Testi per l’intuizione [XLVIII]

Testi per l’intuizione
Ci sono brani di poesie, di libri, di memoriali, atti a suscitare l’intuizione del lettore. Il loro significato va oltre le parole e le immagini evocate. È così per questo brano tratto da “Alexandra David – Néel” di Alessandra Bruni (Ali&No Editrice, Perugia, 2013, pp. 42-44):
“L’effetto non può cessare che con la soppressione della causa.
Per stabilire, tra i due sessi, l’uguaglianza delle prerogative sociali che noi desideriamo, devono scomparire le cause che hanno creato il nostro stato d’inferiorità e che lo mantengono. L’osservazione e lo studio ci mostrano che, in termini generali, il progresso della civiltà tende a migliorare, da questo punto di vista, la situazione delle donne. Siamo in grado, infatti, di notare che, dopo aver raggiunto un livello di deprivazione quasi completo, in alcune società le donne contemporanee sono sempre più importanti, nei paesi civili. Dobbiamo dedurre che le cause naturali che hanno portato alla nostra messa in stato di inferiorità si attenuano gradualmente sia per via che i fatti fisici, che costituiscono queste cause, sono in via di sparizione sia perché, come in molti casi, le condizioni attuali del nostro ambiente stanno cambiando la composizione dei fatti originari.
Seguendo questo schema di indagini avremo da esaminare:
I – Qual è il fatto principale e quali i collaterali che hanno portato le donne alla deprivazione e alla soggezione. Ci sarà necessario considerare se il modo di esistenza imposto alle donne, da molti secoli, abbia determinato cambiamenti abbastanza profondi nel genere femminile tali che, pur rimuovendo le cause prime che hanno condotto a ciò, sia impossibile, per esso, evolversi nella direzione opposta.
II – Dovremo esaminare se sia possibile rimuovere radicalmente le cause che ci hanno messo in condizioni di svantaggio.
III – Se riconosceremo l’impossibilità di rimuovere queste cause ci resterà da considerare:
a. Se nell’attuale contesto sociale queste cause abbiano ancora la stessa portata e comportano le stesse necessità.
b. Se lo spirito umano, con l’ingegnosità di cui tante volte ha dato prova, di fronte agli ostacoli che la natura ha opposto ai suoi desideri, non possa rimuovere o attenuare considerevolmente gli effetti della causa che non può distruggere.
c. Infine, come ultima considerazione, dobbiamo tener conto se la questione che abbiamo davanti sia suscettibile di essere correlata all’interesse generale e se, risolvendola a nostro favore, l’intero corpo sociale non possa trovarvi un profitto.
Esaminati tutti questi punti con metodo e sincerità, sapremo cosa ci attende riguardo a noi stesse e al futuro riservato alle nostre rivendicazioni. Se portiamo in noi, allo stato latente, le attitudini necessarie a svolgere, apertamente, un ruolo attivo nella vita sociale, se siamo dotate di sufficiente energia per superare gli ostacoli che si sono opposti fino a qui, necessariamente, raggiungeremo il nostro obiettivo. Se, nonostante il nostro desiderio, non riusciamo, vorrà dire che gli elementi di successo non erano in noi e che non eravamo realmente qualificate per occupare la posizione cui aspiravamo. In questo caso, solo la rassegnazione è da consigliare. Tuttavia, nessuna tra noi ha fretta di adottare quest’atteggiamento estremo. È un postulato buono a ripetersi in questa circostanza: ‘Ogni idea è possibile’”.


Articolo tratto dal numero di ottobre 2019 della Rivista Italiana di Teosofia.