Glossario

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UPASIKA

 
(San.) - Chela femmine, o devote. Femminile di Upasaka. Ad esempio, H.P.Blavatsky era un discepolo dei Mahatma i quali, rivolgendosi a lei, la chiamavano Upasika.

UPASRUTI

 
(San.) - Secondo gli Orientalisti una "Voce soprannaturale che si ode la notte e che rivela i segreti del futuro". Secondo la spiegazione dell'Occultismo, la voce di qualsiasi persona distante - generalmente versata nei misteri degli insegnamenti esoterici, o un adepto - che sia dotata del dono di proiettare sia la sua voce che l'immagine astrale ad un'altra qualsiasi persona, indipendentemente dalla distanza. L'Upasruti può "rivelare i segreti del futuro", o può solo informare la persona alla quale si rivolge; tuttavia esso sarà ancora un Upasruti - il "doppio" o l'eco della voce di un uomo o di una donna mortali.

UPEKSHA

 
(San.) - Letteralmente "Rinuncia, indifferenza, disprezzo". Nello Yoga è uno stato di indifferenza assoluta ottenuta con l'auto-controllo, la padronanza completa sui propri sentimenti, mentali e fisici, e sulle sensazioni.

UPU LANITO

 
(Ori.) - Nome dell'Essere Supremo degli isolani di Ambon (Molucche), analogo ad Upu Langi di Ceram, con lo stesso significato di "Signore del Cielo". È intimamente legato alla grande divinità femminile Upu Ume (Signora Terra). Il carattere di coppia ierogamica ha il suo momento culminante nel fatto che le due divinità sono talvolta invocate con il nome Aamina Lanito (Padre e Madre Cielo), e nei giuramenti con il nome conciso di Upu Lanito come "Signore Cielo-Terra".

UPUAUT

 
(Eg.) - Dio egizio il cui nome significa "battistrada". È rappresentato come un lupo, con carattere talvolta guerriero, altra volta funerario. Appartiene al ciclo osiriaco.

UPUPA

 
(Occ.) - Uccello grosso come un tordo, con un ciuffo di penne in capo di color lionato, con becco lungo e sottile, ali e coda bianche e nere, così chiamato per il suo verso Up-up. La magia popolare fa largo uso di questo animale. Chi porta addosso gli occhi dell'upupa, ingrassa; chi si mette gli occhi dell'upupa sullo stomaco si riconcilia con i nemici; chi porta appesa al collo una borsetta contenente la testa di un'upupa, non potrà mai essere ingannato negli affari. Come sempre, provare per credere !

UR

 
(Cal.) - Termine derivato dal valore fonico u-r, presente nel caldaico e nel runico, con il significato nel primo di "fuoco" e nel secondo di "toro" e poi di "ariete". Ur è anche il nome di una antica città sumerica, la sede principale del culto lunare, corrispondente all'attuale al-Muqay-yar, scavata da Woolley. Già abitata nel IV millennio prima dell'era moderna, fu distrutta da una piena dell'Eufrate; ricostruita, tornò in pieno splendore nel III millennio. Fu sottomessa da Lagash e poi dalla dinastia sargonica; continuò a vivere sotto l'impero babilonese e quindi sotto quello persiano, per scomparire definitivamente nel IV sec. a.C. Il culto di questa città aveva nella luna la maggiore divinità; da qui Abramo portò il dio Ebraico, tanto inestricabilmente connesso alla luna come divinità creativa e generatrice. In Ur si praticava anche il rito dell'inumazione collettiva, mentre i Re erano sepolti in tombe a volta, assieme alla servit' e ad animali. Restano alcune costruzioni imponenti, come lo Ziq-qurath ed il Tempio di Nanna, il Dio della Luna.

URAEUS

 
(Gr.) - In egiziano Urhek, un serpente e un simbolo sacro, l'equivalente del naga indù. È l'emblema del fuoco cosmico ed incorona Noo (o Noot) che esce dall'acqua primordiale. Alcuni vedono in esso un cobra, mentre altri dicono che sia un'aspide. Cooper spiega che "l'aspide non è un 'uraeus', ma un 'cerastes', o un tipo di vipera, cioè una vipera fornita di doppie corna. È il serpente reale, che indossa il pschent ... il naya haje". L'uraeus è "attorno al disco di Horus e forma l'ornamento del copricapo di Osiride, oltre a sovrastare la fronte di altre divinità" (Bonwick). L'Occultismo spiega che l'uraeus è il simbolo della iniziazione e anche della saggezza nascosta, come il serpente rappresenta sempre. Gli dei erano tutti patroni degli ierofanti e dei loro istruttori.

URAGA

 
(San.) - I Naga (serpenti) che dimorano in Patala, il mondo più basso o l'inferno, secondo il pensiero popolare; gli Adepti, i Supremi Sacerdoti e gli Iniziati dell'America Centrale e Meridionale, conosciuti dagli antichi Ariani; dove Arjuna sposò la figlia del re dei Naga, Ulupi. Il Nagalismo, o culto del Naga, permane oggi a Cuba e ad Haiti; e il Woodoo, la sua principale derivazione, ha attecchito a New Orleans. Nel Messico i più importanti "stregoni", gli "uomini di medicina", ancora oggi sono chiamati Nagal; proprio come migliaia di anni fa i Supremi Sacerdoti Caldei ed Assiri erano chiamati Nargal, essendo i capi dei Magi (Rab-Mag), carica ricoperta per un certo periodo dal profeta Daniele. Il termine Naga, "serpente saggio", è diventato universale, perchè è una delle poche parole che sono sopravvissute alla distruzione del primo linguaggio universale. Nell'America del Sud, come pure in quella Centrale, gli aborigeni usano questa parola dallo stretto di Behring giù fino all'Uruguay, dove essa significa un "capo", un "istruttore", e un "serpente". La vera parola Uraga può aver raggiunto l'India ed esservi stata adottata attraverso i suoi collegamenti in tempi preistorici, con l'America del Sud e lo stesso Uruguay, poiché il nome appartiene al dialetto Indiano dell'America. L'origine degli Uraga, per quanto ne sanno gli Orientalisti, può derivare dall'Uruguay, poiché lì vi sono su di essi leggende che pongono i loro antenati, i Naga, in Patala, gli Antipodi o America.

URANIA

 
(Mit.) - Una delle nove Muse, rappresentata con le sembianze di una giovane donna con veste azzurra, coronata di stelle, che sostiene il globo celeste con due mani, oppure reca un bastone in una mano ed il globo nell'altra. Ha attorno a sè diversi strumenti di matematica, soprattutto il compasso.
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