Glossario

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LI

 
(Cin.) - Nel confucianesimo è la forza che l'uomo deve perseguire per il raggiungimento dei suoi doveri sia nei confronti delle divinità superiori, che nei confronti degli uomini. Da questa essenza dipendono tutte le virtù, la principale delle quali è l'amore tra gli uomini, detta "ren".

LIA FAIL

 
(Sca.) - Pietra regale considerata uno dei talismani dei Tuatha Dè Dannan. Altri talismani erano una spada ed un calderone.

LIBAGIONE

 
(Rel.) - Offerta sacrificale di sostanze liquide versate sull'altare in onore degli Dei, o nella tomba per il culto dei morti. Libare significa fare libagioni.

LIBANOMANZIA

 
(Mag.) - Cerimonia di divinazione che si pratica per mezzo dell'incenso, nel seguente modo : Si accendeva un fuoco, si pregava in funzione di ciò che si voleva domandare, e si gettava dell'incenso sul fuoco affinchè il fumo portasse le preghiere in cielo. Se l'incenso ardeva subito, il presagio era positivo, altrimenti era negativo. Con questa divinazione si poteva prevedere tutto, tranne il matrimonio e la morte.

LIBERO ARBITRIO

 
(Fil.) - Espressione introdotta da S.Agostino con il significato di libertà di scelta da parte dell'uomo, o di libero volere umano. Platone ed Aristotele l'avevano in qualche modo riconosciuta come fondamento della libertà morale, ma i cristiani si sono complicati la vita cercando di conciliare la libera volontà della creatura con l'onnipotenza del creatore, la provvidenza, la predestinazione, la grazia. Dalla disputa sono nati eretici a profusione, numerose sette ed anche complicazioni filosofiche. Kant se la cavò negando il libero arbitrio nella realtà fenomenica, che è deterministica, e relegandolo nell'ambito noumenico. La controversia è tuttora aperta, anche se con tale espressione oggi si preferisce significare "assenza di costrizione". L'occultismo ammette il libero arbitrio, non come attività cerebrale, ma come attività noetica.

LIBERTÀ

 
(Fil.) - Stato in cui un soggetto può agire senza costrizioni o impedimenti e possedendo la capacità di determinarsi secondo un'autonoma scelta dei fini e dei mezzi adatti a conseguirli. A seconda del campo in cui la scelta si esercita, può essere morale, politica, giuridica, religiosa, economica, di pensiero, ecc. Nel pensiero antico, la libertà era intesa solo in senso politico e nell'ambito mitico-religioso. Essa era concepita più in relazione alla potenza ed all'autonomia dello stato che in relazione agli individui. Il concetto di libero volere sviluppato da Aristotele, fu ripreso da Plotino che lo ampliò verso il Bene ultimo, ossia all'Uno divino. Il pensiero cristiano rivoluzionò il concetto classico, definendo la libertà in opposizione non alla schiavitù esteriore, ma a quella interiore determinata dal peccato originale. La vera liberazione dell'uomo è la grazia divina. La libertà dell'uomo viene posta in relazione con il giudizio finale, al di là del tempo e della storia, con il regno dei cieli. Il pensiero filosofico moderno ha sviluppato il concetto di libertà in due fondamentali direzioni : una riconducibile al razionalismo spiritualistico cartesiano, l'altra alla tradizione empiristica. Hobbes vede la libertà come assenza di impedimento al moto, Spinoza nega la libertà individuale dell'uomo, Leibniz pone la libertà delle monadi fra l'armonia prestabilita e la scelta del migliore dei mondi logicamente possibili. Kant separa il mondo dell'esperienza da quello della libertà, che concepisce rigorosamente deterministica. Hegel identifica la libertà con la essenza razionale della realtà e della storia. Kierkegaard torna ad una dimensione individuale e personale del problema della libertà, sottolineando i caratteri contraddittori e drammatici che saranno ripresi dalle correnti esistenzialiste. Per Marx la libertà è liberazione economica, politica e sociale che affranchi l'uomo dalla schiavitù del bisogno, dalla guerra, dalla lotta di classe, consentendo a ciascuno una concreta autorealizzazione materiale e spirituale. Jaspers ravvisa nell'aspirazione alla libertà, sempre delusa, la sconfitta dell'esistenza. I Greci ne avevano fatto una divinità allegorica, rappresentata da una donna robusta vestita di bianco, con lo scettro in una mano ed il berretto frigio nell'altra. Talvolta ha accanto un gatto con il giogo spezzato. Ma libertà deriva dal latino liber, soprannome che i latini davano a Bacco, al quale era consacrata la vite. Chissà perchè !

LIBIDINE

 
(Mit.) - Questo brutto vizio umano veniva simbolizzato dagli antichi in vario modo, non sempre chiaro. I piedi caprini dei Satiri erano indizio di insaziabilità delle voglie amorose; lo scorpione veniva disegnato con organi genitali maschili ed era consacrato a Marte, Dio adultero e lascivo; la criniera della capra è considerata segno di affetti libidinosi. Ed il becco, che è il più libidinoso degli esseri, fu domato da Ercole, la virtù. Talvolta la libidine è rappresentata anche con figura umana, dotata di occhi con palpebre senza peli; si dice, infatti, che i peli comincino a cadere quando si comincia a godere i piaceri di Venere, e la caduta aumenta con il persistere nella libidine.

LIBIDO

 
(Psi.) - Per Freud è l'energia corrispondente allo aspetto psichico della pulsione sessuale, completamente distinta dall'eccitazione sessuale puramente somatica. Lo sviluppo della teoria, molto complesso, esula dagli scopi del glossario.

LIBITINA

 
(Lat.) - Dea che presiedeva ai funerali; le era sacro un bosco ed un tempio ove si poneva una moneta d'argento per ogni persona che moriva. In tal modo si potevano contare i morti, furti a parte! Secondo Plutarco, sotto questo nome si adorava Venere, ma anche Proserpina; e non se ne comprende il motivo, dal momento che la prima è simbolo della generazione e la seconda ministra di morte. Ma forse la spiegazione sta nel fatto che essendo generazione e distruzione due aspetti stessi della vita, ciclici in una vicenda perpetua, Proserpina è alimento di Venere, quanto Venere lo è per Proserpina. E non sono stati pochi i poeti che hanno cantato la morte come giovane e bella, cui va il grande merito della varietà e del rinnovamento delle forme, causa del progresso e del perfezionamento; senza la morte tutto sarebbe immoto, preda di una decrepita, eterna, vecchiezza. E Libitinarii erano detti quelli che procacciavano e vendevano le cose necessarie ai funerali. Libitina era la porta attraverso la quale si portavano i morti fuori dalla città ed anche la porta dell'anfiteatro attraverso la quale si trascinavano i corpi dei gladiatori uccisi nei pubblici giochi. Ed il feretro era chiamato Libitina : evidentemente questo nome era ovunque sinonimo di morte.

LIBRA

 
(Ast.) - Costellazione dello Zodiaco, detta anche Bilancia, compresa fra lo Scorpione e la Vergine, introdotta da Tolomeo. A differenza delle altre costellazioni, raffigura un oggetto inanimato, nel quale le stelle alfa e beta sono i piatti della bilancia, l'uguaglianza del giorno e della notte, l'equinozio di autunno che in quell'epoca, circa 2000 anni fa, cadeva sotto quella costellazione. Qualcuno la raffigura con un uomo che regge una bilancia.
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