Gennaio-febbraio 2023

Anno LXXIX - N.01-02
cover gennaio-febbraio 2023

La Rivista Italiana di Teosofia esce con cadenza bimestrale. L'invio avviene tramite il servizio postale. In alternativa è possibile riceverla anche in formato PDF. Il costo dell'abbonamento annuo è fissato in euro 25,00 per l’Italia e per l’Estero in euro 45,00 (formato cartaceo) o 25,00 (invio in PDF). Il versamento può essere effettuato: tramite bollettino sul conto corrente postale numero 55010367, intestato a Società Teosofica Italiana APS - Tesoreria; tramite bonifico al conto Bancoposta: Società Teosofica Italiana APS - CODICE IBAN: IT93 D076 0111 8000 0005 5010 367; oppure con PayPal: https://www.eti-edizioni.it/collane-libri-e-dvd/770-rivista-italiana-di-teosofia.html

Area riservata

Il sorriso del Pellegrino
A. Girardi 1

I Maestri
A. Besant 2

La scuola esoterica di Teosofia
L. Oliveira 7

Per una Teosofia dell’esperienza
A. Girardi 9

Il Mistero degli Ebrei
E. Bratina 16

La marea dell’Acquario
R. Iyer 21

Una visione teosofica del processo di autotrasformazione nell’antica Grecia
E.B. Camplone 28

Volontà ed equilibrio
F. Pisani 33

L’animismo e l’arte di ascoltare il mondo
O. Torretta 35

Ancora sul “Big Bang”
V. Cerceo 37

Pagine dalla letteratura teosofica
38

Testi per l’intuizione [LXXIII]
39

Segnalazioni
40

Recensioni
44

Dai Gruppi
44

Al di là del velo
45

Il sorriso del Pellegrino

Ogni essere umano, nel suo comune sentire, avverte di tanto in tanto un mondo fatto di possibilità legate al suo pensiero, al suo agire, al suo livello di consapevolezza.
È come se la vita svelasse un lato benedetto in grado di rendere sacre le cose e ricche di potenzialità le espressioni del vivere, sia interiormente sia nel mondo della relazione.
La Teosofia ci insegna che l’essere umano è ricco di facoltà latenti. Esse si manifestano in modo direttamente proporzionale alla capacità del singolo di considerare il piccolo io della personalità come un mero strumento di espressione di quella parte di se stesso che sa relazionarsi con il mondo delle idee, degli archetipi e con le possibilità dell’intuizione.
Perché questo possa avvenire è necessario prendere coscienza dell’inganno di quella che H.P.B. definisce, nel celebre volumetto “La Voce del Silenzio”, “l’eresia della separazione”, inganno che inchioda l’essere umano al dualismo fra spirito e materia, al pensiero discriminatorio, alla relazione conflittuale, all’odio e all’invidia. È la categoria di un “avere” scomposto e compulsivo che caratterizza un mondo vocato al consumismo, alla guerra, alla lotta, alla mancanza di comprensione e di solidarietà. Proprio quel mondo che non ha saputo risolvere nelle ultime migliaia di anni i problemi fondamentali dell’umanità.
Andare oltre a tutto ciò significa aprirsi a una dimensione diversa delle proprie emozioni, dei propri pensieri e, naturalmente, delle proprie azioni.
Riconoscere nell’essere umano una potenzialità di sviluppo di facoltà latenti legate alla dimensione dell’essere, della bellezza e della bontà significa cambiare radicalmente i paradigmi della propria visione individuale ma anche sociale, ribadendo un’unità che è accettazione della legge di equilibrio universale, in tutte le sue forme (anche quelle negative) e, nel contempo, coscienza dell’intima fusione di se stessi con il tutto, nella logica di un'unica “forza” che tutto pervade e tutto regola nella dimensione dell’amore.
La pietra d’angolo di un approccio teosofico alla vita consiste dunque nel sospendere i giudizi separativi e nel concentrarsi sul lavoro individuale il quale porta alla scoperta del “ponte” che conduce alla dimensione dell’intuizione. Questo approccio alla vita, una vera e propria metodica, insegna che il livello di coscienza è una possibilità evolutiva e che i vari livelli di “vibrazione” sono in grado di portare a differenti percezioni della realtà. Se non “purifichiamo” il nostro corpo fisico, quello emotivo e quello della mente concreta, allineandoli alle possibilità dei mondi degli archetipi e dell’intuizione, non potremo mai percepire la “realtà” ma ci limiteremo a percorrere il labirinto della separatività.
Per questo, alle prime luci dell’alba, il Pellegrino incede sul Sentiero, cosciente della gioia e del dolore (di se stesso e del mondo), ma comunque sorridente e memore delle parole di Albert Camus: “Il faut imaginer Sisyphe Heureux” [Bisogna immaginare Sisifo felice].
L’ineffabile e il quotidiano si incontrano nel terreno della Vita Una perché, come affermava John Nash nel film “A beautiful mind”, “È soltanto nelle misteriose equazioni dell’amore che si può trovare ogni ragione logica”.

Antonio Girardi

Segnalazioni

Quote associative alla Società Teosofica Italiana e abbonamento alla “Rivista Italiana di Teosofia” per il 2023
È il momento del rinnovo delle quote associative di adesione alla Società Teosofica Italiana per l’anno 2023.
Essere socio della S.T.I. ha soprattutto un valore ideale e si collega direttamente allo scopo della Fratellanza Universale senza distinzioni.
Per il 2023 il Consiglio Generale della S.T.I. ha confermato le quote in essere e cioè: quota associativa euro 35,00 indivisibili (comprende anche l’abbonamento alla Rivista Italiana di Teosofia, che è l’organo statutario di informazione istituzionale); quota associativa per residenti all’estero euro 50,00 (comprende anche l’abbonamento alla Rivista Italiana di Teosofia, la differenza è dovuta alle maggiori spese postali di spedizione della RIT); quota di ingresso per i nuovi soci euro 50,00 (solo per il primo anno, comprende anche l’abbonamento alla Rivista Italiana di Teosofia); quota socio sostenitore (con abbonamento) euro 100,00; quota socio benemerito vitalizio (con abbonamento) euro 2.000,00.
Abbonamento alla Rivista Italiana di Teosofia (per non soci) euro 25,00; abbonamento estero euro 45,00.
I Soci indipendenti e gli Abbonati potranno provvedere direttamente al versamento sul c.c.p. n. 55010367 intestato alla Società Teosofica Italiana - Tesoreria, oppure potranno inviare un bonifico bancario intestato a: Società Teosofica Italiana - Tesoreria, sul conto Bancoposta della S.T.I. codice IBAN: IT93 D076 0111 8000 0005 5010367.
I Soci dei Gruppi e dei Centri provvederanno invece al rinnovo contattando i Presidenti dei Gruppi o i Segretari dei Centri di appartenenza.
È possibile anche richiedere l’invio della R.I.T. in modalità elettronica, via e-mail, in formato PDF. L’opzione è alternativa a quella dell’invio cartaceo.
Si ricorda che la Società Teosofica Italiana è stata riconosciuta come Associazione di Promozione Sociale. I soggetti che effettuano donazioni godono quindi dei benefici fiscali previsti dalla legge, purché dette donazioni siano univocamente identificabili e tracciabili e quindi versate tramite bonifico o conto corrente postale. Inoltre le stesse devono essere tenute distinte dalle quote associative (che non godono degli stessi benefici).

Seminario Teosofico di Ascona edizione 2023
La Società Teosofica Italiana e quella Svizzera organizzeranno ad Ascona, grazie al consueto impegno di Andrea e Greta Biasca Caroni, l’edizione 2023 del tradizionale Seminario Teosofico di primavera. Le date fissate sono quelle dal 24 al 26 marzo.
Il tema del Seminario riguarderà il filone del rapporto fra Arte e Teosofia. Il programma di dettaglio e le note organizzative verranno successivamente portate all’attenzione attraverso i consueti canali di comunicazione.
Per ulteriori informazioni: sti@teosofica.org; tel 0444 962921.

