Einsiedeln e la magia dei luoghi

Einsiedeln e la magia dei luoghi
Vi sono dei luoghi della terra in cui, per una serie di circostanze sinergiche, si concentrano eventi, realizzazioni e testimonianze di particolare significato. Vi si può rintracciare un connubio di magnetismo, di azione di esseri umani di forte spiritualità, di tradizioni che si ripetono giorno per giorno e danno forza a forme pensiero che creano un vero e proprio ponte fra il cielo e la terra.
È questo il caso di Einsiedeln, in Svizzera, capoluogo di un distretto del Cantone di Schwyz.
È qui che nell’835 San Meinard, eremita appartenente all’antica e nobile famiglia degli Hohenzollern edifica, grazie al contributo della Badessa Heilwig, un piccolo eremo e una cappella. Ildegarde, figlia di Luigi il Tedesco, badessa di un convento di Zurigo, gli dona una statua di legno di una Madonna nera.
Inizia così la storia di quella che diventerà la celebre abbazia benedettina di Einsiedeln, edificata a partire dal decimo secolo dai monaci Benno ed Eberardo da Strasburgo. Una storia intrecciata con la presenza della rappresentazione “nera” della Madre del Mondo (l’attuale statua è del XV secolo), che ha una forte caratterizzazione simbolica di tipo bodhisattvico, in un perfetto equilibrio fra maternità e androginia.
La fede e il sogno spirituale dell’eremita Meinard hanno santificato il luogo e qui il pellegrino ha la possibilità di comprendere meglio la forza spirituale e la realtà dell’anima.
Proprio a Einsiedeln nacque Paracelso (Philippus Aureolus Theophrastus Bombastus von Hohenheim, detto Paracelsus, 1493-1541) celebre alchimista e medico.
Non lontano dalla sua casa natia c’è un ponte che alcuni esoteristi amano percorrere in silenzio e meditazione.
Da segnalare su Einsiedeln il volume di Padre Federigo di S. Antonio, pubblicato nel 1766, che porta il titolo: “Il pellegrinante ad Einsiedeln, o sia alla Madonna di Valdo, istruito nella maniera con cui fruttuosamente visitare quel celebre santuario”.
Passano i secoli ma i luoghi “sacri” meritano ancor oggi di essere visitati in spirito di umiltà e conoscenza.