Pagine dalla letteratura teosofica

dei in esilio
"Dei in esilio", di J.J. van der Leeuw, capitolo IV, pp. 57-59 (Edizioni Teosofiche Italiane, 2005). Pubblicato sulla Rivista Italiana di Teosofia di marzo-aprile 2022.
I poteri dell’Ego
Dopo esserci rafforzati nella convinzione che noi siamo l’Ego, dobbiamo renderci conto dei poteri di cui, come Ego, possiamo disporre.
Prima di tutto, abbiamo l’amore dell’Ego, il potere dell’unità, l’aspetto dell’Ego, che nella terminologia teosofica si chiama Buddhi.
Parte della tragedia, che ha luogo quando la coscienza dell’Ego è immessa nei tre corpi e si trova in balia della loro coscienza elementare, consiste nel fatto di sentirsi un essere separato da tutto il mondo che l’attornia. Nel momento in cui torniamo all’Ego, questa illusione di separatezza svanisce e ci rendiamo conto di che cosa sia l’unità. Allora ha luogo il miracolo: noi ci conosciamo ancora come esseri individuali ma nello stesso tempo siamo nella vita di ciascuno dei nostri simili, di ciascuna creatura. Siamo la vita degli alberi che crescono, delle acque del mare, delle nubi e del sole, siamo la vita di tutte le cose.
Tale è la potenza d’amore dell’Ego, la nostra realizzazione dell’unità a quel livello e questo è il solo potere che ci muove sul Sentiero della perfezione. Non la volontà, non il pensiero ci sospingono sul Sentiero verso l’Unione divina ma soltanto l’amore. L’amore è l’unità realizzata. Più ci rendiamo conto dell’unità, più sentiamo di poter amare tutti gli uomini nostri simili; tanto più sentiamo di amare persino gli alberi e le pietre, quanto più siamo vicini all’unione con la Vita divina, magneticamente attratti verso questa unione. Si deve cercare di sentire questo potere dell’Ego, di essere uno con ogni cosa. Si deve cercare di sentire la propria coscienza dissolversi nella Coscienza più grande, fino a diventare questa stessa Coscienza.
Cominciamo col sentire la nostra coscienza come parte di quella del Maestro, perdendoci interamente in Lui. Non si deve contemplare questa Unità col Maestro ma sentirla, convertirla in una verità interiore e attuale, in modo da sentirci semplicemente una parte di Lui. Così facendo, potremo facilmente sentire come l’amore sia il solo potere che ci muove sul Sentiero: è l’intensità del nostro amore e della nostra adorazione per il Maestro, è la misura nella quale possiamo sentirci una cosa sola con Lui, che rende possibile a Lui di prenderci come discepoli.
Nello stesso modo, ma maggiore misura, la coscienza si espande quando cerchiamo di sentire la nostra unità con la grande Fratellanza stessa e di provare, almeno in minimo grado, la meravigliosa unità di quella coscienza che ha una volontà sola, la volontà del Re, eppure consiste di tanti grandi Esseri.

Link al libro: https://www.eti-edizioni.it/devozione/473-dei-in-esilio.html