Il Solstizio d’inverno e il Natale: la forza della Luce

Il Solstizio d’inverno e il Natale: la forza della Luce
Il Solstizio d’inverno (quest’anno alle ore 22.47 del 21 dicembre), rappresenta nel nostro emisfero il momento di separazione fra la massima durata della notte nell’arco dell’anno e la ripresa di quella della luce del giorno. Nel corso della storia dell’umanità l’evento astronomico è stato culturalmente accompagnato da significati religiosi, simbolici e sociali di grande importanza e questo aspetto ha coinvolto pressoché tutte le civiltà, da Oriente a Occidente.
In Cina l’evento rappresentava un momento importante per il culto degli Antenati, in India si è via via associato alla celebrazione del dio Ganesha, mentre in Iran e nei suoi altopiani si mantiene ancora viva la festa di Yalda, che ricorda la vittoria della luce sulle tenebre.
Nelle tradizioni germanica e celtica precristiane, Yule era la festa del solstizio d’inverno ed è forse da qui che trae origine il simbolo dell’albero illuminato.
In Grecia si festeggiava la nascita di Dioniso e a Roma venivano celebrati i Saturnali, collegati alla terra e all’agricoltura.
Nel silenzio del cuore dell’Irlanda circa 2500 anni prima di Cristo veniva edificato il complesso (funebre?) di Newgrange in cui una camera interna di forma circolare viene illuminata (da 4500 anni!) dalla luce del sole, per circa 15 minuti, in occasione del Solstizio d’inverno.
Ancora a Roma il concetto solstiziale di Sol Invictus venne associato a diverse divinità quali Helios, Mitra, Apollo.
Il mondo cristiano da parte sua dal Trecento dopo Cristo associa il Natale alla data del 25 dicembre, realtà e simbolo fortemente presenti, anche se condizionati da una deriva sempre più consumistica, nella nostra vita di oggi.
Per l’essere umano di buona volontà il Solstizio d’inverno e il Natale sono momenti di riflessione e di meditazione, in cui fare il punto della propria vita e proiettare i propri “sogni” nel futuro, nel segno delle possibilità rappresentate dalla Luce. È questo anche un momento di condivisione, di “calore umano”, all’interno delle famiglie, delle comunità del mondo intero.
Nella Notte di Betlemme i primi ad arrivare a salutare il Neonato e a confortare Maria e Giuseppe furono i Pastori. I Re Magi arrivarono dopo. Come a dire che in capo a ciascuno di noi sta il potere di riconoscere la forza delle Luce e il miracolo della vita, nel segno della Pace.