Enzo Bianchi e la sua testimonianza

Enzo Bianchi e la sua testimonianza
“La Repubblica” ha recentemente intervistato Enzo Bianchi, il fondatore della Comunità di Bose, dopo tre anni dal suo allontanamento da quella che a pieno titolo è stata la sua casa e il luogo di una sperimentazione monastica aperta agli altri e alla natura.
Bianchi non ha nascosto la sua sofferenza ma ha avuto modo di ben rappresentare la forza della sua ispirazione cristiana, legata a un rapporto armonico con la natura e alla forza dell’amore, un amore in grado di superare tutte le difficoltà, le amarezze e il dolore che l’esistenza porta con sé.
Rispondendo alle domande di Antonio Gnoli Enzo Bianchi ha trovato modo di affermare: “Mi sento distante da un’interpretazione dolorista del cristianesimo. Penso che il dolore e le sofferenze siano insensate. E in fondo dove c’è una persona – un uomo o una donna - che soffre, lì si è chiamati a starle accanto, spesso senza parole perché le parole possono essere inadeguate, ma sapendo che la resistenza al dolore, il combatterlo, è una battaglia di umanesimo e di cristianesimo”.
L’ex priore di Bose ha recentemente pubblicato con la casa editrice “Il Mulino” il suo libro “Cosa c’è di là. Inno alla vita”, testo che dà spazio al dubbio filosofico e mostra grande comprensione per tutti coloro che soffrono e forte sensibilità umana per quanto riguarda, ad esempio, i temi del suicidio e dell’eutanasia. Ma nel testo c’è anche grande spazio per l’amore e per la gioia, come quando Bianchi delinea una sognante e poetica visione del paradiso: “Spero che il paradiso sia vita, comunione, festa, danza per tutti gli umani, per tutte le creature, per tutto il cosmo... Impossibile immaginare cosa accadrebbe se non ritrovassi di là chi ho amato, i miei amici, anche chi ho amato in modo non conforme alla volontà di Dio. Forse preferirei in quel caso non andare in paradiso, ma entrare in quel nulla che c’era per me prima della mia nascita” (pp. 139-149).
Pur se lontano da Bose Enzo Bianchi continua la sua opera di testimonianza.