FAQ su Teosofia e Società Teosofica
Società Teosofica ha l’esigenza di trovare risposte chiare alle domande che possono sorgere spontaneamente sia sul significato della Teosofia e dei suoi contenuti sia sull’attività della Società Teosofica e sulla sua organizzazione.
Per favorire un’informazione semplice, completa e doverosamente trasparente è stata inserita nel sito internet della S.T.I. una rubrica che riguarda proprio le FAQ, le domande che più frequentemente vengono poste sulla Teosofia e sulla Società Teosofica: https://www.teosofica.org/it/faq/,619
Naturalmente tutto questo non esclude la possibilità di un contatto diretto, che in ambito teosofico è sempre il benvenuto: sti@teosofica.org

Un Seminario a Torino su “Arte e Teosofia”
Dopo la positiva esperienza di Trieste proseguono i Seminari organizzati presso le Sedi della S.T. in collaborazione fra i Gruppi.
Il prossimo appuntamento è fissato per domenica 29 gennaio a Torino, sul tema “Arte e Teosofia”. L’iniziativa è coordinata da Patrizia Conte.

Asclepio e Telesforo
Questo gruppo scultoreo del II secolo d.C., ospitato nella galleria Borghese a Roma, ha al centro Asclepio, il dio della medicina, forte e autorevole. La mano destra tiene il caduceo, un bastone attorno al quale è avvinto un serpente, il simbolo che ha accompagnato la medicina fino ai nostri giorni.
Asclepio, chiamato in ambito latino Esculapio, per Esiodo è figlio di Apollo e Arsinoe, mentre Pindaro lo ritiene figlio di Apollo e Coronide. Per Omero è un semidio e dunque un uomo mortale.
La scultura della Galleria Borghese vede Asclepio tenere, nella mano sinistra, una ciotola, mentre in origine reggeva un rotolo.
Il culto di Asclepio come divinità guaritrice si estese rapidamente in tutto il mondo antico. A Roma il dio si insediò nell’Isola Tiberina attorno al 293 a.C.
Alla sinistra del dio sta suo figlio Telesforo, fanciullo con mantello e cappuccio, considerato divinità legata alla convalescenza, ma anche ponte fra questa e altre realtà. Le simbologie presenti nel gruppo scultoreo sono numerose e la conoscenza e la cura vanno insieme, secondo le leggi della natura e i ritmi del tempo.
Asclepio è vicino agli uomini ma ne è anche distaccato, proprio per poterli aiutare, mentre Telesforo rappresenta sì la convalescenza ma anche il “passaggio” rappresentato dalla morte nel suo aspetto di “guarigione”.

Segnali di Speranza
In una comunicazione fortemente caratterizzata dal prevalere della negatività e della separatività, che coinvolgono anche molta produzione letteraria e il campo della saggistica, non mancano tenui ma importanti segnali di speranza.
Lo testimoniano, ad esempio, due libri, recensiti nell’inserto “Io Donna” del Corriere della Sera del 17 settembre scorso, che pubblica anche un interessante articolo di Michaela K. Bellisario.
Si tratta del nuovo libro dello scrittore e filosofo Stefano Bettera, titolato “Il volto dell’altro” (pubblicato da Meltemi) e della recente opera di Jane McGonigal, “Immagina” (pubblicato da Roi).
Nel primo l’autore parla di “rivoluzione della gioia” e di gioia come scelta di libertà. Afferma Bettera: “Questo nostro mondo moderno che segue la narrativa della fretta è attirato dalla forza seduttiva della minaccia e della paura… Dobbiamo tornare ad usare le parole con responsabilità e forza. La rivoluzione della gioia è una scelta di libertà”.
Nel suo libro invece la futurologa americana Jane McGonigal (che aveva previsto, nel 2010, la pandemia) sottolinea che occorre sperare in un “ottimismo” urgente.
Tornando all’articolo della Bellisario, “Il futuro che ci aspetta”, risulta interessante la declinazione del tema che viene proposta attraverso alcuni concetti chiave: rivoluzione della gioia, ottimismo urgente, consapevolezza, non fermarsi, sobrietà energetica, sicurezza climatica, trasformazione, nuovo rinascimento. La Bellisario ha ricordato anche il recente primo “Festival della consapevolezza”, che si è tenuto a Padova con grande successo e che ha visto, anche attraverso alcune autorevoli testimonianze, l’invito ad andare oltre l’ovvio, oltre le credenze e gli stereotipi, il bene e il male, un invito a praticare il dubbio, elevando nel contempo coscienza e conoscenza.
Per completare la carrellata dei Segnali di Speranza segnaliamo anche la performance di arte, scienza e meditazione che dal 20 al 24 settembre è andata in scena al MAXXI di Roma, a cura di Daniel Lumera, allievo di Padre Anthony Elenjimittam che della Società Teosofica Italiana è stato Socio Onorario.

La sacralità del lavoro
Nella vita dell’essere umano il lavoro assume un significato di grande importanza, non soltanto perché rappresenta il mezzo attraverso il quale procurare il sostentamento per se stessi e per i propri cari, ma anche perché offre la possibilità di esprimere se stessi e di dare un contributo alla crescita sociale.
Per questo gli uomini di buona volontà amano il proprio lavoro e considerano il sacrificio che spesso comporta come “sacrum facere”, rendere cioè sacro quello che si fa.
In un’ottica di questo tipo diventa importante rispettare il lavoro, far sì che diventi un diritto-dovere di tutte le persone, tutelarne le garanzie in termini di giusta retribuzione, sicurezza, rispetto dei diritti dell’essere umano.
Il grande poeta libanese Khalil Gibran scrisse in proposito, nel suo celebre “Il Profeta”: “Spesso vi ho sentito dire, come parlando nel sonno: / Chi colpisce il marmo, plasmando la sua anima nel sasso, / è più nobile di chi ara i campi. / E chi dipinge sulla tela rubati arcobaleni / In un’effige umana, / è più di chi foggia sandali per i nostri piedi. / Ma io vi dico che il vento / Nel desto e pieno mezzogiorno e non nel sonno, / parla con la stessa dolcezza alle giganti querce / come allo stelo più sottile dell’erba. / È grande soltanto chi trasforma la voce del vento / In un canto ripetuto dalla dolcezza d’amore. / Il lavoro è amore che crea. / Se non potete lavorare con amore, / perché il lavoro vi ripugna, lasciatelo. / Meglio è sedere alla porta del tempio / Per ricevere elemosine da chi lavora con gioia. / Poiché se fate il pane, senza amore, /
esso sarà insipido e non potrà sfamare l’uomo. / E se premendo l’uva, in voi non c’è trasporto, / nel vino la vostra ripugnanza distillerà veleno. / E anche se cantate come angeli, ma non amate il canto, / renderete l’uomo sordo alle voci del giorno e della notte”.

Continua il dramma del Myanmar
Un grande silenzio e molto disinteresse accompagnano il dramma che sta vivendo il Myanmar dopo il colpo di stato dei militari che, con l’appoggio cinese, non hanno riconosciuto il risultato del trionfo elettorale della leader del Partito del Popolo Aung San Suu Kyi da anni impegnata in una transizione democratica, bruscamente interrotta nel 2021. In Myanmar si è così scatenata una vera e propria guerra civile, con grandi violenze e sofferenze inflitte a tutta la popolazione.
La cronaca ci affida ora l’ennesima condanna, tutta “politica” da parte di un tribunale ad Aung San Suu Kyi. Ma il sogno del premio Nobel per la Pace per una Birmania libera, indipendente e in pace non viene meno, nonostante le calunnie che nel tempo le sono state rovesciate addosso (si pensi a quelle che la consideravano la causa delle violenze dei militari sulla minoranza musulmana dei Rohingya).
Che la Pace e la Libertà possano tornare in questo straordinario Paese, ricco di storia, di cultura e di una originale capacità di unire spiritualità e vita quotidiana.

La testimonianza del Castagno dei Cento Cavalli
La natura che sta davanti ai nostri occhi, spesso disattenti, svela gemme preziose.
È il caso dei vecchi alberi, alcuni dei quali hanno età più che millenarie, come nel caso del Castagno dei Cento Cavalli: l’albero più vecchio (e più grande) d’Italia con i suoi 2.200 anni, come ha recentemente attestato uno studio sul suo DNA.
Il Castagno dei Cento Cavalli si trova nel comune di Sant’Alfio, alle pendici dell’Etna, in provincia di Catania.
Questo prezioso testimone del tempo ha una dimensione considerevole, con un diametro medio di 18 metri per ciascuno dei suoi tre tronchi. L’altezza è di 22 metri e la sua chioma copre un’area di circa mille metri quadrati.
La denominazione di questo albero nasce da una leggenda, legata al momento in cui la regina Giovanna I d’Angiò nel XIII secolo si riparò sotto le sue fronde da un temporale con tutti i cento suoi cavalieri. Il castagno è monumento nazionale dal 1965 e nel 2008 è stato dichiarato dall’Unesco “monumento messaggero di pace”, come ricorda Paolo Virtuani in un suo articolo pubblicato nell’edizione online del Corriere della Sera.
Gli alberi sanno essere non solo testimoni del tempo ma anche simboli silenti di un connubio fra i vari elementi della vita e proprio per questo vere e proprie “porte aperte” fra le varie dimensioni della vita.
Nel suo “Il canto degli alberi” Hermann Hesse ci ricorda che: “Gli alberi sono santuari. Chi sa parlare con loro, chi li sa ascoltare conosce la verità. Essi non predicano dottrine e precetti, essi predicano, incuranti del singolo, la legge primigenia della vita”.

