Glossario

Glossario

Vai alla Bibliografia

VIRGOLA

 
(Eso.) - Il posto della virgola era importante sia nella lingua e numerazione greca: la virgola posta in alto o in basso accanto ad una vocale stava ad indicare se doveva essere aspirata o meno; posta in alto a destra della lettere lasciava intatto il valore del numero corrispondente, messa in basso sulla sinistra lo moltiplicava per mille. Esotericamente, la virgola in alto è lo Spirito superiore, o forte, lo spirito di Dio , aspirato e respirato dall'uomo. La virgola in basso, invece, è lo Spirito inferiore, o morbido, quello secondario. .Entrambi abbracciano l'uomo, fornendogli il fluido vitale, la vita, e stanno a rappresentare la quintessenza universale. Con riferimento alla filosofia orientale, possiamo dire che lo Spirito superiore è Atma, mentre quello inferiore è Buddhi: il primo è lo Spirito divino, il secondo è il suo veicolo, l'Anima spirituale.

VIROCANA

 
(San.) - Letteralmente significa "il Risplendente", rappresentante degli Asura che, assieme ad Indra, si mise alla ricerca dell'Atman.

VIRTÙ

 
(Fil.) - All'origine, il termine non era limitato all'agire dell'uomo, ma serviva a dare attributo di eccellenza ad una qualche qualità. Nella concezione classica della vita, la virtù consisteva sì nella forza d'animo ma anche nella vigoria fisica. Machiavelli chiama "virtù" la capacità di dominare le circostanze in funzione dei propri scopi, indipendentemente dai giudizi morali e religiosi sui mezzi adoperati. Il concetto sarà poi ripreso da Nietzsche che lo trasformerà in "volontà di potenza" contrapposta all'ascetismo delle menzognere virtù cristiane. Per i Greci, "arete" era capacità, attitudine, valentia; nella concezione umanistico-rinascimentale, la virtù era la capacità dell'individuo a tradurre in atto il proprio volere, anche contro la fortuna. Nel significato comune, la virtù è lo abito naturale che porta a fuggire il male ed a fare il bene, perseguito questo come fine a sè stesso, fuori da ogni considerazione di premio o castigo. Per i cattolici, la virtù è l'abito operativo mediante il quale si vive rettamente. Essi hanno una infinità di virtù: cardinali (prudenza, giustizia, temperanza, fortezza), intellettuali, morali, naturali od acquisite, infuse o inspirate da Dio, teologali, ecc. Nell'uso letterario, la virtù è la forza perseverante e consapevole per cui l'individuo opera al conseguimento di un fine resistendo alle avversità della fortuna o della sfortuna. Per i Romani, la virtù era una divinità allegorica personificata, figlia della Verità. Aveva le ali, come emblema di gloria e di onore, l'aspetto di una matrona vestita di bianco, seduta sopra una pietra quadrata; in certe medaglie la si vede con il braccio sinistro appoggiato ad una colonna ed un serpente nella mano destra. Luciano descrive la virtù dei suoi tempi (ed andrebbe bene anche per i nostri) come una donna mesta ed addolorata, coperta da pochi stracci, assai malamente trattata da tutti.

VIRYA

 
(San.) - L'intrepida energia che combatte per aprirsi la via verso la Verità; un'altra delle sette Paramita. È l'energia virile, la forza, la gloria che appartengono alla energia vitale, sinonimo degli spiriti vitali, che si possono ritrovare solo attraverso l'atman.

VISAP

 
(Pah.) - Antiche statue monolitiche a forma di pesce, alte fino a 5 metri, presenti in molte parti dell'Asia. Si pensa siano antiche divinità della fertilità, protettrici della pastorizia e dell'agricoltura. Altri pensano che si tratti di un mostro marino, in qualche modo venerato o esorcizzato.

VISCHIO

 
- Arbusto alto di norma fino a 50 centimetri, della famiglia delle Lorantacee, parassita sui rami di circa 200 specie di piante legnose, soprattutto Rosacee, Salicacee, Aceracee e Pinacee. Assorbe dal legno dei rami l'acqua ed i sali nutritivi che la pianta ospite ha a sua volta tratto dal terreno. Le sue foglie sono opposte e coriacee, persistenti, ha fiori piccoli e gialli, bacche uniseminate, rotonde, bianche, con mesocarpo vischioso. Dotato di qualità curative e fecondatrici, è ritenuto un portafortuna e regalato a Natale come augurio per l'anno nuovo. Questa curiosa pianta, che cresce solo come parassita su altri alberi, quali il melo e la quercia, in molte religioni antiche era una pianta mistica, particolarmente nella religione dei Druidi Celti; i loro sacerdoti tagliavano il Vischio con un gran cerimoniale, in certe stagioni, e solo con un falcetto d'oro particolarmente consacrato. Hislop suggerisce una spiegazione religiosa per la quale il Vischio, essendo un Ramo che ha origine da un albero-Madre, era adorato come un Ramo Divino che ha origine da un Albero Terrestre, l'unione dell'umanità con la divinità. Il suo nome in tedesco significa "guarisce tutto"; era considerato la vita della quercia, il segno della sua sacralità. Presso gli antichi Germani l'importanza del vischio emerge con il mito di Baldr che, invulnerabile alle armi, viene ucciso con un ramo di vischio. I Romani lo collegavano alla Dea Fortuna che, per tale motivo, chiamavano Viscata. Notevole la descrizione sull'argomento fatta da Frazer nella sua opera "Il Ramo d'Oro". Il vischio è il luperax dei Caldei, l'elixena dei Greci; collocando un ramo di vischio con un'ala di rondinella attaccata, secondo la magia popolare, tutti gli uccelli che si trovano nel raggio di qualche chilometro verranno a posarvisi sopra.

