Glossario

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PRETO

 
(Mit.) - Figlio di Abante, re di Tirinto, costrinse Bellerofonte a combattere la Chimera. Odiava il fratello gemello Acrisio fin da quando erano nella pancia della madre ed ebbe molte figlie, le Pretidi.

PREVISIONE

 
(Ast.) - Spesso sinonimo di predizione, è una visione anticipata di ciò che dovrà accadere. Può essere ottenuta sia con mezzi normali (in relazione a leggi fisiche) che con mezzi extra-normali (in relazione a leggi occulte).

PREZZEMOLO

 
(Occ.) - Da "petroselinum", selino delle rocce, una pianta ombrellifera che attecchisce sulle rocce, in particolare nella Macedonia, per cui talvolta viene chiamata Macedonico. È un'erba odorosa usata come condimento spesso crudo, ma i poeti se ne ornavano la fronte come a significare che l'odore forte e penetrante servisse ad eccitare il cervello ed esaltare la fantasia. In alcune luoghi vengono attribuiti a questa pianta dei poteri occulti e magici.

PRIAMO

 
(Mit.) - Ultimo re di Troia, il più giovane dei figli di Laomedonte; la madre era Stimo, o Placia, o Leucippe, Dalle mogli Arisba ed Ecuba ebbe venti figli (1 dalla prima, 19 dalla seconda), mentre altri trenta li ebbe da varie concubine. Re giusto e mite, piuttosto debole, nell'Iliade rappresenta una figura secondaria, e muore ucciso dalla lancia di Neottolemo.

PRIAPO

 
(Mit.) - Figlio di Bacco e di Venere, era il dio della generazione ed il custode dei giardini. Per opera malefica di Giunone, egli nacque con bassa statura ed organi genitali enormi, per cui divenne grande attrazione delle donne e terrore dei mariti. Si sacrificavano a lui le primizie dell'orto, ma anche gli asini perchè erano simili quanto ad organi genitali. Gli Egizi lo simboleggiavano con un becco, poiché esso è sempre pronto al montare ed all'accoppiarsi. Orazio fa dire a Priapo di essere un tronco di fico. In onore di Priapo, o di Bacco, venivano celebrate le Feste Priapee, nelle quali si rendeva grande onore agli organi genitali considerati attributi ed emblemi della forza che vivifica la natura. Il Dio era rappresentato in un boschetto sotto forma di uomo con le ali (simbolo della rapidità di spostamento), uno scettro nella mano destra (simbolo di signoria sul mare e sulla terra) e la sinistra sulle parti genitali, molto sviluppate. Sull'altare si facevano libagioni di vino e latte, si offriva orzo abbrustolito e ghirlande di fiori di stagione. In testa alla processione vi era la musica, seguivano le donne guidate dalla matrona più anziana che versava latte sulla statua del Dio, poi un coro di fanciulle che recavano sopra la testa vasi di vino e cesti di fiori, per ultime le baccanti che eseguivano danze erotiche al suono della lira, o sistro. In coda vi erano diverse rappresentazioni del Dio e ultimo assoluto l'asino che doveva essere sacrificato. Questa antica divinità greca, simbolo dell'istinto sessuale e della forza generativa maschile, oltre che della fecondità della natura, ebbe culto sull'Ellesponto e nella Troade, ma anche in Italia dove, come simbolo fallico, era posto a protezione dai ladri e dal malocchio. Esotericamente, il Priapo Celeste è il quarto Adamo, la Quarta Razza, Colui che creò prima che nulla esistesse, l'Essere buono degli Gnostici, che la Chiesa cattolica è riuscita a capire solo come un mostro fallico, con riferimento alla mitologia greca.

PRIESTLEY Joseph

 
(Ing.) - Fieldhead 1733, Northumberland (USA) 1804. Chimico, fisico, filosofo e teologo inglese, nato da modesta famiglia, studiò teologia, metafisica e logica, oltre alle discipline professionali nelle quali eccelse. Studioso di chimica, elettricità e fisica, fece esperienze di combustione ed ebbe il grande merito di scoprire l'ossigeno, che egli considerava il "flogisto", entità misteriosa e non sperimentabile, capace di mescolarsi all'aria. Si occupò di politica, simpatizzò per la rivoluzione francese e per tale motivo fu costretto a lasciare l'Europa per gli Stati Uniti, dove morì in modo misterioso. In filosofia giunse a risultati materialistici e deterministici, ai quali tentò di adattare l'associazionismo psicofisico di Hartley. La sua concezione della morale era una specie di fisica dell'azione. Enunciò la formula utilitaristica della "massima felicità del massimo numero", ripresa e sostenuta poi dal Bentham.