Più luce
Un recente studio condotto sui topi dai ricercatori dell’Università della California con sede a San Diego e pubblicato dalla rivista Science Advances, dimostra che la luce ha benefici effetti in termini di miglioramento dell’umore e della vitalità.
Se potrà essere dimostrato che questo vale anche per gli esseri umani ci sarà una saldatura fra sperimentazione scientifica e buon senso comune.
Del resto nella nostra retina ci sono circa un milione di cellule specializzate che si attivano in base alla luce solare e che si collegano a particolari neuroni situati nell’ipotalamo del nostro cervello, neuroni che sono sensibili alla luce e che regolano l’umore e l’apprendimento.
Questo aspetto correlato alla luce ha anche un risvolto simbolico per tutti coloro che sono legati ad una visione spirituale della vita.
Del resto le parole “Più luce!” sembrerebbero essere state le ultime pronunciate anche dal grande Goethe, come testimonia il suo allievo Johann Peter Eckermann, presente alla morte. Le avrebbe dette perché aprissero la seconda imposta della sua stanza, in modo da far entrare più luce. Un invito pratico, quello di Goethe, ma forse non scevro di un significato più sottile.

Oltre la realtà materiale e quella dell’egoismo
Una delle caratteristiche del tempo presente è quella di una sempre maggiore identificazione con la dimensione superficiale della materialità. È questo aspetto una conseguenza del trionfo del piccolo io della personalità.
Bombardato continuamente da stimoli di vario tipo l’essere umano viene indotto a reagire attraverso comportamenti consumistici (che illudono di colmare il divario fra sogno e realtà) o di tipo ideologico (che garantiscono l’appartenenza a un gruppo in cui sentirsi forti e tutelati).
In questo scenario è importante riaffermare l’esistenza delle dimensioni ultrasensibili e la profonda unità fra queste e la realtà percepita da sensi.
La consapevolezza non può essere limitata o circoscritta e ha a che fare con il superamento dell’egoismo. Ricordava Jiddu Krishnamurti in uno dei suoi ultimi discorsi tenuti a Saanen (Svizzera) nel 1985: “L’egoismo divide, l’egoismo è la più grande corruzione (la parola corruzione significa spezzare e dividere) e dove c’è egoismo c’è frammentarietà – il tuo interesse opposto al mio interesse, il mio desiderio opposto al tuo desiderio, la mia ansia di salire la scala del successo opposta alla tua… Quando iniziate ad essere spassionatamente consapevoli del vostro egoismo, a sopportarlo, studiandolo, imparando, osservandone tutte le complicazioni, allora potete scoprire quando è in atto e quanto sia completamente inutile”.

LaZampa.it
Segnaliamo molto volentieri l’inserto che La Stampa, il prestigioso quotidiano di Torino ora diretto da Massimo Giannini, dedica ai nostri amici animali.
“LaZampa.it” pubblica storie esemplari, notizie di cronaca e preziose informazioni, anche di tipo scientifico. Quello che emerge è non solo l’importanza del ruolo degli animali nella nostra vita ma anche la loro grande sensibilità e la capacità di donare affetto e armonia.
In questo inserto ci sono anche molte notizie positive e questo aspetto ci ricorda una realtà molto trascurata dai media: quella dei tanti esseri umani che, silentemente, si adoperano per il benessere degli altri e per l’armonia con la natura.
È questo il caso di Gerard e Karyn Poplin, una coppia nella vita e nel volontariato. Insieme al Kitty Adventure Rescue League & Sanctuary di Houston, in Texas, hanno salvato centinaia di gatti, dando loro una casa temporanea finché non trovassero una famiglia amorevole.
E c’è poi Giuseppe Faranda, il veterinario della porta accanto per quasi 20mila persone che lo seguono solo su Instagram.
Recentemente “La Zampa.it” ha riportato anche l’importante notizia che la città olandese di Haarlem diventerà la prima al mondo a vietare la pubblicità della carne nel tentativo di ridurre i consumi e le emissioni di gas serra. A partire dal 2024, il Comune, ubicato a ovest di Amsterdam e con una popolazione di circa 160.000 abitanti, emanerà il divieto dopo aver aggiunto la carne a un elenco di prodotti ritenuti responsabili della crisi climatica.
Per queste e altre notizie: https://www.lazampa.it/

“The bubble” di Anne Brigman
Gli studi spirituali della fotografa Anne Brigman (1869-1950) si sono sviluppati all’interno delle correnti internazionali dell’arte moderna e, contemporaneamente, non hanno trascurato le culture utopistiche californiane del suo tempo.
Nel periodo in cui Anne cominciò a interessarsi di Teosofia ella descrisse la sua arcana immagine “The Bubble” (“La bolla”), del 1906, come una forma pensiero che mette in luce la possibilità di riformulare la propria arte come un processo che, attraverso tecniche di astrazione, raffiguri dei concetti spirituali.
L’opera di Annie Besant e Charles W. Leadbeater è stata una guida preziosa per gli artisti che volevano rappresentare energie, emozioni e concetti spirituali.
Il loro breve trattato, intitolato “Forme Pensiero”, ha infatti dato ai pionieri della moderna arte astratta (Kandinsky e Mondrian) un metodo per l’uso del colore, dei motivi lineari e delle forme non euclidee per raffigurare il regno invisibile che interpenetra il mondo materiale.
Convalidata dai nuovi studi scientifici sulle vibrazioni sonore e sulle onde luce, questa realtà invisibile è stata chiamata quarta dimensione e considerata, dalle persone più spirituali o teosoficamente versate, come un mondo accessibile alla coscienza in evoluzione.
Tratto da “Anne Brigman, The Photographer of Enchantment” di Kathleen Pyne) “The Bubble” di Anne Brigman (fotoincisione, 1909) https://www.clevelandart.org/art/1995.199.25.k

Non vediamo le cose come sono, le vediamo come siamo noi
La Saggezza che ha accompagnato l’umanità nel suo cammino ha sempre messo in guardia contro gli inganni della mente, inganni che possono riguardare non soltanto la percezione di ciò che sta fuori di noi ma anche i nostri stessi processi mentali.
Le neuroscienze oggi sono in grado di fornirci molti elementi di comprensione di questi inganni. Si pensi allo studio dei bias, che sono modelli rigidi di pensiero e di comportamento che portano a trarre conclusioni errate, basate su letture parziali, semplificate e non verificate. Il risparmio di energia utilizzato in questo processo è davvero notevole ma i risultati sono alquanto imprecisi e frammentari.
Per non parlare dell’euristica, procedura che aiuta a trovare risposte adeguate a problemi complessi, saltando - per così dire - alcuni passaggi del ragionamento in modo da costruire un’idea generica su un tema o un argomento senza troppo sforzo. Qualche vantaggio dell’euristica è immediatamente visibile ma il rischio è quello di avere letture parziali e insufficienti della realtà.
Come si può facilmente riscontrare anche sui social media, un gran numero di persone si crede esperto di qualche cosa o in qualche settore, senza averne in realtà le basi sul piano conoscitivo, culturale e scientifico; questo fenomeno si basa proprio sugli inganni dei bias e dell’euristica.
Il processo oggi viene studiato anche nell’ambito dell’organizzazione aziendale e, in proposito, segnaliamo l’interessante articolo “Tutta colpa delle gabbie mentali” di Silvia Gollini e Giovanna Prina, pubblicato nella rivista di Manageritalia “Dirigente” di luglio-agosto 2022.
Davvero da non dimenticare il Talmud laddove afferma: “Non vediamo le cose come sono, le vediamo come siamo noi”. Da questo l’importanza di un’osservazione neutrale e capace di cogliere la vita nella sua unità.