VISH

 
(San.) - Letteralmente significa "insediamento" ed è il nome collettivo della casta Vaisya. È anche la radice del nome di Vishnu.

VISHISHTADVAITA

 
(Ind.) - Scuola di filosofia indù, dualistica ed antropomorfa, che si contrappone alla Advaita, la scuola non dualistica.

VISHNU

 
(San.) - La seconda persona della Trimurti (trinità) Indù, composta da Brahma, Vishnu e Shiva, la forza che sostiene l'Universo, e quindi il suo Preservatore. Dalla radice vish, "pervadere". Nel Rig-Veda, Vishnu non è un dio supremo, ma semplicemente una manifestazione dell'energia solare, che "percorre le sette regioni dell'Universo in "tre passi" e avvolge tutte le cose con la polvere (dei suoi raggi)". Quali che possano essere gli altri sei significati occulti di questa affermazione, ciò si riferisce alla stessa classe di tipi come i sette e i dieci Sefirot, come i sette e i tre orifizi dell'Adam Kadmon perfetto, come i sette "principi" e la triade superiore nell'uomo, etc. etc.. In seguito, questo tipo mistico diventa un grande dio, il preservatore e il rinnovatore "dalle migliaia di nomi - Sahasranama". Vishnu è uno dei due grande Dei della bhakti, colui che, per il suo rapporto originario con il sacrificio vedico, resta il più legato all'ortodossia. Fino ad oggi gli vengono attribuite nove apparizioni, sotto forme diverse, e si è in attesa della decima. La tradizione indù lo immagina immerso nel sonno, in un mare di latte, sopra un serpente dalla cinque teste; qualcuno afferma che le sue apparizioni siano state dieci e ne rimangono solo due prima che la manifestazione venga riassorbita. Nel Rig Veda, egli è armato del disco forgiato da Tvastar e con l'eccedenza della luce solare uccide numerosi demoni, accompagnando anche Indra nelle sue più pericolose imprese. Le Upanishad medie e tarde presentano Vishnu come Uomo Cosmico, simbolo immediato del Brahman. Dal suo culto sono nate numerose sette, caratterizzate dall'ardente devozione verso la sua persona; queste sette, di forte impronta gnostica, hanno dato luogo a scuole di pensiero e ad esegeti del pensiero vedantico. Esiste anche traccia di una forma avanzata di sincretismo fra il culto di Vishnu e quello di Shiva. Brahma-Vishnu è lo Spazio infinito nel quale i Rishi, gli Dei, i Manu e tutto ciò che esiste in questo universo sono semplici Potenze. Sotto l'aspetto della "pervasione", Vishnu è identico a Fohat. Nel Vishnu-Purana si dice che egli (causa della emancipazione finale, della creazione, dell'esistenza e della fine di questo mondo), sotto forma di energia attiva, non si leva nè tramonta, è contemporaneamente il settuplice Sole, ed è distinto da esso. Vishnu è il Soffio dell'Assoluto, lo Spirito di Dio che si muove sulle Acque del Caos, il Grande Abisso dello Spazio infinito. Egli è solo la causa ideale delle potenze da creare nel lavoro della creazione; da lui procedono le Potenze che debbono essere create, dopo che son diventate la causa reale. Nei Purana, Vishnu è il primo Logos (il Creatore ideale), mentre Brahma è il secondo Logos (il Creatore pratico): il primo è il manifestante dal quale nasce il secondo manifestato. Vishnu è il Divino, il Primo degli Esseri, la Divinità nello Spazio e nel Tempo, il Dio particolare di Vaishnava. Come Jehovah, Vishnu è il difensore ed il campione degli Dei sconfitti, operando contro i Demoni secondo il principio del fine che giusitifica i mezzi. Talvolta viene presentato come Hari, armato di scudo, disco e mazza, mentre come Mayamoha (forma illusoria) inganna o uccide i Daitya. Altra volta è Purusha che entra in Prakriti, lo Spirito che feconda la Materia, precedendo le figurazioni falliche della Bibbia. Nara bisessuato (Vishnu e Lakshmi) è rappresentato su una foglia di loto galleggiante sull'acqua, che risale in semicerchio e si riversa attraverso la svastika, la sorgente