Glossario

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SCETTICISMO

 
(Fil.) - Dal greco "skepsis" che significa ricerca, dubbio, rappresenta l'atteggiamento di chi nega ogni possibilità di conoscere il vero. Nasce all'incirca nel IV sec. a.C. e si articola su tre fasi: Pirronismo, Scetticismo dell'Accademia e Neoscetticismo. Il Pirronismo, i cui rappresentanti più famosi sono Pirrone ed il suo discepolo Timone di Fliunte (che ne scrisse il pensiero), la scepsi si determina come negazione dell'esistenza di un significato assoluto della realtà. Le cose sono tutte egualmente incerte ed indiscernibili, sì che di fronte ad esse è saggio rimanere senza opinioni ed approdare all'afasia (sospensione di ogni discorso positivo) ed all'ataraxia (imperturbabilità), le sole cose che possono dare all'uomo la felicità ed in tal modo realizzare il fine ultimo dell'indagine filosofica. Lo Scetticismo dell'Accademia si astiene dall'avanzare una propria verità e si limita ad esaminare criticamente le tesi dei Dogmatici, in particolare degli Stoici, mettendo in evidenza le contraddizioni e le incertezze. Diceva Arcesilao: "Noi non possiamo affermare nè di sapere nè di non sapere"; e Carneade aggiungeva che, anche se il dubbio è una buona guida per l'azione, esso, tuttavia, non conduce alla felicità, ma solo a ciò che è conveniente ed opportuno. Solo il prababilismo può essere la nostra credenza. Enesidemo ed Agrippa sono i Neoscettici e si pongono il problema di formulare in modo organico tutte le obiezioni opponibili alle costruzioni dogmatiche. Ma poiché tale opposizioni non sono altro che negazioni dell'esistenza del vero, esse negano il vero e negano anche sè stesse. Lo scetticismo antico conclude negando ogni possibilità di accedere alla verità, quello moderno è meno rigido e si limita ad affermare la soggettività della coscienza umana. Montaigne mette in risalto la contraddizione fra percezioni e concetti e la incapacità del pensiero umano di cogliere le leggi universali del reale. Hume sostiene che è necessità del vivere umano avere criteri soggettivi del vero. Lo scetticismo, per concludere, sfocia in una soggettività del sapere ove i moderni affermano la sensazione come criterio di verità, mentre gli antichi evidenziano la soggettività di ogni sapere, mettendo in rilievo la non-verità di tutto ciò che vuol passare per vero, sia esso sensazione o pensiero.

SCETTRO

 
(Occ.) - All'origine ha il significato di "bastone per appoggiarsi", poi, specialmente in oriente, diventa un lungo bastone armato d'oro e d'argento, portato da persone d'alto grado (giudici, sacerdoti, araldi), sia in segno di distinzione che come arma di difesa. Gli antichi attribuivano lo scettro a Giove, a Giunone, a Re e Principi. È solo in un secondo momento che diventa insegna e simbolo dell'autorità regia. Lo scettro è intimamente legato alla bacchetta del mago, di cui si parla altrove. I re etruschi avevano lo scettro eburneo, i Romani avevano lo scettro imperiale o trionfale, mentre gli Egizi simboleggiavano il re con uno scettro sormontato da un occhio, detto occhio del Sole; questo scettro veniva messo in mano al Sole, come emblema della visione di tutto l'universo e del suo giusto governo. Il Tau è anche detto scettro ad ansa, mentre l'Anukè è lo scettro a fiore di loto.

