Glossario

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BHRIGU

 
(San.) - Uno dei grandi Rishi Vedici. È chiamato "Figlio" da Manu, che gli confida le sue Istituzioni. È uno dei Sette Prajapati, o progenitori dell'umanità, il che equivale ad identificarlo con uno degli dei creatori, collocato dai Purana nel Krita Yuga, cioè nella prima era, quella della purezza. Il Dott. Wynn Westcott ci ricorda il fatto che il defunto e molto erudito Dr. Kenealy (che scriveva il nome Brighoo), fece di questo Muni (Santo) il quarto dei suoi dodici "messaggeri divini" per il Mondo, aggiungendo che apparve nel Tibet nel 4800 a.C. e che la sua religione si estese fino in Inghilterra, dove i suoi seguaci eressero il tempio megalitico di Stonehenge. Questa è naturalmente una ipotesi basata sulle speculazioni personali del Dott. Kenealy.

COCCODRILLO

 
(Eg.) - È un grosso rettile di corpo lucertiforme, coperto di solide squami, con una bocca enorme ed armata di molti denti, che vive nelle regioni intertropicali. È famoso per il suo pianto, dopo aver divorato le sue vittime, che non è un pianto dovuto al pentimento, come si crede, bensì la secrezione di una ghiandola attivata dal lauto pasto. In Egitto era assimilato al Drago e veniva considerato il simbolo del Cielo e della Terra, del Sole e della Luna. Come anfibio era sacro ad Iside e ad Osiride. Era anche il simbolo dello Egitto meridionale, o inferiore, poiché tale regione era paludosa e ricca di questi rettili. "Il gran rettile di Tifone". Il luogo della sua "adorazione" era detto Coccodrilopoli ed esso era sacro a Set ed a Sebak - i suoi presunti creatori. In India i Rishi primordiali, i Manu e i Figli di Brahma, sono tutti progenitori di qualche specie animale, di cui sono presunti "padri"; in Egitto ogni dio era connesso con la formazione o la creazione di certi animali che erano a lui sacri. I coccodrilli debbono essere stati numerosi in Egitto fin dalla prima dinastia, se si deve giudicare dal numero incalcolabile delle loro mummie. Ne sono state scavate a migliaia e migliaia nelle grotte di Moabdeh, e molte vaste necropoli di questo animale Tifonico sono ancora rimaste inviolate. Ma il Coccodrillo era adorato solo dove erano tributati onori al suo dio e "padre". Tifone aveva una volta ricevuto onori simili e, come dimostra Bunsen, era stato considerato un grande dio. Egli dice: "Nei tempi di Ramses, 1300 a.C., Tifone era uno degli dei più venerati e potenti, un dio che versava benedizioni e vita sui governatori dell'Egitto". Come è spiegato altrove, Tifone è l'aspetto materiale di Osiride. Quando Tifone, il Quaternario, ammazza Osiride, la triade o Luce divina, lo taglia metaforicamente in 14 pezzi e separa se stesso dal "dio", incorre nell'esecrazione delle masse; diventa il dio malvagio,, il dio della tempesta e dell'uragano, della sabbia ardente del deserto, il costante nemico del Nilo e l'"uccisore della benefica rugiada notturna", poiché Osiride è l'Universo ideale. Shiva è la grande Forza Rigeneratrice e Tifone è la sua parte materiale, il lato malvagio del dio, Shiva il Distruttore. Ecco perchè il Coccodrillo è in parte venerato ed in parte esecrato. La comparsa del coccodrillo nel deserto, lontano dall'acqua, pronosticava il felice evento di una prossima inondazione - di qui la sua adorazione a Tebe e ad Ombo. Ma ogni anno distruggeva anche migliaia di esseri umani ed animali - di qui l'odio e la persecuzione del coccodrillo ad Elefantine ed a Tentyra. Nelle tradizioni del Centro America, il coccodrillo è legato all'acqua, ma in modo diverso. Prima che l'universo avesse i caratteri odierni, era dominato dal caos, e la terra era sommersa dal mare, in cui vivevano numerosi mostri che aspettavano un segno divino prima di rivelarsi; coccodrillo era uno di questi, e quando ebbe il suo segnale liberò la terra dalle acque sorreggendola sulle sue spalle. Fratello di coccodrillo è giaguaro, che si occupa della parte visibile della terra, mentre coccodrillo continua ad occuparsi della parte sommersa ( o invisibile ).

