Glossario

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OLIVO

 
(Occ.) - Pianta molto venerata nell'area mediterranea non solo come albero ma anche per la sua importanza alimentare e la produzione di olio che era importante non solo come nutrimento ma anche per il suo impiego nelle cerimonie religiose. Esso, poi, era l'unico combustibile per lanterne, fiaccole ed altri arnesi produttori di luce; ciò significa che l'olio era l'unica sostanza in grado di allungare la durata del giorno e, quindi, la prosecuzione dell'attività anche nelle ore notturne. Alcuni spiegherebbero la guerra di Troia come un conflitto nato per il controllo del transito di navi cariche di olio nell'arcipelago compreso fra le sponde greche e quelle turche. Columella chiamava l'olivo il primo ed il più utile degli alberi ed i Romani lo veneravano al punto che, secondo Plinio, non era permesso bruciarlo per usi profani, ma solo sugli altari degli Dei. In mano a Mercurio gli conferiva il titolo di protettore delle piante, l'arcangelo Gabriele reca in mano l'olivo quando è apportatore di pace (ma l'olivo come simbolo di pace è di gran lunga anteriore al cristianesimo), lo troviamo in testa a Giove come corona, nella Bibbia è usato come simbolo di uomo buono, era molto diffuso nell'Età dell'Oro (notoriamente epoca di pace), per la sua longevità e le caratteristiche resistenti del suo legno è considerato simbolo dell'eternità, nelle monete di Antonino Pio lo troviamo raffigurato carico di frutti e la scritta "Felicitas Aug.". Gli antichi credevano che la quercia piantata vicino all'olivo avesse il potere di farlo seccare; le statue degli Dei venivano talvolta fatte con legno di olivo, come segno di mansuetudine; nella contesa per dare il nome alla città di Atene, Minerva vinse facendo spuntare, con un colpo di lancia, una pianta di olivo; la Dea Palestra amava questa pianta e la teneva in seno, forse perchè i lottatori si ungevano con l'olio; le api posate su un ramo di olivo sono segno di prosperità della vita e di prolungata sanità; troviamo l'olio come elemento simbolico discriminante nel Vangelo di S.Marco, nella parabola delle Vergini savie e delle Vergini stolte; nella Bibbia, il candelabro posto fra due olivi è simbolo di virtù spirituale; e Nike, la Dea della vittoria, invece della corona di lauro, si adorna talvolta di una corona di olivo.

OLLANTAYTAMBO

 
(Inca) - Rudere di una celeberrima fortezza costruita dagli Inca, presso il quale, ancor oggi, vivono i discendenti di quella grande dinastia.

OLLIN

 
(Azt.) - Nella tradizione azteca è il glifo che rappresenta il movimento del Sole.

OLMECHI

 
(Ame.) - La più antica civiltà dei gruppi etnici mesoamericani. La sua cultura influenzò profondamente le civiltà che ad essa seguirono. (Vedi "Messico", Civiltà Olmeca).

OLOGENESI

 
(Sc.) - Teoria evoluzionistica elaborata da Rosa, con la quale si respinge l'ereditarietà dei caratteri acquisiti e l'influenza dell'ambiente sugli organismi viventi. La lenta evoluzione della specie si compie con la stessa necessità meccanica con la quale si compie lo sviluppo individuale. Inoltre, l'evoluzione filogenetica si evolve in una direzione che non può essere influenzata dal variare delle condizioni di vita. Data la vita è data anche la sua evoluzione.

OLORUM

 
(Afr.) - Per una delle popolazioni della Nigeria, questo è il nome della Divinità guida degli spiriti naturali. Essa, inoltre, è l'artefice degli uomini e della terra.

