Glossario

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TENRI

 
-KYO (Gia.) - In giapponese Kyo=Dottrina, Ri=Ragione, Ten=celeste, quindi "Dottrina della ragione celeste". Formazione religiosa appartenente al Kyoha Shinto (Scinto delle Sette), avente carattere sincretistico. Ha un fondatore (Nakayama Miki), una data di fondazione (1839), una dottrina soteriologica, spirito proselitistico: è la setta più antica. Caratterizzata da pratiche magico-religiose arcaiche (estasi, danze estatiche, attività oracolari, ecc.), elaborò una propria teologia sommando al quadro shinto-buddhistico, elementi del confucianesimo e del cristianesimo. Il rapporto del fedele con la divinità è informato a grande fiducia nella misericordia divina; viene esercitata la confessione dei peccati, resa dal penitente davanti alla comunità.

TENSIO

 
-DAI-SIN (Gia.) - Nell'antico Giappone, era il nome di una divinità della religione shintoista.

TENTAZIONE

 
(Rel.) - Uno stato psichico riconosciuto come negativo da quasi tutte le religioni, considerato come un adescamento con false promesse per far commettere azioni peccaminose. La teologia cattolica intende, con questo termine, la prova cui l'essere libero viene sottoposto per conoscerne la capacità di sottostare alla Legge morale e religiosa, sia lo stimolo, o invito, a compiere azioni moralmente cattive. Il più grande tentatore è, per definizione, il Diavolo ma, secondo i più, Satana è un ottimista se crede di poter far diventare gli uomini più cattivi.

TEOCALLIS

 
(Azt.) - Presso le popolazioni azteche, con questo nome si indicavano i luoghi di culto.

TEOCRASIA

 
(Rel.) - Fusione di divinità, particolarmente presente nelle religioni politeistiche. In Egitto, ad esempio, Osiride assorbe Ptah, Dio supremo di Menfi, che a sua volta si era fuso con Sokaris. Ammone si identifica con Ra e poi anche con Osiride. In India, Indragni è la fusione di Indra ed Agni; in Grecia, Giove Dolicheno non è il Giove dei Romani nè il Baal di Doliche, ma una figura sincretica. La Teocrasia può essere un prodotto spontaneo, ma anche il frutto di una speculazione teologica, oppure un atto di politica religiosa (il sopravvento di una città su un'altra determina il sopravvento delle sue divinità su quelle della città assoggettata).

TEOCRAZIA

 
(Pol.) - Forma di governo in cui la sovranità è teoricamente esercitata dalla divinità. Si hanno due forme principali di teocrazia: Uomini particolari (profeti, sacerdoti, re-sacerdoti) che pretendendo di conoscere meglio di altri la volontà del Dio o degli Dei, governano il popolo secondo la Legge divina. Ebraismo ed Islam ne sono gli esempi più evidenti. Ancor più netta è la situazione in Tibet, dove il Dalai-Lama esercita la funzione di sovrano; Dinastie ereditarie, come i Faraoni d'Egitto, dove il Re era considerato figlio, oltre che del padre naturale, anche del Dio sotto la cui ispirazione governava. Forme simili sono anche le dinastie imperiali cinesi e giapponesi. La teocrazia era già presente nelle civiltà primitive dove la regalità era sempre connessa con il divino, condividendone le sorti nel bene e nel male.