FIAMME

 
(Occ.) - L'Uomo è composto di 4 Fiamme e 3 Fuochi. Le Fiamme sono i principi inferiori, evanescenti e temporanei. I Fuochi sono i principi superiori, eterni nella loro tripla unità. Nella Bibbia le Fiamme sono una Gerarchia di Spiriti paralleli, se non identici, agli "ardenti " Seraph di fuoco, menzionati da Isaia (VI, 2-6), che secondo la teogonia ebraica circondano il "Trono dell'Onnipotente". Melha è il Signore delle Fiamme. Talvolta le Fiamme, o Fuochi, rappresentano lo Spirito, l'elemento maschile, mentre l'Acqua rappresenta la Materia, l'elemento femminile. Le Fiamme nate dalla Mente Universale, o Mahat, approdano sulla terra dopo essere passate attraverso i Sette Cerchi di Fuoco, ossia i Sette Mondi Intermedi. Le Fiamme sono anche i Prajapati, i Pitri, i Manu, gli Asura, i Rishi, i Kumara, incarnatisi nella Terza Razza Madre.

MAHAR LOKA

 
(San.) - Una regione nella quale sostano i Muni o "Santi" durante il Pralaya, secondo la versione Puranica. È la dimora abituale di Bhriga, un Prajapati (Progenitore) ed un Rishi, uno dei sette che si dice siano coesistenti con Brahma. Quando sopraggiunge il Mahapralaya, gli abitanti dello Svar Loka (la sfera superiore perturbata dalla deflagrazione), cercano rifugio assieme ai Pitri, ai Manu, ai Rishi, ed ai vari ordini di Spiriti e di Dei, nel Mahaloka. Questo è un piano nel quale risalgono i Progenitori, dopo aver proiettato le loro Ombre e fatto l'Uomo di Etere. Essi discendono dal Mahaloka periodicamente, quando il mondo viene rinnovato per dare origine a nuovi uomini. Una comprensione migliore del fenomeno si potrebbe avere studiando la teoria dei Lokas e dei Talas, ma non è questa la sede migliore.

KASHYAPA

 
(San.) - Un Saggio dell'epoca Vedica, il più prolifico di tutti i creatori che, secondo l'Atharva Veda, è "l'auto-generato che nacque dal Tempo". Essendo inoltre il padre degli Aditya (i figli del sole) il cui capo è Indra, Kashyapa è anche il progenitore dei serpenti, dei rettili, degli uccelli e delle altre creature che camminano, strisciano o volano. Figlio di Marichi, nato dalla mente di Brahma, divenne padre dei Naga. Sua moglie era Kadru e da lei uscirono i Serpenti che andarono a popolare Patala. Con Tamura è il progenitore degli uccelli, e con altre dieci mogli ebbe una progenie numerosa e differenziata. Il suo nome significa "tartaruga" e per questo motivo si dice che tutte le creature discendano dalle tartarughe. Egli è l'Autogenerato, sul quale grava la maggior parte della creazione, è uno dei sette Rishi, mentre esotericamente rappresenta il Tempo e lo Spazio, i due aspetti dell'Uno inconoscibile. È il progenitore di Indra e di Vaivasvata Manu, padre di Aruna (padre di Giatayu), di Garuda e di Kapila.

INCA

 
(Ame.) - Presso gli antichi Peruviani, il termine significava "re", principe di stirpe reale, e servì anche a designare i sudditi degli incas di un piccolo clan della regione di Cuzco che, a partire dal secolo XIII d.C., si impose progressivamente alle popolazioni limitrofe giungendo a costituire nella regione delle Ande centrali un ampio Impero detto TAHUANTISUYU. Nella persona dei sovrani di questo stato si riuniva la suprema autorità politica e militare, ed anche religiosa, in quanto il sovrano era considerato discendente del Sole, divinità preminente nell'impero incaico. Si trattava di un popolo che aveva raggiunto un elevato livello culturale. I Peruviani sostengono che gli Incas, in numero di sette, hanno ripopolato la terra dopo il diluvio. Ma sette erano anche i Titani, i Cabiri, i Rishi, i Manu, ecc.; l'analogia invita ad una profonda riflessione, ancor più se si considera che le rovine della civiltà degli Incas, presentano molte similitudini con i resti ciclopici dei Pelasgi in Italia ed in Grecia. Il nome dato agli dei creatori nella teogonia Peruviana e, in seguito, ai governatori del paese. All'inizio della Quinta Razza Radice essi appartenevano ad una dinastia di re divini, come quelli dell'Egitto, dell'India e della Caldea.

