, la malattia e la salute, la morte e tutte le cose oltre il nostro controllo, sono opera del destino". (Bibl.Cod. 223, pag. 221 - f). Questo, in maniera molto chiara, è il Karma, che non esclude affatto il libero arbitrio. Ippolito lo fa un rappresentante della Scuola Orientale. Parlando del Battesimo, si fa dire a Bardesane (op.cit. pp. 985-ff): "Non è comunque solo il Bagno che ci rende liberi, ma la Conoscenza di chi noi siamo, di ciò che noi siamo divenuti, di dove eravamo prima, dove ci stiamo dirigendo con fretta, da dove noi siamo redenti; che cosa è la generazione (nascita), che cosa è la rigenerazione (rinascita)". Questo punta chiaramente alla dottrina della reincarnazione. La sua conversazione (Dialogo) con Awida e Barjamina sul Destino e sul Libero Arbitrio lo dimostra. Ciò che è chiamato Destino è una regola di sbocco data ai Regolatori (Dei) ed agli Elementi secondo la quale le Intelligenze (Ego-Spiriti) sono cambiati dalla loro discesa nell'Anima, e l'Anima dalla sua discesa nel corpo". (Vedi il Trattato trovato nell'originale Siriaco e pubblicato con la traduzione inglese nel 1855 dal Dott. Cureton, Spicileg. Syriac., nel British Museum).

BARDESIANO

 
(Sistema) - Il "Codice dei Nazareni", un sistema elaborato da uno dei seguaci di Bardesane. È chiamato da alcuni una Cabala nella Cabala; una religione o setta il cui esoterismo è rivelato in nomi ed allegorie completamente sui-generis. Un sistema Gnostico molto antico. Questo codice è stato tradotto in latino. Se sia giusto chiamare il Sabeanismo dei Mendaiti (erroneamente detti Cristiani di San Giovanni) contenuto nel Codice Nazareno, "Sistema Bardesiano", come alcuni fanno, è dubbio; poiché le dottrine del Codice ed i nomi dei Poteri 'Bene e Male' in esso contenuti, sono più antichi di Bardesane. Perfino i nomi sono identici nei due sistemi.

BARDI

 
(Cel.) - Ministri della religione presso gli antichi Celti e Bretoni, ai quali era affidato il compito di cantare in versi le lodi degli dei e degli eroi. Essi suonavano certi loro strumenti musicali, marciando in testa agli eserciti e, a guerra finita, si ritiravano sotto le antiche querce, le cui cortecce si aprivano da sè, per vecchiaia.

BARESMA

 
(Zend) - Una pianta usata dai Mobedi (sacerdoti Parsi) nei templi del Fuoco, dove erano conservate fascine sacre di essa. È anche un nome mistico e misterioso, che deriva da Ormadz o meglio dall'Albero della Conoscenza e Sapienza Occulta e Spirituale da lui creato. I Parsi lo considerano il ramo divino dello Albero di Ormudz, trasformatosi in un mazzo di sbarrette di metallo.

BARISHAD

 
(San.) - Una classe di Pitri "lunari" o "Antenati", i Padri che, secondo la superstizione popolare, si credeva avessero tenuto accesa nelle loro passate incarnazioni la fiamma sacra del focolare e che facessero sacrifici al fuoco. Esotericamente i Pitri che evolsero le loro ombre o i chhaja per fare con esse il primo uomo. (Vedi Dottrina Segreta, vol. II). Il termine Barhissad indica i Pitri lunari, i progenitori del quaternario inferiore dell'essere umano. Essi sono uno dei due generi di Antenati, o Progenitori, quelli che possedevano il fuoco sacro. Erano, tuttavia, privi dell'elemento superiore, il Mahat. Essendo al livello dei Principi Inferiori, ovvero i principi che precedono la materia oggettiva più grossolana, essi potevano dare vita solo all'uomo esterno, al modello del fisico, l'uomo astrale. Essi, infatti, dopo aver dato vita al corpo astrale, sono rimasti come figli di Atri e Pitri dei Demoni.

BARKAYAL

 
(Cab.) - Uno degli Ischin incatenati alla montagna del deserto. Insegnò agli uomini l'astrologia.

BARON CIMETIERE

 
(Or.) - Divinità suprema dei morti. Appartiene alla famiglia dei Guede, che comprende un numero elevato di Dei.

BARTH Marie Etienne Auguste

 
(Fr.) - Strasburgo 1834, Parigi 1916. Orientalista francese, studiò nella città nativa, prima di lasciarla dopo la guerra del 1870. Autorità nel campo della Indologia, scrisse le "Religioni dell'India", un lavoro di notevole lucidità, erudizione e nobiltà d'intenti.

BARTLETT

 
(Ing.) - Scrittore citato nella Dottrina Segreta quale autore dell'opera "Terra ed Acqua".

BASCHI

 
(Sp.) - Gruppo etnico localizzato nei Pirenei Occidentali. Il ceppo originario ha tratti inconfondibili, la sua lingua proviene da quella degli Iberi la quale, a sua volta, proveniva da lingue caucasiche o mediterranee preindoeuropee. Questo popolo presenta grandi affinità con le razze dravidiche dell'India, molto poche con i ceppi europei. I loro crani allungati e bassi, il naso alto e sottile, la faccia di forma triangolare con mandibola stretta, capelli ed occhi bruni o castani, li rende molto simili ai popoli della Canarie, lontani parenti del popolo atlantideo.
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