I muri dell’ideologia e i ponti dell’amore
In un momento storico in cui la frammentarietà caratterizza e condiziona gran parte della comunicazione fra gli esseri umani, nel segno delle divisioni e dell’interesse di parte le scelte individuali e sociali, non sono pochi coloro che ricorrono ad approcci di tipo ideologico per sostenere tesi che mirano a escludere le opinioni e il sentire degli altri.
È questa l’essenza della lotta partitica (io ho ragione e tu non ce l’hai), ma anche la base del consumismo (il mio prodotto è migliore del tuo) e della relazione “malata” (il sono ok e tu non lo sei).
Non è difficile riconoscere in questo dualismo, ad esempio le sterili polemiche fra “vax” e “no vax”, fra filo-russi e filo-americani, fra i deificatori di questa o quella “star” e i suoi acerrimi nemici.
L’approccio conflittuale consente di non assumersi responsabilità e di non agire, perché la “colpa” è sempre di qualcun altro.
In questo contesto l’ideologia (che sistematizza le visioni di parte) funge da approdo sicuro, perché ci mette insieme ad altri e alza muri nei confronti del resto del mondo.
Proprio per questo l’ideologia si contrappone a una visione della vita basata sull’unità, sull’amore e sulla realtà degli archetipi.
Creare ponti e abbattere muri è importante per costruire non solo un mondo migliore ma anche per donare a se stessi e agli altri quella felicità di cui l’essere umano ha un vero e proprio diritto-dovere.
Esseri umani felici rendono felici anche gli altri, concetto magistralmente esposto nel libriccino La Felicità per voi, ora del dott. Joseph Pang Wai, che afferma: “Tutti i nostri pensieri, le nostre emozioni e le nostre azioni appartengono a una di queste due categorie: quella che determina armonia e quella che semina disarmonia; quella positiva e quella negativa”. A ciascuno di noi la possibilità di scegliere a quale categoria aderire.

Recensioni

Ramananda – Ecco la Divina Madre
Daniele Zangari, Presidente del Gruppo Teosofico di Reggio Calabria, ha pubblicato un nuovo libro, edito da Caruso Edizioni.
Nella nota introduttiva G. Caruso, nel presentare lo scritto di Zangari, afferma: “… è la grande madre che ritorna, con il suo culto dall’antichità fino ad oggi. È un argomento molto interessante, che l’autore tratta con poetica delicatezza. Da sempre ha suscitato molto interesse questo tema, il culto femminile nella storia”.
Osserva Zangari nell’epilogo: “La Grande Madre rappresenta la memoria di un popolo, di una comunità, di una civiltà. L’archetipo della Grande Madre supera e trascende il dualismo e porta quindi ad abbracciare e comprendere la visione del Gran Tutto”.
L’autore si interroga poi sulla questione: “La Madre appartiene al Logos o al Mito?”. La risposta è lapidaria: “Diremmo a tutti e due. Parte dal Logos e approda al Mito. La divina Madre è Logos. La Madre terrena è mito”.

Incontri nel mondo dei misteri
Segnaliamo la recente pubblicazione da parte di Edizioni Mediterranee di Roma del volume “Incontri nel mondo dei misteri” di Paola Giovetti, giornalista e scrittrice di grande sensibilità e capacità documentativa che così inizia la sua premessa al testo: “Se mi guardo indietro negli ultimi quarant’anni della mia vita, che sono volati via come un soffio, mi rendo conto di aver vissuto tante e tali esperienze nel campo della ricerca di confine, e non solo, che credo sia giusto raccontarle".
In questo libro Paola Giovetti propone al lettore una rassegna di personaggi, situazioni, esperienze e incontri di ogni tipo: medium, sensitivi, protagonisti di vicende insolite e umanamente coinvolgenti, studiosi, ricercatori, associazioni, istituti di ricerca in Italia e all’estero, e molto altro ancora.
Tematiche di confine che riguardano le nostre inesplorate potenzialità, la nostra creatività, il senso della nostra esistenza, il nostro destino ultimo.
Un panorama vastissimo, ricco, sorprendente, spesso anche capace di far sorridere, certamente insolito e stimolante.
Alla fine il lettore si chiederà che altro può esserci ancora, in questo campo, da indagare e scoprire. Ma Paola Giovetti rassicura e conclude con queste parole: “Certamente non è finita qui e questo non è un addio. Semplicemente mi sono fermata un momento per guardarmi indietro e considerare il cammino compiuto. Ma il viaggio continua...”.

Semi di pace!
Questo il titolo dell’interessante libro di Linda Maggiori, giornalista freelance e concreta sperimentatrice di un vivere attento ai temi dell’ecologia. Il testo, pubblicato dal Centro Gandhi di Pisa, nella collana “Quaderni Satyagraha- Perseverare nella verità”, mira a dare risposta a tre fondamentali domande “Dove andiamo? Che cosa ci aspettiamo? E che cosa ci aspetta?”.
Dichiaratamente critica nei confronti della gestione della pandemia da Covid 19 l’opera della Maggiori non si ferma a ribadire sterili polemiche e spunti ideologici ma indaga con chiarezza anche quello che è avvenuto sul piano del riarmo e della preparazione di nuovi conflitti.
Il libro si apre poi alla ricerca di alternative alla pervasiva logica della guerra, segnalando pratiche virtuose e “utopie concrete”.
In appendice vengono pubblicati alcuni contributi di altri autori, fra cui segnaliamo l’intervista a Marco Piracci, titolata “Una critica ecologista e anarchica al transumanesimo” e “Io sto coi fiori” di Teodoro Margarita.

Dai gruppi

Sul sito web della S.T.I. le attività dei Gruppi e dei Centri
Le attività dei Gruppi e dei Centri della Società Teosofica Italiana sono presentate, giorno per giorno, su internet e sono consultabili collegandosi al sito della S.T.I. all’indirizzo: www.teosofica.org
Aprendo la sezione “Eventi e Convegni” è possibile registrarsi accedendo così all’elenco delle riunioni e delle conferenze organizzate nelle varie località.

Nuovo Centro Studi a Torino
L’8 novembre scorso, per iniziativa delle Sorelle Rita Selicati, Grazia Nicolosi, Patrizia Marogna, Maria Luisa Manzi e Mariagrazia Bordone, si è costituito un nuovo Centro Studi Teosofici che prenderà il nome distintivo di “Il Portico dei Gentili”. Rita Selicati è stata designata quale Segretario mentre Mariagrazia Bordone sarà la sua vice.
Al nuovo Centro l’augurio di un buon lavoro teosofico nel segno della Fratellanza Universale senza distinzioni.

Gruppo Teosofico “Partenopeo”
Nella riunione del 13 ottobre 2022 il Gruppo Teosofico “Partenopeo” di Napoli, riunito in Assemblea, ha rieletto Presidente Renata D’Eliseo, mentre Fabrizia Marinelli è stata designata quale Vice Presidente e Filomena Pennacchio fungerà da Segretaria.

Gruppo Teosofico di Grottaferrata (RM)
Il Gruppo Teosofico “Jiddu Krishnamurti” di Grottaferrata (RM) ha provveduto al rinnovo delle cariche sociali. Flavia Polignano è stata riconfermata Presidente, così come Andrea Colagrossi quale Vice Presidente. Il ruolo di Segretaria sarà ricoperto da Nicoletta Boriello, mentre Salvatore Marrone sarà il Tesoriere.

Gruppo Teosofico di Venezia
Il 17 ottobre 2022 l’Assemblea dei Soci del Gruppo Teosofico di Venezia ha confermato quale Presidente Marina De Grandis e Roberta Brombal quale Vicepresidente. Altro membro del direttivo sarà Massimo Priori.

Centro Studi di Brescia
Il 30 settembre scorso Augusto Perillo è stato riconfermato quale Segretario. L’Assemblea dei Soci ha anche designato quali membri del Consiglio Direttivo Graziella Menghini, che svolgerà anche il ruolo di Vice-Segretario, ed Elena Piccinotti.

Gruppo Teosofico di Cavallirio (NO)
Il Gruppo Teosofico “Bernardino del Boca – Villaggio Verde” di Cavallirio (NO) ha provveduto al rinnovo delle cariche sociali, riconfermando Presidente Paolo Cortesi, così come Enrico Sempi alla vicepresidenza. Paolo Cortesi svolgerà anche la funzione di Tesoriere, mentre Giuseppina Cerutti farà parte del Comitato Esecutivo del Gruppo.

Gemellaggi teosofici
Il Gruppo Teosofico di Cuneo-Mondovì si è fatto promotore di un’importante iniziativa, conferendo la biblioteca appartenuta alla teosofa Cesarina Blangetti Montà a quella della Fondazione Bernardino del Boca, collocata presso il Villaggio Verde di Cavallirio (NO).

