La Giornata della memoria

La Giornata della memoria
Il 27 gennaio ricorre la “Giornata della memoria”, nata da una risoluzione delle Nazioni Unite per commemorare ogni anno in questa data (scelta perché in quel giorno nel 1945 le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz) le vittime dell’Olocausto.
Col passare degli anni questo momento assume un’accezione sempre più importante, sia per il significato intrinseco legato allo sterminio di milioni di Ebrei da parte dei nazisti e dei loro alleati sia per la necessità di tenere viva l’attenzione nei confronti dell’antisemitismo, spesso “strisciante”, che continua ad essere presente anche nelle società occidentali.
Ricordare la storia permette di testimoniare la necessità di andare oltre alle discriminazioni razziali, religiose e politiche che spesso sfociano, ancor oggi, in veri e propri genocidi in molte parti del mondo.
Testimoniare la solidarietà umana e il principio della Fratellanza Universale senza distinzioni è elemento essenziale per costruire la Pace e il vivere armonico fra le nazioni e le comunità.
Anche nel terribile decennio fra la metà degli anni ‘30 e ‘40 del secolo scorso ci sono stati luminosi esempi in questo senso, come quello di Nicholas Winton (1909-2015) che, nella Praga del 1939, salvò dai nazisti centinaia di bambini ebrei organizzando vari treni che portarono i piccoli in Inghilterra. L’impresa poco nota di questo broker inglese è raccontata nel romanzo “Se esiste un perdono” di Fabiano Massimi (Longanesi).
Anna Frank, nei versi soffusi di bellezza di “Aprile”, ci lancia un messaggio che è ancor oggi di straordinaria attualità:
“Prova anche tu,
una volta che ti senti solo
o infelice o triste,
a guardare fuori dalla soffitta
quando il tempo è così bello.
Non le case o i tetti, ma il cielo.
Finché potrai guardare
il cielo senza timori,
sarai sicuro
di essere puro dentro
e tornerai
ad essere Felice”.