TEODICEA

 
- "Diritto divino", cioè il privilegio di un Dio, del tutto misericordioso e giusto, di far soffrire l'innocente, dannare i predestinati, rimanendo tuttavia una Divinità d'amore e di giustizia : teologicamente, un mistero. Leibniz la intende come "giustificazione di Dio rispetto al problema del male nel mondo e del libero arbitrio umano"; Kant la definisce "difesa della suprema saggezza dell'autore del mondo contro chi lo accusa in nome di quanto in esso appare di negativo". Ma si tratta di inutili tentativi, poiché il problema della condizione umana rispetto a Dio, creatore ed ordinatore del mondo è tuttora irrisolto. L'esigenza di una giustificazione della divinità e del suo operato sorge soprattutto nelle religioni che hanno un concetto etico della divinità, oltre che religioso. Già i popoli primitivi vedevano nell'Essere Supremo un datore di bene e di male, e miti successivi hanno preteso di introdurre il male non come opera di Dio, ma come turbamento dell'ordine iniziale. In qualche caso tale turbamento diventa un peccato originale da cui scaturisce una trasformazione dell'essere divino in umano, con conseguente tormento esistenziale e morte. Presso certi popoli si sviluppa un dualismo nel quale l'Essere Supremo lotta contro un eroe che intralcia la sua opera; I Greci la bontà è degli Dei, la cattiveria degli uomini; nelle religioni sorte da esigenze etiche, il dualismo è radicale: Ormadz ed Arimane, ad esempio; in India il male è identificato con la stessa esistenza umana per cui, prima ce se ne libera meglio è. Gli antichi Ebrei attribuivano il male esclusivamente agli uomini, ma le sofferenze di Giobbe, uomo timorato e giusto, non potevano essere spiegate ed allora ecco la soluzione: "la finitezza dell'intelletto umano non può comprendere l'incommensurabilità del pensiero divino". Si inventa l'escatologia: il male dei cattivi sarà punito, il male dei buoni è necessario per dare loro la beatitudine eterna. Il cristianesimo risolve il problema del male e del peccato con la figura di Gesù Cristo, il Salvatore, che con la sua incarnazione porta la grazia al genere umano. Per S.Agostino, il male è un "non-ente" (forse per quanti stanno a guardare) ed è estraneo alla Natura (come dire che quanti subiscono il male vengono trasferiti temporaneamente in altra dimensione). A facilitare la comprensione, il male viene suddiviso in fisico, morale e metafisico: il primo è fonte di beatitudine, il secondo spiana la strada verso l'inferno, il terzo è misterium magnum. Crediamo di concludere con un ragionamento semplice: se Dio è l'Assoluto ed autore di tutte le cose, il male è una sua creazione. Quanto poi a capire perchè lo abbia creato, questa è altra cosa, a tutti ignota, sulla quale ciascuno può pronunciarsi come meglio crede.

TEODORETO

 
(Gr.) - Antiochia 393, Ciro 458. Vescovo e scrittore ecclesiastico di lingua greca, educato in un monastero, fu eletto vescovo nel 423 a Ciro. Scoppiata la controversia di Nestorio, aderì alla causa dell'eresiarca e lo difese contro Cirillo ed il Concilio di Efeso. Sottoscrisse nel 434 la Formula di Unione, pare da lui stesso preparata, e combattè l'eresia di Entiche. Deposto e cacciato nel 449, ritornò poco dopo per intervento di papa Leone Magno. Partecipò al Concilio di Caledonia contro i Monofisiti, ove la sua dottrina venne riconosciuta ortodossa nonostante la condanna dell'eresia di Nestorio. Alcuni suoi scritti vennero condannati dal V Concilio di Costantinopoli. Scrittore di rara fecondità, reca nei suoi scritti una impronta personalissima derivante dalla sua varia e raffinata cultura classica. Lasciò scritti esegetici, polemico-dogmatici, apologetici e storici. Come esegeta egli si rifà alla scuola di Antiochia della quale Diodoro di Tarso e Teodoro di Mopsuestia furono i capi. Contro Cirillo e Dioscuro di Alessandria, egli sostenne che in Gesù Cristo si debbono distinguere die nature (ipostasi), che sono unite in una persone ma non amalgamate nella essenza. Scrisse una Storia Ecclesiastica, in cinque libri, ed ancora in cinque libri la Haereticarum Fabularum Epitome.

TEODORICO DI CHARTRES

 
(Fr.) - Filosofo e teologo francese vissuto nel XII secolo, fratello minore di Bernardo di Chartres. Ebbe il merito di introdurre accanto alla cultura umanistica, una nutrita cultura scientifica mediante la tradizione di testi greci ed arabi. Nell'opera Hexameron, egli avanza nuove interpretazioni della Bibbia, spiegando la nascita dell'universo con il ricorso ad una causa materiale, per cui la creazione divina si arresterebbe ai quattro elementi; la fabbrica del mondo, poi, procederebbe autonomamente, secondo la propria razionale struttura, riducibile al moto matematico di atomi o particelle elementari.

TEODORICO DI VRIBERG

 
(Ger.) - Filosofo e teologo tedesco vissuto nel XIII secolo, domenicano, cercò di conciliare la concezione emanatistica dell'universo con i principi della metafisica agostiniana e la psicologia aristotelica. Ne derivò un sistema eclettico, vicino alle posizioni di Avicenna, in contrasto con quelle di Tommaso d'Aquino. Originale il suo trattato sull'arcobaleno nel quale egli cerca di spiegare il fenomeno su basi geometriche, giungendo sino alla determinazione dell'ordine dei colori nel raggio rifratto e nello spettro solare.
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