Gennaio-febbraio 2023

Anno LXXIX - N.01-02
cover gennaio-febbraio 2023

La Rivista Italiana di Teosofia esce con cadenza bimestrale. L'invio avviene tramite il servizio postale. In alternativa è possibile riceverla anche in formato PDF. Il costo dell'abbonamento annuo è fissato in euro 25,00 per l’Italia e per l’Estero in euro 45,00 (formato cartaceo) o 25,00 (invio in PDF). Il versamento può essere effettuato: tramite bollettino sul conto corrente postale numero 55010367, intestato a Società Teosofica Italiana APS - Tesoreria; tramite bonifico al conto Bancoposta: Società Teosofica Italiana APS - CODICE IBAN: IT93 D076 0111 8000 0005 5010 367; oppure con PayPal: https://www.eti-edizioni.it/collane-libri-e-dvd/770-rivista-italiana-di-teosofia.html

Il sorriso del Pellegrino
A. Girardi 1

I Maestri
A. Besant 2

La scuola esoterica di Teosofia
L. Oliveira 7

Per una Teosofia dell’esperienza
A. Girardi 9

Il Mistero degli Ebrei
E. Bratina 16

La marea dell’Acquario
R. Iyer 21

Una visione teosofica del processo di autotrasformazione nell’antica Grecia
E.B. Camplone 28

Volontà ed equilibrio
F. Pisani 33

L’animismo e l’arte di ascoltare il mondo
O. Torretta 35

Ancora sul “Big Bang”
V. Cerceo 37

Pagine dalla letteratura teosofica
38

Testi per l’intuizione [LXXIII]
39

Segnalazioni
40

Recensioni
44

Dai Gruppi
44

Al di là del velo
45

Il sorriso del Pellegrino

Ogni essere umano, nel suo comune sentire, avverte di tanto in tanto un mondo fatto di possibilità legate al suo pensiero, al suo agire, al suo livello di consapevolezza.
È come se la vita svelasse un lato benedetto in grado di rendere sacre le cose e ricche di potenzialità le espressioni del vivere, sia interiormente sia nel mondo della relazione.
La Teosofia ci insegna che l’essere umano è ricco di facoltà latenti. Esse si manifestano in modo direttamente proporzionale alla capacità del singolo di considerare il piccolo io della personalità come un mero strumento di espressione di quella parte di se stesso che sa relazionarsi con il mondo delle idee, degli archetipi e con le possibilità dell’intuizione.
Perché questo possa avvenire è necessario prendere coscienza dell’inganno di quella che H.P.B. definisce, nel celebre volumetto “La Voce del Silenzio”, “l’eresia della separazione”, inganno che inchioda l’essere umano al dualismo fra spirito e materia, al pensiero discriminatorio, alla relazione conflittuale, all’odio e all’invidia. È la categoria di un “avere” scomposto e compulsivo che caratterizza un mondo vocato al consumismo, alla guerra, alla lotta, alla mancanza di comprensione e di solidarietà. Proprio quel mondo che non ha saputo risolvere nelle ultime migliaia di anni i problemi fondamentali dell’umanità.
Andare oltre a tutto ciò significa aprirsi a una dimensione diversa delle proprie emozioni, dei propri pensieri e, naturalmente, delle proprie azioni.
Riconoscere nell’essere umano una potenzialità di sviluppo di facoltà latenti legate alla dimensione dell’essere, della bellezza e della bontà significa cambiare radicalmente i paradigmi della propria visione individuale ma anche sociale, ribadendo un’unità che è accettazione della legge di equilibrio universale, in tutte le sue forme (anche quelle negative) e, nel contempo, coscienza dell’intima fusione di se stessi con il tutto, nella logica di un'unica “forza” che tutto pervade e tutto regola nella dimensione dell’amore.
La pietra d’angolo di un approccio teosofico alla vita consiste dunque nel sospendere i giudizi separativi e nel concentrarsi sul lavoro individuale il quale porta alla scoperta del “ponte” che conduce alla dimensione dell’intuizione. Questo approccio alla vita, una vera e propria metodica, insegna che il livello di coscienza è una possibilità evolutiva e che i vari livelli di “vibrazione” sono in grado di portare a differenti percezioni della realtà. Se non “purifichiamo” il nostro corpo fisico, quello emotivo e quello della mente concreta, allineandoli alle possibilità dei mondi degli archetipi e dell’intuizione, non potremo mai percepire la “realtà” ma ci limiteremo a percorrere il labirinto della separatività.
Per questo, alle prime luci dell’alba, il Pellegrino incede sul Sentiero, cosciente della gioia e del dolore (di se stesso e del mondo), ma comunque sorridente e memore delle parole di Albert Camus: “Il faut imaginer Sisyphe Heureux” [Bisogna immaginare Sisifo felice].
L’ineffabile e il quotidiano si incontrano nel terreno della Vita Una perché, come affermava John Nash nel film “A beautiful mind”, “È soltanto nelle misteriose equazioni dell’amore che si può trovare ogni ragione logica”.

Antonio Girardi

Segnalazioni

Quote associative alla Società Teosofica Italiana e abbonamento alla “Rivista Italiana di Teosofia” per il 2023
È il momento del rinnovo delle quote associative di adesione alla Società Teosofica Italiana per l’anno 2023.
Essere socio della S.T.I. ha soprattutto un valore ideale e si collega direttamente allo scopo della Fratellanza Universale senza distinzioni.
Per il 2023 il Consiglio Generale della S.T.I. ha confermato le quote in essere e cioè: quota associativa euro 35,00 indivisibili (comprende anche l’abbonamento alla Rivista Italiana di Teosofia, che è l’organo statutario di informazione istituzionale); quota associativa per residenti all’estero euro 50,00 (comprende anche l’abbonamento alla Rivista Italiana di Teosofia, la differenza è dovuta alle maggiori spese postali di spedizione della RIT); quota di ingresso per i nuovi soci euro 50,00 (solo per il primo anno, comprende anche l’abbonamento alla Rivista Italiana di Teosofia); quota socio sostenitore (con abbonamento) euro 100,00; quota socio benemerito vitalizio (con abbonamento) euro 2.000,00.
Abbonamento alla Rivista Italiana di Teosofia (per non soci) euro 25,00; abbonamento estero euro 45,00.
I Soci indipendenti e gli Abbonati potranno provvedere direttamente al versamento sul c.c.p. n. 55010367 intestato alla Società Teosofica Italiana - Tesoreria, oppure potranno inviare un bonifico bancario intestato a: Società Teosofica Italiana - Tesoreria, sul conto Bancoposta della S.T.I. codice IBAN: IT93 D076 0111 8000 0005 5010367.
I Soci dei Gruppi e dei Centri provvederanno invece al rinnovo contattando i Presidenti dei Gruppi o i Segretari dei Centri di appartenenza.
È possibile anche richiedere l’invio della R.I.T. in modalità elettronica, via e-mail, in formato PDF. L’opzione è alternativa a quella dell’invio cartaceo.
Si ricorda che la Società Teosofica Italiana è stata riconosciuta come Associazione di Promozione Sociale. I soggetti che effettuano donazioni godono quindi dei benefici fiscali previsti dalla legge, purché dette donazioni siano univocamente identificabili e tracciabili e quindi versate tramite bonifico o conto corrente postale. Inoltre le stesse devono essere tenute distinte dalle quote associative (che non godono degli stessi benefici).

Seminario Teosofico di Ascona edizione 2023
La Società Teosofica Italiana e quella Svizzera organizzeranno ad Ascona, grazie al consueto impegno di Andrea e Greta Biasca Caroni, l’edizione 2023 del tradizionale Seminario Teosofico di primavera. Le date fissate sono quelle dal 24 al 26 marzo.
Il tema del Seminario riguarderà il filone del rapporto fra Arte e Teosofia. Il programma di dettaglio e le note organizzative verranno successivamente portate all’attenzione attraverso i consueti canali di comunicazione.
Per ulteriori informazioni: sti@teosofica.org; tel 0444 962921.

