Glossario

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KARNAK

 
(Eg.) - O Karnac, cittadina dell'Alto Egitto, situata sulla riva destra del Nilo, vicino Luxor, presso la quale si trova il complesso delle rovine dell'antica Tebe. Si tratta dei monumenti edificati durante la XVIII Dinastia, cui ne furono aggiunti altri fino all'età tolemaica. I Templi principali sono quelli di Khonsu, Ammon, Amenofi II, Ptah e Mut, Ramsete III, ecc Il Karnac egiziano è fratello gemello del Carnac di Bretagna, che significa Monte del Serpente. Gli antichi saggi davano a sè stessi il nome di "serpente", ed anche i Druidi facevano lo stesso. Gli Ierofanti di Egitto erano detti i Figli del Dio Serpente. Le rovine degli antichi templi e dei palazzi che ora s'innalzano al posto dell'antica Tebe sono le più magnifiche rappresentazioni dell'arte e dell'abilità degli antichi Egiziani. Alcune caratteristiche delineate da Champollion, da Denon, e da un viaggiatore Inglese, mostrano con eloquenza cosa siano queste rovine. Champollion scrive di Karnak: "Il terreno coperto dalla enorme quantità delle costruzioni che rimangono è quadrato, ogni lato misura 1800 piedi. Si rimane sorpresi e meravigliati dalla grandiosità delle sublimi vestigia, dall'abbondanza e dalla magnificenza della lavorazione che può essere osservata dappertutto. Nessun popolo dei tempi antichi o moderni ha mai concepito l'arte dell'architettura su di una scala così sublime, così grandiosa, come quella che esisteva presso gli antichi Egiziani; l'immaginazione, che in Europa si libra molto al di sopra dei nostri colonnati, si arresta e sprofonda impotente ai piedi delle centoquaranta colonne dell'ipostile di Karnak! In una delle sue sale la cattedrale di Notre Dame potrebbe ergersi senza toccare il soffitto, ed essere considerata come un piccolo ornamento nel centro della sala". Un altro scrittore esclama: "I cortili, le sale, i cancelli, le colonne, gli obelischi, le figure monolitiche, le sculture, le lunghe file di Sfingi, si trovano a Karnak con una tale profusione da generare una visione che sovrasta l'intelletto moderno". Il viaggiatore Francese Denon dice: "È molto difficile credere, anche dopo averli visti, alla realtà dell'esistenza di tanti monumenti in un solo posto, alle loro dimensioni, alla perseverante risolutezza che la loro costruzione ha richiesto ed alle incalcolabili spese per una così grandiosa magnificenza! Bisogna che il lettore immagini di vedere in sogno quello che gli viene mostrato, poiché anche chi occasionalmente vede gli oggetti stessi si domanda se è del tutto sveglio ... Ci sono laghi e montagne allo interno del perimetro del santuario. Questi due edifici sono scelti a titolo di esempio fra una lista quasi inesauribile. L'intera valle del Nilo, dalle rapide fino al mare, era coperta di templi, di palazzi, di tombe, di piramidi, di obelischi e di colonne. L'esecuzione delle sculture va oltre ogni elogio. La perfezione tecnica con la quale gli artisti lavorarono il granito, la pietra serpentina, la breccia ed il basalto è, secondo tutti gli esperti, sorprendente ... Gli animali e le piante sono raffigurati tanto bene quanto al naturale, gli oggetti artificiali sono scolpiti altrettanto bene, ed in ogni loro basso rilievo possono essere osservate battaglie navali e terrestri e scene della vita domestica".

KARNEIOS

 
(Gr.) - "Apollo Karneio" è evidentemente un avatar ("incarnazione") del "Krishna Karna" Indù. Entrambi erano dei Solari; sia "Karna" che Karneio significano "irradiante". (Vedi la Dottrina Segreta, vol. II, nota a pag. 44).