della generazione, il punto dal quale l'uomo discende. Vishnu, quando diventa il Sole, è il simbolo visibile della Divinità impersonale. Shesha-Ananta è il suo serpente dalle mille teste, che vive in Naraka, l'Inferno degli Indù. Ma Ananta-Shesha è una forma di Vishnu, è lo Spirito Santo della conservazione, un simbolo dell'Universo sul quale Vishnu dorme durante l'intervallo dei Giorni di Brahma (i Pralaya maggiori) e con le sue sette teste sostiene l'Universo. Brahma-Vishnu-Shiva sono le più potenti energie del Dio neutro Brahman. Nell'Era Krita (la Prima), Vishnu, sotto forma di Kapila ed altri istruttori ispirati, insegna la vera saggezza all'umanità. Nell'Era Treta (la Seconda), Vishnu, sotto forma di un monarca universale, reprime i cattivi e protegge i tre mondi (le tre razze). Nell'Era Dvipara (la Terza), Vishnu, nella persona di Vyasa, divide il Veda in molte parti e lo dona all'umanità. Nell'Era Kali (la Quarta), Vishnu, sotto forma del Serpente dalle molte teste (i quaranta famosi figli di Kashyapa), continua la sua opera filosofica a favore dell'umanità; l'insegnamento avviene attraverso gli Avatara. Per quanto riguarda i nostri tempi, Krishna è l'ultima incarnazione di Vishnu. L'Arca della Salvezza di Vaivasvata Manu, che salva l'Umanità ed i semi della Natura dal diluvio, è in realtà condotta da Vishnu sotto forma di un pesce mostruoso; ma l'Arca è la Saggezza, il Diluvio è il Caos, l'Acqua il principio femminile, Vishnu lo Spirito divino, datore e conservatore di Vita. La figura del Pesce lega in qualche modo Vishnu a Gesù. In India si dice: "La Saggezza giace nascosta sotto il riparo di colui che poggia sul Loto d'Oro (Padma) che galleggia sull'acqua". Il loto emerge dall'ombelico di Vishnu, e quindi, Vishnu è la Saggezza. L'ombelico di Vishnu è il punto centrale delle Acque dello Spazio Infinito dal quale emerge il Loto che sorregge Brahma, l'Universo. Nei Purana si dice che la dimora celeste di Vishnu è Shveta Dvipa, l'Isola Bianca. L'allegoria di Krishna, Sole (Vishnu) incarnato, Dio solare che uccide Div-Sefid, il Diavolo Bianco, può essere letta come il sole che scioglie le nevi. Il Chakra, o cerchio o disco, di Vishnu è il simbolo della circolazione, della rotazione, della periodicità, del ciclo del tempo. Vishnu usa quest'arma per lanciarla contro il nemico ed ucciderlo (il tempo uccide ogni cosa). Garuda, il Grande Ciclo, il Maha Kalpa, è coetaneo di Vishnu manifestato, perchè comincia con l'inizio del Giorno di Brahma (il risveglio di Vishnu) e finisce con l'inizio della Notte di Brahma (Vishnu che si addormenta su Shesha-Ananta). Vishnu è il Dio del Principio umido e dell'Acqua, e come tale ha per simbolo il triangolo equilatero rovesciato. E poiché egli ha dato l'Acqua (Nara), il suo nome è anche Narayana, ossia le Acque in movimento. Vishnu, come Narayana, è detto anche Idas Pati (Maestro delle Acque) e corrisponde al greco Nettuno, o Poseidone. Jehovah-Binah-Elohim è il capo e la sintesi degli Elohim, come Agni-Vishnu-Sole è la sintesi dei Sette Raggi, il capo o il fuoco, donde emanano sia il fisico che il metafisico. Manu, Rishi Indra, i Re divini, sono solo il Potere di Vishnu, che penetra ed attiva la Materia; da qui il nome del Dio, come energia che pervade l'Universo. Vishnu è TUTTO, ciò che è e ciò che non è, non è sostanza ma causa della sostanza, non è ciò che vediamo ma ciò in cui si trova ciò che vediamo: lo Spazio. I suoi Tre Passi sono i tre Rajamsi, ossia i tre movimenti occulti dei quali il più alto, in salita, viene compiuto verso il mondo più alto, il cielo. Vishnu rappresenta la manifestazione verso il basso di Mahat, l'Intelligenza Universale.

VISHNU

 
-PURANA (San.) - Uno dei Testi più importanti di quel grande libro che sono i Purana vishnuiti, forse perfino anteriore al Bhagavata Purana.
Vai alla Bibliografia