GENII

 
(Lat.) - Entità altrimenti dette Demoni, Deva, Dhyan Chohan, Chitkala, Kwan-Yin, ecc. Ve ne sono molti, diversi fra loro, tanti quanto le stelle. Ed ogni stella ha i propri geni, buoni e cattivi. Essi sono presenti in tutte le cose del mondo, prendendo ognuna in custodia non appena nasce. Cambiano continuamente girando in cerchio, attraverso il corpo permeano due parti dell'anima affinchè essa possa ricevere da ciascuna l'impronta della sua energia. Ma nè i Geni, nè gli Dei, hanno potere alla presenza di un solo raggio di Dio. Per i Babilonesi erano una classe di Spiriti inferiori a quella degli Anunaki, gli Angeli della Terra. Gli antichi sacerdoti li consideravano inferiori agli Dei, ma superiori ai Manu. Secondo Platone, Saturno, che amava l'umanità, pose a governarla non re o principi mortali, ma Spiriti e Geni di natura divina, superiore a quella dell'uomo. Secondo gli Gnostici, un nome per gli Eoni, o angeli. Legione è semplicemente il nome per le loro gerarchie e categorie.

PISACHA

 
(San.) - Nei Purana sono i folletti ed i demoni creati da Brahma. Nel folklore dell'India Meridionale sono fantasmi, demoni, larve e vampiri - generalmente femminili - che ossessionano gli uomini. I resti in disfacimento dell'essere umano in Kamaloka, come gusci ed Elementari. Classe di Lemuri, o geni elementari di specie inferiore. Geni malvagi dell'antica mitologia indù. Nella letteratura vedica sono rappresentati come peggiori dei Rakshasa. Nel Maha-bharata, la loro origine è collegata con quella degli Asura e dei Rakshasa, e risale al Dio creatore, Brahma. Altre origini sono loro assegnate nel Codice di Manu e nei Purana. Pishacha è anche il nome di un demone femminile, figlio di Daksha (un figlio di Dio !), dea madre di tutti i pishacha. Nella successione discendente delle entità, i Pishacha occupano il quarto posto: Dei, Uomini, Gandharva, Pishacha, Asura, Rakshasa. La superstizione popolare chiama pishacha anche le larve ed i vampiri che essa pensa perseguitino gli esseri umani.