KARNIKACHALA

 
(San.) - Il Monte Meru

KARSHIPTA

 
(Mazd.) - Nelle scritture mazdeane è l'uccello sacro del cielo, del quale Ahura Mazda dice a Zaratushtra che "egli recita l'Avesta nel linguaggio degli uccelli" (Bund., XIX e seg.). È l'uccello che ha portato la legge di Mazda nel Vara costruito da Yima. In tutte le antiche religioni, l'uccello è il simbolo dell'Anima, dell'Angelo e del Deva. È dunque facile vedere che questo "uccello sacro" significa l'Ego divino dell'uomo, o l'Anima. Lo stesso che Karanda. Karshipta dimora in cielo, se vivesse sulla terra sarebbe il re degli uccelli. Esotericamente è l'anima mentale dell'uomo, la stessa che i Magi rappresentavano con un uccello ed i Greci con una farfalla. Quando Karshipta entrò nel Vara, cioè l'Uomo, questi comprese la legge di Mazda, cioè la Sapienza Divina.

KARSHVARE

 
(Zend) - Le "sette terre" (la nostra catena settenaria) governata dagli Amesha Spenta, gli Arcangeli o i Dhyan Chohan dei Parsi. Delle sette terre soltanto una chiamata Hvanirata - la nostra terra - è conosciuta dai mortali. Le Terre (esotericamente) o le sette divisioni (exotericamente) sono la nostra catena planetaria come descritta nel Buddhismo Esoterico e nella Dottrina Segreta. Tale Dottrina è chiaramente esposta nel Fargard, XIX, 39, del Vendidad. Dei Sette Mondi si parla anche nel Rig Veda, ma i Sette Karshvare sono più conosciuti sul piano exoterico, dove vengono considerati come parti del pianeta, separate dall'oceano. Cosa strana, non è possibile passare da un Karshvare ad un altro; il perchè è chiaro quando si pensi che l'oceano è lo spazio, e che quando un globo è concluso si passa al successivo, mentre non è possibile il contrario.

KARTIKEYA

 
(San.) - O Kartika, o Karttikeya, è il Dio Indù della Guerra, generato senza padre nè madre, ma per mezzo del seme di Shiva (Rudra), gettato nel fuoco (Agni) e poi accolto dall'acqua (Gange).seme caduto nel Gange. È anche la personificazione del potere del Logos. Kartika è un personaggio molto occulto, un lattante delle Pleiadi, o Krittika, ed un Kumara. (Vedi la Dottrina Segreta). Karttikeya è il Capo dei Kumara, Gharmaja, nato dal sudore di Shiva e dalla Terra. È Marte, il pianeta a sei facce, Lohita. È chiamato Taraka-jit perchè uccise il Danava Taraka, il demonio troppo sapiente e santo, ma anche Kumara-Guha (misterioso giovane vergine), Siddha-sena (duce dei Siddhi), Shakti-dhara (portatore di lancia). Come Capo delle Legioni Celesti è identico al cristiano Michele. Veniva talvolta rappresentato con sei teste perchè le Pleiadi, al momento in cui egli fu affidato per essere nutrito, erano sei; solo dopo divennero sette. Il suo aspetto femminile è Kaumari, o Sena. Karttikeya cavalca un pavone, l'uccello della Sapienza e della Conoscenza Occulta, la versione indù della Fenice, il cui rapporto greco con i 600 anni del Naros è ben noto. Sulle sopracciglia ha la stella a sei punte (il doppio triangolo) una svastica ed una corona sulla testa con sei o sette punte. Le punte, ovviamente si riferiscono ai Kumara, mentre la coda rappresenta i cicli siderali. Exotericamente, talvolta, rappresenta il vigore giovanile.

KARUNA

 
-BHAWANA (San.) - Nello Yoga, la meditazione della pietà e della compassione.

KARUNYA

 
(San.) - Letteralmente, "pietà". È il sentimento provato dal mistico nei confronti di coloro che ancora ignorano la Realtà e perciò soffrono.

KARYA

 
(San.) - Effetto, agendum, ciò che è già idealmente compiuto prima del dispiegamento dell'azione del tempo.

KARYA

 
-KARANA-BADDHA (San.) - Condizione di reciproco vincolo di causa ed effetto relativo a Visva ed a Taijasa.
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