FAQ su Teosofia e Società Teosofica
Società Teosofica ha l’esigenza di trovare risposte chiare alle domande che possono sorgere spontaneamente sia sul significato della Teosofia e dei suoi contenuti sia sull’attività della Società Teosofica e sulla sua organizzazione.
Per favorire un’informazione semplice, completa e doverosamente trasparente è stata inserita nel sito internet della S.T.I. una rubrica che riguarda proprio le FAQ, le domande che più frequentemente vengono poste sulla Teosofia e sulla Società Teosofica: https://www.teosofica.org/it/faq/,619
Naturalmente tutto questo non esclude la possibilità di un contatto diretto, che in ambito teosofico è sempre il benvenuto: sti@teosofica.org

Un Seminario a Torino su “Arte e Teosofia”
Dopo la positiva esperienza di Trieste proseguono i Seminari organizzati presso le Sedi della S.T. in collaborazione fra i Gruppi.
Il prossimo appuntamento è fissato per domenica 29 gennaio a Torino, sul tema “Arte e Teosofia”. L’iniziativa è coordinata da Patrizia Conte.

Asclepio e Telesforo
Questo gruppo scultoreo del II secolo d.C., ospitato nella galleria Borghese a Roma, ha al centro Asclepio, il dio della medicina, forte e autorevole. La mano destra tiene il caduceo, un bastone attorno al quale è avvinto un serpente, il simbolo che ha accompagnato la medicina fino ai nostri giorni.
Asclepio, chiamato in ambito latino Esculapio, per Esiodo è figlio di Apollo e Arsinoe, mentre Pindaro lo ritiene figlio di Apollo e Coronide. Per Omero è un semidio e dunque un uomo mortale.
La scultura della Galleria Borghese vede Asclepio tenere, nella mano sinistra, una ciotola, mentre in origine reggeva un rotolo.
Il culto di Asclepio come divinità guaritrice si estese rapidamente in tutto il mondo antico. A Roma il dio si insediò nell’Isola Tiberina attorno al 293 a.C.
Alla sinistra del dio sta suo figlio Telesforo, fanciullo con mantello e cappuccio, considerato divinità legata alla convalescenza, ma anche ponte fra questa e altre realtà. Le simbologie presenti nel gruppo scultoreo sono numerose e la conoscenza e la cura vanno insieme, secondo le leggi della natura e i ritmi del tempo.
Asclepio è vicino agli uomini ma ne è anche distaccato, proprio per poterli aiutare, mentre Telesforo rappresenta sì la convalescenza ma anche il “passaggio” rappresentato dalla morte nel suo aspetto di “guarigione”.

Segnali di Speranza
In una comunicazione fortemente caratterizzata dal prevalere della negatività e della separatività, che coinvolgono anche molta produzione letteraria e il campo della saggistica, non mancano tenui ma importanti segnali di speranza.
Lo testimoniano, ad esempio, due libri, recensiti nell’inserto “Io Donna” del Corriere della Sera del 17 settembre scorso, che pubblica anche un interessante articolo di Michaela K. Bellisario.
Si tratta del nuovo libro dello scrittore e filosofo Stefano Bettera, titolato “Il volto dell’altro” (pubblicato da Meltemi) e della recente opera di Jane McGonigal, “Immagina” (pubblicato da Roi).
Nel primo l’autore parla di “rivoluzione della gioia” e di gioia come scelta di libertà. Afferma Bettera: “Questo nostro mondo moderno che segue la narrativa della fretta è attirato dalla forza seduttiva della minaccia e della paura… Dobbiamo tornare ad usare le parole con responsabilità e forza. La rivoluzione della gioia è una scelta di libertà”.
Nel suo libro invece la futurologa americana Jane McGonigal (che aveva previsto, nel 2010, la pandemia) sottolinea che occorre sperare in un “ottimismo” urgente.
Tornando all’articolo della Bellisario, “Il futuro che ci aspetta”, risulta interessante la declinazione del tema che viene proposta attraverso alcuni concetti chiave: rivoluzione della gioia, ottimismo urgente, consapevolezza, non fermarsi, sobrietà energetica, sicurezza climatica, trasformazione, nuovo rinascimento. La Bellisario ha ricordato anche il recente primo “Festival della consapevolezza”, che si è tenuto a Padova con grande successo e che ha visto, anche attraverso alcune autorevoli testimonianze, l’invito ad andare oltre l’ovvio, oltre le credenze e gli stereotipi, il bene e il male, un invito a praticare il dubbio, elevando nel contempo coscienza e conoscenza.
Per completare la carrellata dei Segnali di Speranza segnaliamo anche la performance di arte, scienza e meditazione che dal 20 al 24 settembre è andata in scena al MAXXI di Roma, a cura di Daniel Lumera, allievo di Padre Anthony Elenjimittam che della Società Teosofica Italiana è stato Socio Onorario.

La sacralità del lavoro
Nella vita dell’essere umano il lavoro assume un significato di grande importanza, non soltanto perché rappresenta il mezzo attraverso il quale procurare il sostentamento per se stessi e per i propri cari, ma anche perché offre la possibilità di esprimere se stessi e di dare un contributo alla crescita sociale.
Per questo gli uomini di buona volontà amano il proprio lavoro e considerano il sacrificio che spesso comporta come “sacrum facere”, rendere cioè sacro quello che si fa.
In un’ottica di questo tipo diventa importante rispettare il lavoro, far sì che diventi un diritto-dovere di tutte le persone, tutelarne le garanzie in termini di giusta retribuzione, sicurezza, rispetto dei diritti dell’essere umano.
Il grande poeta libanese Khalil Gibran scrisse in proposito, nel suo celebre “Il Profeta”: “Spesso vi ho sentito dire, come parlando nel sonno: / Chi colpisce il marmo, plasmando la sua anima nel sasso, / è più nobile di chi ara i campi. / E chi dipinge sulla tela rubati arcobaleni / In un’effige umana, / è più di chi foggia sandali per i nostri piedi. / Ma io vi dico che il vento / Nel desto e pieno mezzogiorno e non nel sonno, / parla con la stessa dolcezza alle giganti querce / come allo stelo più sottile dell’erba. / È grande soltanto chi trasforma la voce del vento / In un canto ripetuto dalla dolcezza d’amore. / Il lavoro è amore che crea. / Se non potete lavorare con amore, / perché il lavoro vi ripugna, lasciatelo. / Meglio è sedere alla porta del tempio / Per ricevere elemosine da chi lavora con gioia. / Poiché se fate il pane, senza amore, /
esso sarà insipido e non potrà sfamare l’uomo. / E se premendo l’uva, in voi non c’è trasporto, / nel vino la vostra ripugnanza distillerà veleno. / E anche se cantate come angeli, ma non amate il canto, / renderete l’uomo sordo alle voci del giorno e della notte”.

Continua il dramma del Myanmar
Un grande silenzio e molto disinteresse accompagnano il dramma che sta vivendo il Myanmar dopo il colpo di stato dei militari che, con l’appoggio cinese, non hanno riconosciuto il risultato del trionfo elettorale della leader del Partito del Popolo Aung San Suu Kyi da anni impegnata in una transizione democratica, bruscamente interrotta nel 2021. In Myanmar si è così scatenata una vera e propria guerra civile, con grandi violenze e sofferenze inflitte a tutta la popolazione.
La cronaca ci affida ora l’ennesima condanna, tutta “politica” da parte di un tribunale ad Aung San Suu Kyi. Ma il sogno del premio Nobel per la Pace per una Birmania libera, indipendente e in pace non viene meno, nonostante le calunnie che nel tempo le sono state rovesciate addosso (si pensi a quelle che la consideravano la causa delle violenze dei militari sulla minoranza musulmana dei Rohingya).
Che la Pace e la Libertà possano tornare in questo straordinario Paese, ricco di storia, di cultura e di una originale capacità di unire spiritualità e vita quotidiana.

La testimonianza del Castagno dei Cento Cavalli
La natura che sta davanti ai nostri occhi, spesso disattenti, svela gemme preziose.
È il caso dei vecchi alberi, alcuni dei quali hanno età più che millenarie, come nel caso del Castagno dei Cento Cavalli: l’albero più vecchio (e più grande) d’Italia con i suoi 2.200 anni, come ha recentemente attestato uno studio sul suo DNA.
Il Castagno dei Cento Cavalli si trova nel comune di Sant’Alfio, alle pendici dell’Etna, in provincia di Catania.
Questo prezioso testimone del tempo ha una dimensione considerevole, con un diametro medio di 18 metri per ciascuno dei suoi tre tronchi. L’altezza è di 22 metri e la sua chioma copre un’area di circa mille metri quadrati.
La denominazione di questo albero nasce da una leggenda, legata al momento in cui la regina Giovanna I d’Angiò nel XIII secolo si riparò sotto le sue fronde da un temporale con tutti i cento suoi cavalieri. Il castagno è monumento nazionale dal 1965 e nel 2008 è stato dichiarato dall’Unesco “monumento messaggero di pace”, come ricorda Paolo Virtuani in un suo articolo pubblicato nell’edizione online del Corriere della Sera.
Gli alberi sanno essere non solo testimoni del tempo ma anche simboli silenti di un connubio fra i vari elementi della vita e proprio per questo vere e proprie “porte aperte” fra le varie dimensioni della vita.
Nel suo “Il canto degli alberi” Hermann Hesse ci ricorda che: “Gli alberi sono santuari. Chi sa parlare con loro, chi li sa ascoltare conosce la verità. Essi non predicano dottrine e precetti, essi predicano, incuranti del singolo, la legge primigenia della vita”.