OLTRETOMBA

 
(Occ.) - La vita futura, il mondo dei morti, il luogo dove risiedono quelli che non sono più vivi. Nelle filosofie e nelle religioni che non comportano l'idea di una estinzione totale dell'uomo dopo la morte, sono state configurate immagini diverse della situazione oltremondana dei defunti. Talvolta è stata tentata una "localizzazione" nel quadro totale del mondo : sotto terra, oltre i confini del mondo noto, ecc. I morti vi vengono rappresentati in condizioni di carenza e di impoverimento ontologico: sono trasparenti ed umbratili, privi di voce, senza vista nè udito. In un secondo momento, nelle religioni soteriologiche, viene inserita l'idea di una sanzione etica esercitata sui morti, sulla base del loro comportamento in vita. Ed allora il mondo unico di tutti i morti si suddivide in una serie differenziata di mondi con funzione di punizione o di premio; e se le punizioni si danno sotto terra, i premi vengono dati in cielo.

OLWEN

 
(Sca.) - Nella mitologia scandinava è il nome della figlia del capo dei giganti, Yspaddaden. Il nome, letteralmente, significa "Ricco Sentiero".

OM

 
(San.) - O Aum. Solenne e sacra sillaba sanscrita che ha forza di invocazione, di affermazione, di benedizione, di rispettoso assenso. Ricorre al principio di ogni preghiera, di ogni cerimonia religiosa, all'inizio di quasi tutti i libri. La speculazione sul suo valore mistico considera non solo l'intero monosillabo, ma anche i tre fonemi A U M, da cui esso deriva, che sono interpretati come la divina triade indù (Vishnu, Shiva, Brahma) e come i tre Veda. È una sillaba mistica che in India rappresenta la più solenne di tutte le parole. Essa è "una invocazione, una benedizione, una affermazione ed una promessa"; ed era così sacra che, nella massoneria primitiva, era detta la parola a basso respiro dell'occulto. Quando la sillaba viene pronunciata per un qualche scopo, nessuno deve trovarsi vicino. È la parola normalmente posta all'inizio delle sacre Scritture, ed è un prefisso per le preghiere. È composta di tre lettere : a, u, m che, nel credo popolare, sono tipiche dei tre Veda ed anche di tre Dei - A (Agni), V (Varuna), M (Maruts), o Fuoco, Acqua ed Aria. Nella filosofia esoterica vi sono tre fuochi sacri, o il "triplo fuoco" che è nell'Universo e nell'Uomo, in aggiunta a molte altre cose. In modo occulto, questo "triplo fuoco" rappresenta la più alta Tetraktys ed anche, come è tipicizzata, Agni, chiamato Abhimanim, e la sua trasformazione nei suoi tre figli, Pavana, Pavamana e Suchi, "che bevono acqua", ovvero distruggono i desideri materiali. Questo monosillabo è chiamato Udgitta, ed è sacro sia per i Brahmini che per i Buddhisti. Secondo le Upanishad, è la sillaba detta anche pranava, sacra in tutte le diverse varietà della tradizione religiosa indù, anche presso le correnti eterodosse (Buddhismo e Jainismo). Comunemente è un segno di assenso, nelle sue quattro "misure", e simboleggia l'essenza mistica dell'universo oltre all'insieme degli stati di coscienza (veglia, sonno, sogno, catalessi) attraverso i quali la coscienza si invera nell'individuo umano. La meditazione sul pranava, localizzato simbolicamente nel centro del cuore, conduce alla realizzazione conoscitiva dell'Assoluto (Brahman-Atman); esso è il mantra supremo. Alla simbologia metafisica di Om è dedicata tutta la Mandukya Upanishad. Secondo alcune scuole tantriche la sillaba OM è scomponibile in dodici articolazioni corrispondenti alle tappe di ascesi dell'energia cosmica che conduce alla conoscenza dell'immanifesto, al di là della parola e del pensare discorsivo. La sillaba, inoltre, è collegata alle tre funzioni della divinità: creazione, conservazione, riassorbimento nel cosmo.

OM KRATO SMARA

 
(San.) - Parole iniziali di una giaculatoria rivolta alla potenza di azione (kratu) inerente all'energia vitale dell'universo, simboleggiata dal deva Vayu.
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