SCHELLING Friedrich

 
(Ger.) - Leonberg 1775, Ragaz 1854. Filosofo tedesco, figlio di un erudito orientalista e di madre discendente da antiche tradizioni ecclesiastiche, fu molto precoce e con tre anni di anticipo entrò alla fondazione di Tubinga, dove ebbe come compagni Holderlin ed Hegel. Dopo due anni ottenne la promozione al magistero di filosofia con un lavoro sul peccato originale. Si laureò in teologia, ma si dedicò alla filosofia seguendo Fichte prima, Spinoza poi. Ammirato da Fichte e da Goethe, nel 1798 divenne professore a Jena. In questo periodo, il più fecondo e sereno della sua vita, compose le opere più importanti. Collaborò con Hegel e nel 1802 ricevette la laurea in medicina, honoris causa. Fatto oggetto di calunnie e maldicenze, si trasferì all'università di Wurzburg e sposò Caroline Schlegel. Morta la moglie, nel 1812 sposò in seconde nozze Paolina Gotter, dalla quale ebbe sei figli. Nel 1827 divenne professore a Monaco e nel 1841 a Berlino. Nel 1846 si ritirò definitivamente a vita privata. Schelling si interessò al pensiero mitologico e concepì la Natura come il corrispondente più concreto della coscienza, dotata di interna vita, organicità e finalità. Schelling promosse la filosofia romantica della Natura e l'interesse per gli aspetti filosofici del pensiero scientifico.

SCHEMAL

 
(Eb.) - Altro nome di Samaele, o Saturno, Crono, ecc. È il suo alter ego, il tipo sabeico.

SCHEO

 
(Eg.) - Il dio che, unitamente a Tefnant ed a Seb, abita l'Aanroo, la regione detta "la terra della rinascita degli dei".

SCHERER

 
(???) - Autore citato da H.P.B. nella Dottrina Segreta.

SCHILLER Johan

 
(Ger.) - Marbach 1759, Weimar 1805. Poeta tedesco discendente da antica e stimata famiglia di artigiani protestanti; suo padre era chirurgo ed egli era il settimo di undici figli. Visse i primi anni sotto la cura della madre e del pastore Moser che gli insegnava il latino. Trasferitasi la famiglia a Ludwigsburg, egli allargò l'area dei suoi interessi, attratto soprattutto dal fasto delle rappresentazioni teatrali di corte. Abbandono la carriera ecclesiastica per entrare nella carriera militare. Influenzato da Rousseau e dai moralisti, scrisse opere drammatiche come "Sturm und Drang" e "I Masnadieri". La tragedia dei due fratelli nemici non piacque a Goethe, mentre fu ben accetto al pubblico, anche se presentata senza il suo nome. Lasciata l'Accademia, lavorò come medico di reggimento, ma si vide proibita ogni attività letteraria. Fuggito da Stoccarda, si rifugiò a Mannheim, dove visse in condizioni finanziarie critiche. Accettò l'ospitalità della Signora di Wolzogen, fa rappresentare con scarso successo Fiesko. Scrive "Amore ed Intrigo", ma ne viene negata la rappresentazione. Nel 1873 si trasferisce a Lipsia dove incontra Korner, che diventerà suo intimo amico e prezioso collaboratore. Nel 1799 si ritira definitivamente a Weimar dove lavora ai suoi ultimi drammi. Qui nasce l'Inno alla Gioia, poi musicato da Beethoven nella famosa Nona sinfonia. Il pensiero schilleriano si incentra su un forte senso morale della libertà, che è tragico, ma non si chiude nella rassegnazione al destino, bensì si esprime come ricerca di una superiore armonia. Improntata ad un forte sentimento morale è pure la sua concezione della "anima bella" che sa fare trionfare la "dignità" della legge.

SCHINDLER

 
(???) - Autore dell'opera "Penteglott", è citato da H.P.B. nella Dottrina Segreta.

SCHLAGINTWEIT Emil

 
(Ger.) - (!835 - 1904). Funzionario della Amministrazione della Bavaria, dedicò la maggior parte del suo tempo alla ricerca, in particolare del Tibet. Scrisse "Buddhismo nel Tibet", un'opera nella quale tratta in dettaglio la religione di quel paese, riportando anche notizie sui sistemi buddhisti che si erano imposti in precedenza in India.

SCHLEGEL Michaelis

 
(Ger.) - Autore citato da H.P.B. nella Dottrina Segreta per la sua opera "Uranografia cinese".
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