Più luce
Un recente studio condotto sui topi dai ricercatori dell’Università della California con sede a San Diego e pubblicato dalla rivista Science Advances, dimostra che la luce ha benefici effetti in termini di miglioramento dell’umore e della vitalità.
Se potrà essere dimostrato che questo vale anche per gli esseri umani ci sarà una saldatura fra sperimentazione scientifica e buon senso comune.
Del resto nella nostra retina ci sono circa un milione di cellule specializzate che si attivano in base alla luce solare e che si collegano a particolari neuroni situati nell’ipotalamo del nostro cervello, neuroni che sono sensibili alla luce e che regolano l’umore e l’apprendimento.
Questo aspetto correlato alla luce ha anche un risvolto simbolico per tutti coloro che sono legati ad una visione spirituale della vita.
Del resto le parole “Più luce!” sembrerebbero essere state le ultime pronunciate anche dal grande Goethe, come testimonia il suo allievo Johann Peter Eckermann, presente alla morte. Le avrebbe dette perché aprissero la seconda imposta della sua stanza, in modo da far entrare più luce. Un invito pratico, quello di Goethe, ma forse non scevro di un significato più sottile.

Oltre la realtà materiale e quella dell’egoismo
Una delle caratteristiche del tempo presente è quella di una sempre maggiore identificazione con la dimensione superficiale della materialità. È questo aspetto una conseguenza del trionfo del piccolo io della personalità.
Bombardato continuamente da stimoli di vario tipo l’essere umano viene indotto a reagire attraverso comportamenti consumistici (che illudono di colmare il divario fra sogno e realtà) o di tipo ideologico (che garantiscono l’appartenenza a un gruppo in cui sentirsi forti e tutelati).
In questo scenario è importante riaffermare l’esistenza delle dimensioni ultrasensibili e la profonda unità fra queste e la realtà percepita da sensi.
La consapevolezza non può essere limitata o circoscritta e ha a che fare con il superamento dell’egoismo. Ricordava Jiddu Krishnamurti in uno dei suoi ultimi discorsi tenuti a Saanen (Svizzera) nel 1985: “L’egoismo divide, l’egoismo è la più grande corruzione (la parola corruzione significa spezzare e dividere) e dove c’è egoismo c’è frammentarietà – il tuo interesse opposto al mio interesse, il mio desiderio opposto al tuo desiderio, la mia ansia di salire la scala del successo opposta alla tua… Quando iniziate ad essere spassionatamente consapevoli del vostro egoismo, a sopportarlo, studiandolo, imparando, osservandone tutte le complicazioni, allora potete scoprire quando è in atto e quanto sia completamente inutile”.

LaZampa.it
Segnaliamo molto volentieri l’inserto che La Stampa, il prestigioso quotidiano di Torino ora diretto da Massimo Giannini, dedica ai nostri amici animali.
“LaZampa.it” pubblica storie esemplari, notizie di cronaca e preziose informazioni, anche di tipo scientifico. Quello che emerge è non solo l’importanza del ruolo degli animali nella nostra vita ma anche la loro grande sensibilità e la capacità di donare affetto e armonia.
In questo inserto ci sono anche molte notizie positive e questo aspetto ci ricorda una realtà molto trascurata dai media: quella dei tanti esseri umani che, silentemente, si adoperano per il benessere degli altri e per l’armonia con la natura.
È questo il caso di Gerard e Karyn Poplin, una coppia nella vita e nel volontariato. Insieme al Kitty Adventure Rescue League & Sanctuary di Houston, in Texas, hanno salvato centinaia di gatti, dando loro una casa temporanea finché non trovassero una famiglia amorevole.
E c’è poi Giuseppe Faranda, il veterinario della porta accanto per quasi 20mila persone che lo seguono solo su Instagram.
Recentemente “La Zampa.it” ha riportato anche l’importante notizia che la città olandese di Haarlem diventerà la prima al mondo a vietare la pubblicità della carne nel tentativo di ridurre i consumi e le emissioni di gas serra. A partire dal 2024, il Comune, ubicato a ovest di Amsterdam e con una popolazione di circa 160.000 abitanti, emanerà il divieto dopo aver aggiunto la carne a un elenco di prodotti ritenuti responsabili della crisi climatica.
Per queste e altre notizie: https://www.lazampa.it/

“The bubble” di Anne Brigman
Gli studi spirituali della fotografa Anne Brigman (1869-1950) si sono sviluppati all’interno delle correnti internazionali dell’arte moderna e, contemporaneamente, non hanno trascurato le culture utopistiche californiane del suo tempo.
Nel periodo in cui Anne cominciò a interessarsi di Teosofia ella descrisse la sua arcana immagine “The Bubble” (“La bolla”), del 1906, come una forma pensiero che mette in luce la possibilità di riformulare la propria arte come un processo che, attraverso tecniche di astrazione, raffiguri dei concetti spirituali.
L’opera di Annie Besant e Charles W. Leadbeater è stata una guida preziosa per gli artisti che volevano rappresentare energie, emozioni e concetti spirituali.
Il loro breve trattato, intitolato “Forme Pensiero”, ha infatti dato ai pionieri della moderna arte astratta (Kandinsky e Mondrian) un metodo per l’uso del colore, dei motivi lineari e delle forme non euclidee per raffigurare il regno invisibile che interpenetra il mondo materiale.
Convalidata dai nuovi studi scientifici sulle vibrazioni sonore e sulle onde luce, questa realtà invisibile è stata chiamata quarta dimensione e considerata, dalle persone più spirituali o teosoficamente versate, come un mondo accessibile alla coscienza in evoluzione.
Tratto da “Anne Brigman, The Photographer of Enchantment” di Kathleen Pyne) “The Bubble” di Anne Brigman (fotoincisione, 1909) https://www.clevelandart.org/art/1995.199.25.k

Non vediamo le cose come sono, le vediamo come siamo noi
La Saggezza che ha accompagnato l’umanità nel suo cammino ha sempre messo in guardia contro gli inganni della mente, inganni che possono riguardare non soltanto la percezione di ciò che sta fuori di noi ma anche i nostri stessi processi mentali.
Le neuroscienze oggi sono in grado di fornirci molti elementi di comprensione di questi inganni. Si pensi allo studio dei bias, che sono modelli rigidi di pensiero e di comportamento che portano a trarre conclusioni errate, basate su letture parziali, semplificate e non verificate. Il risparmio di energia utilizzato in questo processo è davvero notevole ma i risultati sono alquanto imprecisi e frammentari.
Per non parlare dell’euristica, procedura che aiuta a trovare risposte adeguate a problemi complessi, saltando - per così dire - alcuni passaggi del ragionamento in modo da costruire un’idea generica su un tema o un argomento senza troppo sforzo. Qualche vantaggio dell’euristica è immediatamente visibile ma il rischio è quello di avere letture parziali e insufficienti della realtà.
Come si può facilmente riscontrare anche sui social media, un gran numero di persone si crede esperto di qualche cosa o in qualche settore, senza averne in realtà le basi sul piano conoscitivo, culturale e scientifico; questo fenomeno si basa proprio sugli inganni dei bias e dell’euristica.
Il processo oggi viene studiato anche nell’ambito dell’organizzazione aziendale e, in proposito, segnaliamo l’interessante articolo “Tutta colpa delle gabbie mentali” di Silvia Gollini e Giovanna Prina, pubblicato nella rivista di Manageritalia “Dirigente” di luglio-agosto 2022.
Davvero da non dimenticare il Talmud laddove afferma: “Non vediamo le cose come sono, le vediamo come siamo noi”. Da questo l’importanza di un’osservazione neutrale e capace di cogliere la vita nella sua unità.

