Glossario

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SURABHI

 
(San.) - La "vacca dell'abbondanza", detta anche "la fontana di latte e del latte cagliato"; una creazione favolosa, una delle quattordici cose preziose prodotte dall'oceano di latte quando fu "sbattuto dagli dei". Una "vacca" che concede ogni desiderio al suo possessore.

SURADHIPA

 
(San.) - Il Capo degli Dei, decaduto da Gishnu; l'equivalente del S.Michele dei cristiani.

SURARANI

 
(San.) - Un appellativo di Aditi, la madre, o matrice degli Dei chiamati Sura.

SURASA

 
(San.) - Nei Purana, questo è il nome del padre dei potenti Draghi.

SURPA

 
(San.) - Il "Vagliatore".

SURTR

 
(Sca.) - Nella mitologia nordica, è il nome del Gigante del Fuoco, guardiano del mondo di Muspell, armato di una spada fiammeggiante ed invincibile. In qualche modo è collegato a Surtur.

SURTUR

 
(San.) - Nell'Edda, il capo dei fieri figli di Muspel. Nel mito scandinavo è il Genio distruttore, colui che, nel Crepuscolo degli Dei, passerà a cavallo assieme ai Geni del Fuoco, sul ponte del cielo, che poi sprofonderà nel Caos. Non è difficile individuare in questa visione della fine del mondo la visione indù del cataclisma che precede il pralaya.

SURUKAYA

 
(San.) - Uno dei "Sette Buddha", o Sapta Tathagata.

SURYA

 
(San.) - Il Sole, padre di Vaivasvata Manu, maestro di Asuramaya, adorato dai Maga e nei Veda. La progenie di Aditi (lo Spazio), la madre di tutti gli dei, il marito di Sanjna, la coscienza spirituale. Il grande dio figlio adottivo di Visvakarman, il Potere Creatore, il Grande Architetto del Mondo, detto anche Deva-Vardika, il Costruttore degli Dei, suo fratello-nella-legge, il creatore degli dei e degli uomini, e il loro "carpentiere"; questi lo crocifigge su di un tornio e, tagliando la ottava parte dei suoi raggi, priva la sua testa del suo fulgore creando attorno ad essa un'aureola scura. Sotto certi aspetti, Surya corrisponde ad Agni ed a Vishnu. Esotericamente, Surya rappresenta un mistero dell'ultima iniziazione, ed una sua raffigurazione allegorica. Nel Pantheon vedico, Surya è il Sole concepito direttamente come divinità. Il nome deriva dal sanscrito sul, poi elios in greco, ed infine sol in latino, il solus del cielo. Il termine è associato ad "occhio", ed infatti il Sole è chiamato l'occhio del Cielo, l'organo visivo del Dio Supremo celeste. Il momento saliente della presenza di Surya è il sorgere, quando nel mondo porta a compimento l'instaurazione del regime luminoso, che ha inizio per opera di Usas, sua sorella, l'Aurora. La solarità mitico-religiosa di Surya, che tuttavia ha un posto di scarso rilievo nella gerarchia religiosa exoterica, è simile a quella di Agni e di Mitra, ed anche di Savitar, che del Sole è una figura complementare. Shankara, il restauratore dell'ortodossia vedico-brahmanica, colloca Surya con Vishnu, Shiva, Durga e Ganesha a formare le cinque divinità oggetto di devozione quotidiana. Il carro di Surya, con il quale attraversa la volta celeste, nella leggenda popolare, è trascinato da sette cavalle, ciascuna a rappresentare un giorno della settimana. Il Dio Sole (che si fa derivare anche da svar che significa "luce, cielo") è il simbolo per eccellenza dell'intelligenza luminosa, che apre il varco al mondo superiore e "copre il volto del Vero". È figlio di Prajapati ed in quanto sintesi di energia creatrice, calorica e luminosa, ipostasi del brahman, centro occulto della persona umana, esso è nel cielo l'occhio degli altri due Aditya, Mitra e Varuna, come il senso dell'IO è al centro della coscienza umana. Nelle Upanishad, Surya è il simbolo dell'energia vitale dell'universo, il prana, che gli è generalmente ragguagliato, che si individua quale principio immortale dell'esistenza, di là del samsara. I Veda lo rappresentano come un giovane che passa per il cielo, in un carro trainato da quattro cavalli (le quattro direzioni geografiche) baj, oppure come un'aquila dorata, o una ruota fiammeggiante o un disco infuocato (chakra).

SURYA SIDDHANTA

 
(San.) - Un antico trattato Sanscrito sulla astronomia, il cui nome letteralmente significa "il perfetto trattato degli Dei solari". È la più antica opera astronomica del mondo.
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