Ipazia

Ipazia
Ipazia (360 d.C.–415 d.C.) rappresenta non soltanto una donna di grande valore e un personaggio storico di rilevante importanza ma anche un vero e proprio simbolo del significato della libera ricerca, filosofica e scientifica a un tempo.
Astronoma, matematica, filosofa fu una grande rappresentante della filosofia neo-platonica ad Alessandria d’Egitto. Venne brutalmente assassinata da una folla di cristiani in tumulto.
Fra gli scritti su Ipazia è da segnalare il saggio del teosofo Augusto Agabiti (1879-1918 : “Ipazia – La prima martire della libertà di pensiero”, rieditato nel 2006 dalle Edizioni La Fiaccola di Ragusa.
Ipazia è la protagonista del celebre film “Agorà” (2009) di Alejandro Amenabar.
In un’epoca caratterizzata da grande conformismo intellettuale e opportunismo culturale Ipazia continua ad essere un prezioso riferimento per tutti coloro che amano la libertà ed i grandi ed eterni valori del Bello, del Buono e del Vero di platonica (e neo-platonica) memoria.
Anche se non ci sono prove certe a riguardo ci piace pensare che sia lei la figura biancovestita nel celebre quadro di Raffaello “La Scuola di Atene” dipinto fra il 1509 e il 1511 e la riconosciamo certo in questi versi a lei dedicati:
“Quando ti vedo mi prostro davanti a te e alle tue parole,
vedendo la casa astrale della Vergine,
infatti verso il cielo è rivolto ogni tuo atto
Ipazia sacra, bellezza delle parole,
astro incontaminato della sapiente cultura” (Pallada, “Antologia Palatina”, IX, 400).

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