Glossario

Glossario

Vai alla Bibliografia

GIMIL

 
(Sca.) - "La Grotta di Gimil", una specie di Cielo o Paradiso, o forse una Nuova Gerusalemme, costruita dal Dio "Forte e Potente", che nell'Edda rimane senza nome, al di sopra del Campo Ida, e dopo che la nuova terra è sorta dalle acque. I Celti, per il loro Eliso, usavano un nome molto simile, GIMLE; tale luogo era riservato alle anime dei giusti e dei virtuosi.

GIMNOSOFI

 
(Gr.) - Il nome dato dagli scrittori Ellenici ad una classe di mendicanti nudi, o "vestiti d'aria"; in India, asceti estremamente istruiti e dotati di grandi poteri mistici, In questi gimnosofi si riconosce facilmente l'Aranyaka dei tempi antichi, gli istruiti yogi e filosofi asceti che si ritiravano nella giungla, e nella foresta, per raggiungere là, attraverso grandi austerità, conoscenza ed esperienze sovrumane.

GINN

 
(Ara.) - Semidei venerati nella vecchia religione degli Arabi.

GINNASIO

 
(Gr.) - Nell'antica Grecia erano gli edifici dove i giovani si esercitavano, nudi, nei giochi atletici. Sotto i portici che li circondavano si insegnava letteratura e filosofia. Nell'età moderna designa un corso di studi classici.

GINNUNGAGAP

 
(Scand.) - Letteralmente, la "coppa dell'illusione"; l'abisso del gran profondo, il senza spiaggia, senza inizio nè fine, l'abisso spalancato che in linguaggio esoterico, chiamiamo la "Matrice del Mondo", lo spazio vivente primordiale; la coppa che contiene l'universo e da qui il suo nome "coppa della illusione". Gli antichi Germani la consideravano la voragine origine del mondo e la dividevano in due parti : una era sede del gelo e della nebbia (Niflbein), l'altra sede delle fiamme e del calore (Muspellheim).

GINSBURG Christian

 
(???) - 1831, 1914. Citato nella Dottrina Segreta quale autore dell'opera "La Kabbalah : le sue Dottrine, il suo Sviluppo, la sua Letteratura".

GIOACCHINO DA FIORE

 
(It.) - Celico (Cosenza) 1130, san Giovanni in Fiore 1202. Teologo e mistico italiano, monaco cistercense nell'abbazia di Sambucina, passò poi al Monastero di Santa Maria di Corazzo, del quale fu abate fino al 1177. Entrato in contrasto con l'ordine, lo abbandonò verso il 1190 per dare vita al nuovo ordine dei monaci florensi. Considerati per secoli opera di un visionario o di un profeta, i suoi scritti rappresentano uno dei frutti più alti e matura della teologia monastica che in quegli anni si trovava di fronte ai metodi ed ai contenuti nuovi della scolastica. Interamente orientata in senso escatologico, l'opera dottrinale di Gioacchino si caratterizza per la complessità e l'originalità della sua esegesi, per lo sforzo di costruire, alla luce delle Scritture, una "teologia della storia" in grado di cogliere i tratti dell'età futura e decifrare i tempi della sua imminente venuta. Polemizzò con Pier Lombardo su una concezione della Trinità che definì Quaternitas, ma la Chiesa accettò la tesi del primo e condannò quelle di Gioacchino. Egli associa a ciascuna persona della Trinità un'epoca storica, per cui si ha: l'età del Padre (che va dalla creazione alla venuta di Cristo), l'età del Figlio ( che si chiude all'incirca nel periodo in cui Gioacchino vive) e l'età dello Spirito Santo (che sta per sopravvenire). Al Padre compete l'Antico Testamento, al Figlio il Nuovo Testamento, allo Spirito Santo la "concordia" del Vecchio e del Nuovo, ovvero il disvelamento del vero significato della Bibbia, offuscato dal testo letterale. Gioacchino tripartisce tutte le sue opere, rifiuta il punto di vista cristocentrico per sostituirvi la Trinità e non considera la storia chiusa dalla nuova venuta del Cristo, bensì da un'epoca escatologica di libertà e di concordia, improntata allo ideale monastico e contemplativo. A lui furono attribuiti numerosi commenti esegetici, profezie e vaticini. Le idee di Gioacchino diedero vita ad un vasto movimento culturale che ebbe seguaci soprattutto fra i francescani spirituali. In particolare veniva teorizzata una terza età della storia della salvezza, la cui caratteristica più evidente sarebbe stata la purificazione della gerarchia ecclesiastica corrotta.

GIOBBE

 
(Eb.) - Protagonista del libro biblico omonimo, il suo nome significa l'osteggiato, l'oppresso, il tribolato. Egli è uomo ricco e pio, originario di Uz, in Arabia, che, messo a dura prova da Satana, con il consenso di Dio, è colpito nelle sue ricchezze, nella sua famiglia, nel suo corpo. Nulla riesce ad allontanarlo da Dio il quale, alla fine, lo reintegra in tutte le sue cose. Il libro narra il dialogo di Giobbe con tre amici che sono venuti a trovarlo, con i quali egli difende la sua innocenza. Il libro di Giobbe pone diversi problemi, sia letterari che testuali. Il suo lessico è conciso, vi sono molti vocaboli stranieri, lo stile è conciso; oggi la critica è concorde che non sia opera di un solo autore, mentre rimane incerta la datazione. Il conflitto fra la fedeltà a Dio e la sofferenza in nome di Dio non viene risolto, per cui, più che un'idea di giustizia, nasce la convinzione che ci si deve rassegnare alla imperscrutabile volontà di Dio.

GIOCASTA

 
(Gr.) - Figlia di Meneceo, sorella di Creonte, sposa di Laio, re di Tebe, madre di Edipo. Inconsapevolmente diventata moglie del figlio, venuta a conoscenza dell'incesto, si impiccò.

GIOL

 
(Sca.) - Lo Stige, il fiume Giol che doveva essere attraversato prima di raggiungere il mondo degli inferi, o il freddo Regno dell'Inferno. Era attraversato da un ponte coperto d'oro, il quale conduceva ad un gigantesco cancello di ferro che circondava il palazzo della Dea del mondo sotterraneo, o Inferno.
Vai alla Bibliografia