Testi per l’intuizione [LXV]

Testi per l’intuizione [LXV]
Ci sono brani di poesie, di libri, di memoriali, atti a suscitare l’intuizione del lettore. Il loro significato va oltre le parole e le immagini evocate. È così per questo brano tratto dalla rivista L’Età dell’Acquario n. 29 (gennaio-febbraio 1984, p. 31) e intitolato “Il pensiero non-aristotelico di Korzybski”:
“L’affermazione, più volte ripetuta, di Alfred Korzybski era: ‘La parola non è l’oggetto’. La stessa affermazione, quasi parola per parola, è una delle massime di J. Krishnamurti. Infatti, le idee di questi due uomini si identificano in vari modi e gli studiosi di Krishnamurti possono essere interessati nel sistema di Korzybski espresso nel suo libro, ‘Scienza e Sanità’.
Korzybski trovò che le sue idee potevano essere facilmente comprese dai bambini mentre uomini colti in senso convenzionale, professori di università per esempio, spesso trovavano le stesse difficili.
I punti principali di Korzybski sono:
1. Le parole non sono le cose che esse rappresentano; dunque non si dica che una cosa è – NON LO È.
2. Ogni cosa è unica; due cose non sono le stesse.
3. Ogni entità è un intero. La mente non è separata dal corpo (la sua era una visione olistica).
4. Non c’è divisione tra l’osservatore e l’osservato; essi sono uniti irrevocabilmente. Solo le parole separano e causano il dualismo. I sentimenti le uniscono.
5. Ogni realtà è strutturale – possiede aspetto, stile e forma. L’ordine è basilarmente importante.
6. Da ciò la vitale importanza della visualizzazione, che è in accordo con la realtà. La visualizzazione è il linguaggio del cosmo. Le parole, in confronto, non si accostano nemmeno approssimativamente alla realtà.
7. Le parole ci danno il vantaggio del significato temporale tramite il quale noi trasferiamo le informazioni da generazione a generazione. Ma le parole sono un trabocchetto perché esse sono lontane dalla realtà.
8. Le valutazioni sono causate dalle diverse interpretazioni delle parole. E, soprattutto, da incerti traguar¬di di astrazione – non da cose reali.
La logica tradizionale del genere soggetto-predicato conduce a una confusione senza fine perché non è in accordo con la realtà. La parola ‘tutto’ ha prodotto un danno incalcolabile”.

Articolo tratto dal numero di settembre-ottobre 2021della Rivista Italiana di Teosofia.