Glossario

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RAM

 
(Ind.) - Il mantra del fuoco, che gli Yoghi recitano mentre si concentrano sull'ombelico, che è la sede del fuoco nel corpo umano. Con questo esercizio essi si abituano a produrre calore e, quindi, a star nudi a temperature bassissime. Si dice che quando lo Yoghi pratica quest'esercizio la neve si scioglie attorno a lui.

RAM MOHUM ROY

 
(San.) - Il noto riformatore indiano che venne in Inghilterra nel 1833, e vi morì.

RAMA

 
(San.) - Il settimo Avatar, o incarnazione, di Vishnu; il figlio maggiore del Re Dasaratha, della Razza Solare. Il suo nome completo è Rama-Chandra, la sua sposa è Sita, Avatar femminile di Lakshmi, moglie di Vishnu, che fu rapita da Ravana, il Re-Demone di Lanka - atto che portò alla famosa guerra. È il primo re della dinastia divina degli Ariani primitivi. Suprema divinità della mitologia indù, aveva molti attributi di Marte, o di Ercole. Si favoleggiava che fosse figlio del Sole e della principessa Causelya, sotto il quale nome sarebbe disceso in terra Vishnu, nella sua settima metamorfosi, per liberare la amabile Sita dalle mani del gigante Ruana. Le sue eroiche imprese sono cantate, in lingua sanscrita, nel celebre poema Ramayana, scritto dal venerando vate Valmici.

RAMADAN

 
(Ara.) - Nono mese dell'anno arabo che i mussulmani consacrano al digiuno. È chiamato così perchè anticamente esso cadeva in un periodo in cui il sole era in tutta la sua forza. Il nome, infatti, deriva da "ramazan" che significa "mese dal gran caldo".

RAMAKRISHNA

 
(Ind.) - Karmapukar 1834, Calcutta 1886. Riformatore religioso indù, seguace del Vedanta, che, pur riaffermando l'antica concezione dell'unità di Dio con l'universo, riconobbe nelle varie religioni, che si erano diffuse all'interno dell'umanità, una molteplicità di vie che alla fine conducono tutte alla conoscenza della verità. La sua parola di fede si rivolgeva senza distinzione agli appartenenti di qualsiasi casta. Il suo movimento ricevette una salda organizzazione a carattere missionario e si diffuse anche al di fuori dell'India.

RAMANANDA

 
(Ind.) - (1440-1470) - Appartenente dapprima alla setta di Ramanuja, fondò una propria setta religiosa, indicando quale via di salvazione l'amore mistico per Rama, che con lui assurse per la prima volta alla posizione di Dio supremo. Con riconoscimento effettivo dell'eguaglianza di tutti gli uomini, egli accolse nella sua comunità gli appartenenti a qualsiasi casta, purché ossequienti al culto di Rama. La setta si chiama Ramananda, è tutt'oggi esistente, soprattutto nel Panjab, e conta oltre un milione di seguaci.

RAMANUJA

 
(Ind.) - Shriperumbudur 1017, Shrirangam 1137. Filosofo indù, di casta brahmanica, pellegrinò a lungo per l'India, trascorrendo l'ultima parte della sua lunghissima vita come sacerdote del tempio vishnuita di Shrirangam. È il maggior esponente della dottrina del Vedanta, detta anche del visishtadvaita (non-dualismo qualificato). La sua filosofia si caratterizza per il realismo, in opposizione all'illuminismo di Samkara; per lui, le varie sfere della realtà, dalla materia alle anime individuali, hanno le radici in Dio e ne costituiscono come il corpo. La creazione, che si svolge secondo ritmi ciclici, determina le successive manifestazioni della materia ed il congiungimento delle anime con i corpi in base alla legge del karma. Il suo monismo, detto differenziato (visishta-advaita), considerava l'anima umana separata e differente dal Supremo Spirito, dal quale pur dipende ed al quale alla fine dovrà ricongiungersi. Le anime raggiungono la liberazione allorché, eliminata l'ignoranza, attingono la visione divina mediante i mezzi di salvezza, il principale dei quali è la bhakti. La sua dottrina può essere considerata un monismo moderato, secondo cui le anime individuali e le cose fenomeniche, pur non potendo essere considerate parti del Brahman (perchè ciò ne distruggerebbe l'indivisibile unità) sono, tuttavia, elementi, o "modi" di esistenza, che il Brahman conterrebbe in sè, come facenti parte della sua realtà, non separati da lui, sebbene apparentemente individuali, allo stesso modo che le cellule del corpo umano hanno una certa individualità, pur rimanendo "del corpo" e non essendo parti separate di esso. Ramanuja ammette tre principi eterni: - L'anima individuale; - Il mondo irragionevole; - Lo Spirito Supremo (Vishnu). Scrisse parecchi commenti ai Brahma-Sutra ed alla Bhagavad-Gita, oltre a trattati vedantici.

RAMAYANA

 
(San.) - Il famoso poema epico, paragonato al Mahabharata, composto di 48.000 versi, che narra i fatti e le avventure di Rama. Tutto lascia credere che questo poema sia l'originale dell'Iliade o viceversa, con la differenza che nel Ramayana gli alleati di Rama sono scimmie guidate da Hanuman, uccelli mostruosi ed altri animali che combattono tutti contro i Rakshasa, o i demoni e i giganti di Lanka. Il racconto si svolge sulla linea classica del Re ideale di dinastia solare, le cui gesta si confondono con quelle degli Dei.

RAME

 
(Occ.) - Nella Bibbia si parla del Serpente di Rame e delle sue relazioni con altri simboli. Il rame cui si allude non è il metallo, bensì il principio femminile, come il fuoco, o l'oro, sono allusioni al principio maschile. Ancora una volta, ci preme sottolineare che la Bibbia non deve essere interpretata in modo letterale.

RAMEE Luoise de la

 
(Ing.) - Bury St.Edmunds 1839, Viareggio 1908. Meglio nota con lo pseudonimo di Ouida, figlia di Luigi Ramè, fu una bambina precoce che manifestò presto la sua vocazione per la lettura e la scrittura. Frequentò le scuole locali, poi andò a studiare a Parigi. Morto il padre, tornò in Inghilterra con la madre; di temperamento emotivo, dotata di immaginazione vivida e fiammeggiante, manifestò sempre una grande fantasia. Visse con gran lusso a Firenze, finche ebbe denaro, ed anche a Lucca. Non aveva la dote di intendersi con i propri simili ed ebbe spesso grandi problemi con gli editori. Le sue opere più famose sono: Schiavitù, Sotto due bandiere, Chandos, La stufa di Norimberga, Il cane dei Flanders.
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