Glossario

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DWIPA

 
(San.) - Un'isola o un continente. Gli Indù ne hanno sette (Sapta dwipa), i Buddhisti solo quattro. Questo è dovuto ad una malcompresa allusione del Signore Buddha che, usando il termine metaforicamente, applicò la parola dwipa alle razze dell'uomo. Le quattro Razze Radice che precedettero la nostra quinta erano paragonate da Siddharta a quattro continenti, o isole, che costellavano l'oceano della nascita e della morte - il Samsara.

DYAUS

 
(San.) - Divinità della religione Vedica, pressoché scomparsa dal culto effettivo, che negli vedici è invocato come padre : Dyaus pitar. Non ha inni propri, ma è strettamente associato in sei inni alla Dea Terra. È il cielo stesso personificato e risale all'età indo-europea, per lo meno linguisticamente, come nozione di un Dieus Cielo al quale si ricollegano il greco Zeus ed il latino Jupiter e Diespiter. È anche il Dio non rivelato in cui si immerge Brahma addormentato, durante il Pralaya.

DYAUS PITAR

 
(San.) - Divinità primigenia che con Prithivi Matar simboleggia il dio cielo e la dea terra. Nella religione vedica gli dei naturali possono assumere nei confronti degli uomini ruoli sia buoni che cattivi.

DYOOKNA

 
(San.) L'ombra della Luce eterna. Gli "Angeli della Presenza", o Arcangeli. Uguale al Ferouer del Vendidad e di altre opere Zoroastriane. Con il termine "Dyuknah", molto simile, si indica talvolta il Fantasma divino. I due termini, se non uguali, sono certamente sinonimi.

DZYN

 
(Tib.) - O Dzyan. Scritto anche Dzen, o Dzin. Una deformazione del Sanscrito Dhyan e Jnana (o foneticamente, gnyana), cioè Saggezza, conoscenza divina. In Tibetano, il sapere è detto dzin. Questo termine equivale al termine sanscrito Dhyana, meditazione, e per estensione del concetto, significa anche saggezza, divina conoscenza. Il Libro di Dzyan, che costituisce la base sulla quale H.P.B. ha fondato la sua Dottrina Segreta, è il Libro della Saggezza, della Divina Conoscenza. Esso appartiene ad una serie di scritture dette Kiuti.

DZYU

 
(San.) - L'unica Conoscenza (Magica) reale, la Sapienza Occulta, che occupandosi delle verità eterne e delle cause prime, diventa quasi onnipotente quando è applicata nella giusta direzione. La sua antitesi è Dzyumi, che si occupa solo delle illusioni e delle false apparenze, come avviene nelle nostre moderne scienze exoteriche. Dzyu è l'espressione della Saggezza collettiva dei Dhyani-Buddha.

E

 
- La quinta lettera dell'alfabeto inglese. La he (dolce) dell'alfabeto Ebraico che nel sistema Ehevi di lettura di quella lingua, diventa una E. Il suo valore numerico è cinque ed il suo simbolo è una finestra; nella Cabala, è l'utero. Nell'ordine dei nomi divini rappresenta il quinto, Hadoor, ovvero il "maestoso" e lo "splendido". È la quinta lettera anche dell'alfabeto latino ed italiano; presente anche nell'alfabeto fenicio dove non indicava un suono vocale ma una aspirata laringale. Furono i Greci a ruotare a destra il segno Fenicio ottenendo la figura cui dettero il suono vocale. Nei papiri e nei graffiti presenta la forma lunata tagliata a metà , chiudendo la parte superiore si ottiene ___, che è la forma minuscola. Talvolta è indicata anche con due aste parallele verticali od oblique. I Greci la usarono come numero : ___ = 5, ___ = 8, ___ = 5000, ___ = 8000. Nel calendario romano , E è la quinta lettera nundinale, mentre in quello ecclesiastico è la quinta lettere domenicale. Nella logica formale, indica nel sillogismo la proposizione universale negativa ( asserit A negat E vero universaliter ambo ). In epigrafia è usata spesso con valori svariati nelle abbreviazioni. In geografia indica l'Est, in musica valeva il Mi, uso che rimane ancor oggi in Inghilterra ed in Germania. In fisica rappresenta il modulo di Young, o modulo di elasticità longitudinale a trazione o compressione. Questa lettera troneggiava sul portale di Delfi, sede dello oracolo, ed era considerata sacra.

EA

 
(Cald.) - Anche Hea. Il secondo dio dell'originaria trinità Babilonese, composta da Anu, Hea e Bel. Hea era il "Creatore del Fato", il "Signore dell'Abisso", il "Dio della Saggezza e della Conoscenza", e il "Signore della Città di Eridu". In babilonese significa "casa dell'acqua", con Anu ed Enlil costituisce la triade divina, apice del pantheon babilonese. Deriva dalla religione sumerica (Enki) e domina la zona abissale del cosmo, il regno delle acque profonde, sulle quali poggia la terra. Partecipa, ed è signore, della sapienza nascosta delle acque primordiali. È divinità saggia, guaritrice, dotata di poteri magici, padre delle arti, inventore della scrittura. Padre di Marduk, impartisce ad Utnapishtim le istruzioni per la costruzione della barca che salverà l'eroe dal diluvio universale. Per gli Akkadiani era la Sapienza, la Divinità inconoscibile, nata nella Grande Profondità, l'Abisso delle Acque, lo Spazio. Per i Caldei è Tiamat, il Dragone ucciso da Merodach, la sostanza peccaminosa, il Drago marino femminile. Per i Babilonesi è il Grande Dio della Luce e della Profondità, identificato con Oannes, il biblico Dagon, l'Uomo Pesce emerso dalle acque. La città di Ea era Eridu, già presente oltre 6000 anni fa nel Golfo Persico. SilikMuludag (Murudug ?) era il Dio di tutti gli Dei per i Babilonesi, ed era figlio di Hea (Ea); lo chiamavano anche Nebo. Ea è anche il nome della mitica terra che fu regno di Eeta e meta del viaggio degli Argonauti, secondo la leggenda greca. Già Erodoto l'aveva identificata con la Colchide.

EACO

 
(Gr.) - Figlio di Giove e di Egina, ebbe il suo regno devastato dalla peste. Pregò il padre che glielo ripopolasse, e Giove lo accontentò trasformando una moltitudine di formiche in uomini, per tale motivo detti Mirmidoni. Eaco fu il più giusto re del suo tempo e, dopo la morte, fu posto fra i giudici delle anime che discendevano nell'inferno.

EASTER

 
(Sca.) - Divinità poco conosciuta, appartenente al culto degli antichi Sassoni. Da tale nome deriva forse la parola inglese Easter che significa "Pasqua".
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