NOÈ

 
(Eb.) - Nella narrazione biblica, è il decimo patriarca, primo della seconda età del mondo, figlio di Lamech. Il suo nome significa "riposo" ed egli è il protagonista del Diluvio universale, durante il quale Dio lo designa salvatore del genere umano e di quello animale; ebbe tre figli (Sem, Cam e Jafet), visse 950 anni (al tempo del Diluvio aveva 600 anni), piantò la vite, fece il vino e si ubriacò. Noè è l'equivalente del babilonese Xisuthros, del sumerico Ziusudra, di quell'Utnapishtim che si trova nell'epopea di Gilgamesh. La figura di Noè, come simbolo dell'anima del defunto, è spesso rappresentata nelle pitture delle catacombe, orante, nell'atto di uscire dall'arca, che è una semplice cassa con il coperchio alzato. Tale motivo è frequente anche su alcuni sarcofagi. Esotericamente, la figura di Noè acquista una luce diversa. Dopo il diluvio, Noè libera un corvo nero, simbolo del Pralaya cosmico; a seguito di ciò, ha inizio la vera creazione ed evoluzione sia della Terra che dell'Umanità. Noè è l'uomo nuovo della nostra razza, il cui prototipo è Vaivasvata Manu. Noè che lascia l'Arca è l'Uomo che lascia la Matrice, l'Utero. Nella Cabala, Jehovah, Adamo e Noè sono una sola persona. La stessa storia del diluvio sembra non sia vera; alcune religioni hanno tratto spunto da inondazioni locali per creare il loro Noè ed i fatti ad esso collegati. Più importante, invece, è rilevare che gli animali, contrariamente a quanto si creda, non furono salvati a coppia, ma sette per ogni tipo: il motivo è semplice ! Agruero è Crono, o Saturno, ed è il prototipo del Jehovah israelitico; esso è in relazione con Arga, la Luna, o Arca della Salvezza, pertanto, mitologicamente, Noè è tutt'uno con Saturno. Se le acque del diluvio vengono assunte come emblema della Luna, o principio femminile, Noè che vi galleggia sopra è il simbolo dello Spirito che cade nella Materia; e piantare una vigna, fare il vino, berne fino ad ubriacarsi, significa solo che lo Spirito, sempre più imprigionato nella materia, ne rimane intossicato. Facendo i dovuti paralleli fra i racconti di Diluvio delle varie tradizioni, scopriamo che Noè è uguale a Xisuthrus (il grande padre dei Thlinkithiani), a Vaivasvata, a Deucalione, a Yima, Peirun, Belgame, ecc. E sorge il sospetto che, essendo tali tradizioni successive alla scomparsa di Atlantide, le leggende siano nate proprio dal grande cataclisma che sommerse il famoso continente. Ma qualcuno obietta che Noè non era un atlantiano; se lo fosse stato, doveva essere un gigante, ed il Genesi questo non lo dice. Ed anche un'altra ipotesi si è fatta strada: la storia di Noè e del Diluvio potrebbe far parte dei Misteri di Samotracia, ove si parla di Saturno (Kronos) Sidico e dei suoi figli. Gli Israeliti si limitarono a copiare, insegnando l'arte del plagio alle religioni successive. Se le ipotesi formulate sono tutte false, allora non rimane che pensare a Noè come ad un mito. Bryant ha tentato di dimostrare che Noè è lo stesso che Melchisedec, o Padre Sadik, o Crono-Saturno. Noè sarebbe l'uomo giusto, Melchisedec il suo duplicato di più alto ordine. Skinner nel suo "Origine delle Misure" legge Noè ed il Diluvio come una successione di fatti astronomici. Una interpretazione del Libro dei Numeri permetterebbe di vedere in Noè-Xisuthros la Terza Razza con i sessi separati, e nei tre figli le ultime tre sottorazze. L'Arca è considerata simbolo di Nuah, la Madre Universale. Alla luce di una lettura teogonica del Genesi, Noè sarebbe la permutazione della Divinità, allo scopo di formare la nostra Terra, la sua popolazione ed ogni forma di vita che è su di essa. Molto interessante, anche, la similitudine con Rudra che, al risveglio dopo il Pralaya, beve le acque del Diluvio attraverso i Sette Raggi del Sole, che si dilatano poi in Sette Soli, dando fuoco a tutto il Cosmo. E continuiamo con il Sette. I sette antichi libri rubati da Cam nell'arca di Noè e dati a suo figlio Cus e le sette colonne di Cam e Ceiron, sono un riflesso ed il ricordo dei sette Misteri primordiali istituiti secondo le "Sette Emanazioni Segrete", i Sette Suoni, i Sette Raggi. Tutti questi sono i modelli spirituali e siderali delle settemila volte sette loro copie fatte nel corso degli eoni seguenti. Il Diluvio di Noè è quasi certamente astronomico ed allegorico, non mitico, giacchè è una storia basata su antichi resoconti di uomini, o di nazioni, salvati durante cataclismi vari, su canoe, arche, navi, ecc.

PRIYAVRATA

 
(San.) - Nell'Induismo exoterico è il nome del figlio del Manu Swayambhuva. In Occultismo è la designazione occulta di una delle razze primordiali. Nel Vishnu Purana si racconta dei sette figli di Priyavrata ai quali il padre assegnò i sette dvipa (continenti o isole) in cui aveva suddiviso il mondo. I figli, a loro volta, procedettero ad ulteriori spartizioni per i loro numerosi figli. Anche in questo casi si tratta di un'allegoria; potrebbe riferirsi ai sette globi della catena planetaria, con suddivisioni ulteriori in Ronde, Razze, Sottorazze, ecc., oppure di nebulose sparse nell'universo, o di altre misteriose suddivisioni. È da escludere il riferimento ad Atlantide ed alle sue supposte sette isole. I nomi delle sette partizioni sono: Jambu, Plaksha, Shalmala, Kusha, Krauncha, Shaka, Pushkara.
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