I muri dell’ideologia e i ponti dell’amore
In un momento storico in cui la frammentarietà caratterizza e condiziona gran parte della comunicazione fra gli esseri umani, nel segno delle divisioni e dell’interesse di parte le scelte individuali e sociali, non sono pochi coloro che ricorrono ad approcci di tipo ideologico per sostenere tesi che mirano a escludere le opinioni e il sentire degli altri.
È questa l’essenza della lotta partitica (io ho ragione e tu non ce l’hai), ma anche la base del consumismo (il mio prodotto è migliore del tuo) e della relazione “malata” (il sono ok e tu non lo sei).
Non è difficile riconoscere in questo dualismo, ad esempio le sterili polemiche fra “vax” e “no vax”, fra filo-russi e filo-americani, fra i deificatori di questa o quella “star” e i suoi acerrimi nemici.
L’approccio conflittuale consente di non assumersi responsabilità e di non agire, perché la “colpa” è sempre di qualcun altro.
In questo contesto l’ideologia (che sistematizza le visioni di parte) funge da approdo sicuro, perché ci mette insieme ad altri e alza muri nei confronti del resto del mondo.
Proprio per questo l’ideologia si contrappone a una visione della vita basata sull’unità, sull’amore e sulla realtà degli archetipi.
Creare ponti e abbattere muri è importante per costruire non solo un mondo migliore ma anche per donare a se stessi e agli altri quella felicità di cui l’essere umano ha un vero e proprio diritto-dovere.
Esseri umani felici rendono felici anche gli altri, concetto magistralmente esposto nel libriccino La Felicità per voi, ora del dott. Joseph Pang Wai, che afferma: “Tutti i nostri pensieri, le nostre emozioni e le nostre azioni appartengono a una di queste due categorie: quella che determina armonia e quella che semina disarmonia; quella positiva e quella negativa”. A ciascuno di noi la possibilità di scegliere a quale categoria aderire.

Recensioni

Ramananda – Ecco la Divina Madre
Daniele Zangari, Presidente del Gruppo Teosofico di Reggio Calabria, ha pubblicato un nuovo libro, edito da Caruso Edizioni.
Nella nota introduttiva G. Caruso, nel presentare lo scritto di Zangari, afferma: “… è la grande madre che ritorna, con il suo culto dall’antichità fino ad oggi. È un argomento molto interessante, che l’autore tratta con poetica delicatezza. Da sempre ha suscitato molto interesse questo tema, il culto femminile nella storia”.
Osserva Zangari nell’epilogo: “La Grande Madre rappresenta la memoria di un popolo, di una comunità, di una civiltà. L’archetipo della Grande Madre supera e trascende il dualismo e porta quindi ad abbracciare e comprendere la visione del Gran Tutto”.
L’autore si interroga poi sulla questione: “La Madre appartiene al Logos o al Mito?”. La risposta è lapidaria: “Diremmo a tutti e due. Parte dal Logos e approda al Mito. La divina Madre è Logos. La Madre terrena è mito”.

Incontri nel mondo dei misteri
Segnaliamo la recente pubblicazione da parte di Edizioni Mediterranee di Roma del volume “Incontri nel mondo dei misteri” di Paola Giovetti, giornalista e scrittrice di grande sensibilità e capacità documentativa che così inizia la sua premessa al testo: “Se mi guardo indietro negli ultimi quarant’anni della mia vita, che sono volati via come un soffio, mi rendo conto di aver vissuto tante e tali esperienze nel campo della ricerca di confine, e non solo, che credo sia giusto raccontarle".
In questo libro Paola Giovetti propone al lettore una rassegna di personaggi, situazioni, esperienze e incontri di ogni tipo: medium, sensitivi, protagonisti di vicende insolite e umanamente coinvolgenti, studiosi, ricercatori, associazioni, istituti di ricerca in Italia e all’estero, e molto altro ancora.
Tematiche di confine che riguardano le nostre inesplorate potenzialità, la nostra creatività, il senso della nostra esistenza, il nostro destino ultimo.
Un panorama vastissimo, ricco, sorprendente, spesso anche capace di far sorridere, certamente insolito e stimolante.
Alla fine il lettore si chiederà che altro può esserci ancora, in questo campo, da indagare e scoprire. Ma Paola Giovetti rassicura e conclude con queste parole: “Certamente non è finita qui e questo non è un addio. Semplicemente mi sono fermata un momento per guardarmi indietro e considerare il cammino compiuto. Ma il viaggio continua...”.

Semi di pace!
Questo il titolo dell’interessante libro di Linda Maggiori, giornalista freelance e concreta sperimentatrice di un vivere attento ai temi dell’ecologia. Il testo, pubblicato dal Centro Gandhi di Pisa, nella collana “Quaderni Satyagraha- Perseverare nella verità”, mira a dare risposta a tre fondamentali domande “Dove andiamo? Che cosa ci aspettiamo? E che cosa ci aspetta?”.
Dichiaratamente critica nei confronti della gestione della pandemia da Covid 19 l’opera della Maggiori non si ferma a ribadire sterili polemiche e spunti ideologici ma indaga con chiarezza anche quello che è avvenuto sul piano del riarmo e della preparazione di nuovi conflitti.
Il libro si apre poi alla ricerca di alternative alla pervasiva logica della guerra, segnalando pratiche virtuose e “utopie concrete”.
In appendice vengono pubblicati alcuni contributi di altri autori, fra cui segnaliamo l’intervista a Marco Piracci, titolata “Una critica ecologista e anarchica al transumanesimo” e “Io sto coi fiori” di Teodoro Margarita.

Dai gruppi

Sul sito web della S.T.I. le attività dei Gruppi e dei Centri
Le attività dei Gruppi e dei Centri della Società Teosofica Italiana sono presentate, giorno per giorno, su internet e sono consultabili collegandosi al sito della S.T.I. all’indirizzo: www.teosofica.org
Aprendo la sezione “Eventi e Convegni” è possibile registrarsi accedendo così all’elenco delle riunioni e delle conferenze organizzate nelle varie località.

Nuovo Centro Studi a Torino
L’8 novembre scorso, per iniziativa delle Sorelle Rita Selicati, Grazia Nicolosi, Patrizia Marogna, Maria Luisa Manzi e Mariagrazia Bordone, si è costituito un nuovo Centro Studi Teosofici che prenderà il nome distintivo di “Il Portico dei Gentili”. Rita Selicati è stata designata quale Segretario mentre Mariagrazia Bordone sarà la sua vice.
Al nuovo Centro l’augurio di un buon lavoro teosofico nel segno della Fratellanza Universale senza distinzioni.

Gruppo Teosofico “Partenopeo”
Nella riunione del 13 ottobre 2022 il Gruppo Teosofico “Partenopeo” di Napoli, riunito in Assemblea, ha rieletto Presidente Renata D’Eliseo, mentre Fabrizia Marinelli è stata designata quale Vice Presidente e Filomena Pennacchio fungerà da Segretaria.

Gruppo Teosofico di Grottaferrata (RM)
Il Gruppo Teosofico “Jiddu Krishnamurti” di Grottaferrata (RM) ha provveduto al rinnovo delle cariche sociali. Flavia Polignano è stata riconfermata Presidente, così come Andrea Colagrossi quale Vice Presidente. Il ruolo di Segretaria sarà ricoperto da Nicoletta Boriello, mentre Salvatore Marrone sarà il Tesoriere.

Gruppo Teosofico di Venezia
Il 17 ottobre 2022 l’Assemblea dei Soci del Gruppo Teosofico di Venezia ha confermato quale Presidente Marina De Grandis e Roberta Brombal quale Vicepresidente. Altro membro del direttivo sarà Massimo Priori.

Centro Studi di Brescia
Il 30 settembre scorso Augusto Perillo è stato riconfermato quale Segretario. L’Assemblea dei Soci ha anche designato quali membri del Consiglio Direttivo Graziella Menghini, che svolgerà anche il ruolo di Vice-Segretario, ed Elena Piccinotti.

Gruppo Teosofico di Cavallirio (NO)
Il Gruppo Teosofico “Bernardino del Boca – Villaggio Verde” di Cavallirio (NO) ha provveduto al rinnovo delle cariche sociali, riconfermando Presidente Paolo Cortesi, così come Enrico Sempi alla vicepresidenza. Paolo Cortesi svolgerà anche la funzione di Tesoriere, mentre Giuseppina Cerutti farà parte del Comitato Esecutivo del Gruppo.

Gemellaggi teosofici
Il Gruppo Teosofico di Cuneo-Mondovì si è fatto promotore di un’importante iniziativa, conferendo la biblioteca appartenuta alla teosofa Cesarina Blangetti Montà a quella della Fondazione Bernardino del Boca, collocata presso il Villaggio Verde di Cavallirio (NO).