Il Tibet, il Dalai Lama e il futuro del buddhismo Mahayana

Tibet, Dalai Lama, buddhismo
La presenza cinese nel Tibet, ormai consolidatasi a oltre sessant’anni dall’invasione che ha causato la morte di un considerevole numero di tibetani e la fuga all’estero di molti di loro, si fa sempre più forte e pervasiva, nella sostanziale indifferenza dei Paesi Occidentali, attenti a non entrare in conflitto con la potente Repubblica Popolare Cinese. Le tradizioni culturali del Tibet corrono il rischio di scomparire poco a poco e la stessa tradizione del buddhismo Mahayana subisce costanti tentativi per creare una frattura fra il Dalai Lama e tutte le eminenti personalità che hanno dovuto abbandonare il Tibet e la parte di gerarchia che vi è rimasta o che vi è nata sotto la dominazione cinese.
Singolare è anche il tentativo cinese di entrare nella questione della successione dell’attuale Dalai Lama, sottolineando la necessità che il prossimo goda del riconoscimento del governo cinese.
Tenzin Gyatso, il XIV Dalai Lama, salito al trono quando aveva 5 anni e fuggito dal Tibet nel 1959, ha avuto una straordinaria importanza non solo nella diffusione della filosofia buddhista Mahayana in Occidente e in tutto il mondo ma anche per aver saputo aprire un dialogo costruttivo fra il buddhismo e le altre religioni, nonché fra lo stesso e la scienza. Con coraggio ha rinunciato alla carica politica di capo del governo Tibetano in esilio, separando l’aspetto religioso da quello politico.
Alcune sue affermazioni, come quella che il XV Dalai Lama potrebbe incarnarsi in Occidente, oppure che potrebbe essere donna o, anche, che potrebbe incarnarsi in alcune persone diverse, testimoniano la sua apertura mentale ma anche il tentativo di prevenire il tentativo cinese di mettere le mani sulla carica simbolo della tradizione del buddhismo Mahayana.
Il tutto avviene senza che Tenzin Gyatso interrompa la sua azione a beneficio di tutti gli esseri e della diffusione del Dharma. Uomo del dialogo e capace di profonda comprensione degli altri, continua così a rappresentare un esempio positivo, che va ben oltre la stessa tradizione che rappresenta, incarnando universalmente le grandi potenzialità umane.