Glossario

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SANKALPA

 
(San.) - Letteralmente significa "concetto, immaginazione, intento". Nelle Upanishad antiche appare come la volitiva concezione di qualche cosa, ciò che fa sì che un pensiero diventi atto esteriore. In seguito, il termine assume anche il significato inferiore di "fantasia", immaginazione priva di "effetto", pensiero astratto "individuale", ecc.

SANKALPA

 
-ADHYAVASAYA-ABHIMANA (San.) - Letteralmente significa "immaginazione-determinazione-presunzione" nel senso puramente egoico.

SANKARA

 
(San.) - Il nome di Shiva. Anche un grande filosofo Vedantino. (Vedi "Shankara").

SANKHYA

 
(San.) - Letteralmente significa "numerazione" e sta a designare un sistema filosofico indù che indaga circa l'evoluzione degli elementi della realtà fisico-sensibile e delle facoltà atte a percepirla; questa realtà nasce da una materia primordiale (prakriti) e si sviluppa attraverso gradi di manifestazione puramente psichici (buddhi, ahamkara, manas, ecc.), in seguito alla rottura di equilibrio fra i suoi tre stati allotropici fondamentali (guna). Il Sankhya classico è un sistema ateo che ebbe nell'antichità una fase religiosa, mentre oggi si propone la separazione fra la prakriti, cui appartiene il mutevole mondo della Natura naturante, ed il Purusha, la monade spirituale cosciente ed inattiva al centro della personalità umana. Questo sistema, presentito nelle indagini fisiche delle Upanishad più antiche, appare chiaramente enucleato, quale strumento di ricerca, in quelle più recenti. Questo sistema di filosofia fu fondato dal Rishi Kapila e rappresenta un sistema di metafisica analitica, una delle sei Darshana o scuole di filosofia. Tratta delle categorie numeriche e del significato dei venticinque tatwa (le forze della natura in vari gradi). Tale "Scuola atomistica", come la chiamano alcuni, spiega la natura attraverso l'interazione dei ventiquattro elementi con purusha (lo spirito) modificato dai tre guna (qualità); insegna l'eternità di pradhana (la materia primordiale, omogenea), o l'autotrasformazione della natura e l'eternità degli Ego umani. Per il Sankhya, la salvezza consiste nel prendere coscienza, da parte dell'uomo, della spiritualità a lui inerente e nel raggiungere, una volta svincolato dal ciclo delle rinascite, lo stato di assoluta trascendenza. Anche la natura, come lo spirito, è un fato originario, ed è caratterizzata da tre elementi costitutivi, i guna, ciascuno dei quali ha proprietà specifiche. Dal vario combinarsi dei tre guna hanno origine le determinazioni sensibili, di cui fanno parte anche i processi psichici dell'uomo compresa l'attività intellettiva. Lo spirito non ha alcuna attività, ma rimane come una luce che rende possibile la funzione conoscitiva. Sul piano gnoseologico, il Sankhya riconosce validi solo tre mezzi di conoscenza: la percezione, l'inferenza e la parola degna di fede, ossia la parola sacra dei testi rivelati (sruti).

SANKHYA KARIKA

 
(San.) - Un'opera di Kapila che contiene i suoi aforismi. Si tratta di 72 strofe redatte nei primi secoli dell'era moderna, le cui origini risalgono probabilmente al periodo delle Upanishad.

SANKHYA YOGA

 
- (San.) Il sistema di Yoga come stabilito dalla Scuola Sankhya.

SANNA

 
(Pali) - Uno dei cinque Skandha, in particolare l'attributo delle idee astratte.

SANNATI

 
(San.) - Una delle figlie di Daksha, quella che rappresenta l'umiltà.

SANNYASA

 
(San.) - Rinuncia a tutti i legami del mondo per dedicarsi alla cultura intellettuale e spirituale. È la condizione dell'asceta Indù che ha raggiunto la conoscenza mistica più elevata, la cui mente è fissa sulla verità suprema e che ha rinunciato completamente a qualsiasi cosa terrena o mondana.

SANNYASIN

 
(San.) - Il "rinunciante", l'uomo di alta casta che ha rinunciato al mondo per diventare un religioso. Un praticante del Sannyasa.
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