PRIMARIA

 
(Geo.) - L'Era Primaria, o Paleozoica, è la seconda dopo l'Archeozoica. Si divide in cinque periodi: Cambriano, Siluriano, Devoniano, Carbonifero e Permiano. La sua durata è stimata in 350 milioni di anni e si colloca a circa 700 milioni di anni solari da noi. Prababilmente si tratta di calcoli approssimati per difetto, ove si considerino i fenomeni in essa avvenuti ed i loro tempi minimi di sviluppo.

PRIMAVERA

 
(Sta.) - In sanscrito, vas significa splendere, ardere, da cui poi vahra e poi il latino vernus. La primavera è la prima splendida stagione dell'anno, astronomicamente compresa fra il 21 Marzo ed il 21 Giugno, che presso gli antichi era personificata da Flora. I suoi simboli più noti sono i fiori che durante questa stagione allietano la natura, la rondine che dai climi caldi si porta verso quelli temperati (a Rodi erano festeggiate con le Chelidonie), la gru che nidifica in attesa della calda estate, la rosa, considerata la regina dei fiori. Nella antica Roma si celebrava la "primavera sacra", voto pubblico fatto dal magistrato a nome del popolo romano, con il quale si consacravano agli Dei tutti i nati della primavera ventura (vegetali, animali, esseri umani). Gli uomini nati in questa stagione, divenuti adulti, erano votati alla divinità, andavano fuori dal popolo e fondavano una nuova colonia. Si trovano tracce di questa festa anche in altre regioni d'Italia.

PRIMITIVI

 
(Ant.) - Con questo termine si suole indicare tutti coloro che appartengono a culture e società caratterizzate da un elementare sviluppo tecnologico e dalla mancanza della scrittura. Si tratta di una nozione incerta, ambigua, spesso confusa con "primordiale" o, addirittura, "preistorico". I primitivi sono considerati selvaggi, esseri viventi allo "stato di natura", incivili, animaleschi; la più benevola delle interpretazioni li descrive come "dei buoni selvaggi", considerandoli istintivi e sentimentali. Si tratta di una visione incentrata sulla contrapposizione fra la presunta moderna cultura ed il suo opposto, che "tale" doveva essere, alla quale hanno dato un grande contributo i missionari, carichi di tabù e di pregiudizi, sia civili che religiosi. I primitivi erano popoli che, certamente non disponevano di automobili, di computers, di aerei ed altre diavolerie intese come segni di progresso. Tuttavia possedevano tecniche di sopravvivenza che permetteva loro di sfruttare le risorse che la natura rendeva disponibili, si tramandavano oralmente la loro cultura, avevano il senso sacro della vita in tutte le forme, ed una organizzazione sociale probabilmente più salda di quella di oggi. Il contatto con le cosiddette "culture superiori" li ha danneggiati, quando non cancellati, senza che tali culture ne abbiano saputo trarre alcun giovamento, altro che derubarli. La loro concezione del tempo e dello spazio aveva una visione liberistica oggi assente in qualsiasi società, mentre la loro religione aveva un significato molto più profondo di quanto non sia quello di oggi. D'altra parte, ancor oggi esistono tribù che vivono nello stato che la nostra presunzione attribuisce agli esseri umani di cui la storia nulla è in grado di raccontare; sono migliori dei "cosiddetti" civili o peggiori ? Vivono meglio o peggio ? Prima di procedere a colonizzazioni forzate sarebbe bene porsi queste ed altre domande, cercando di dare loro risposte sensate.

PRIMO

 
(Fil.) - Nel linguaggio filosofico designa tutto ciò che ha valore iniziale e fondamentale, rispetto a quanto lo presuppone e ne deriva. La considerazione di un necessario rapporto di obbiettiva dipendenza, richiede sempre un prius ed un posterius, un generante ed un generato, un prima ed un dopo, ecc. In una tale prospettiva cronologica sorge la necessità di un "primo cronologico", un "primo logico", un "primo ideale", che è atemporale. Nel Medioevo, la filosofia prima era la metafisica mentre per Descartes è la scienza che concerne i principi e le cause supreme, ovvero Dio, le sostanze e le verità eterne, ecc.
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