Glossario

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MITMAC

 
(Inca) - Coloni inca che avevano il compito, senza usare la violenza, di controllare i territori vinti.

MITNAL

 
(Maya) - Il nome delle regioni sotterranee, dove i Maya credevano abitassero i defunti.

MITO

 
(Rel.) - Uno dei termini sui quali si è scatenata la fantasia degli esperti; viene definito come tentativo primitivo e maldestro di interpretare la natura, insegnamento allegorico, forma di poetica preistorica, sogno collettivo rivelatore delle profondità della psiche umana, veicolo tradizionale delle più profonde intuizioni metafisiche dell'uomo, e via di seguito. Il mito è una tradizione orale trasmessa di bocca in orecchio, da una generazione all'altra. Esso si rifà quasi sempre ad un fatto della Natura ed ha un contenuto di verità, per quanto minimo. È consuetudine prendere per favola la parte del mito che non si riesce a comprendere, mentre si assume per verità la parte che risulta chiara. Ogni mito è la spiegazione di un fatto naturale, spiegato in modo da essere compreso dalle menti più povere, secondo uno schema che permetta sia una facile memorizzazione che un rapido sistema per tramandarlo. Esso non è un'allegoria, nè un simbolo esoterico, bensì il tentativo di spiegare un argomento, altrimenti incomprensibile. Sotto forma di un racconto, di una leggenda, si narrano in modo fantastico e tradizionale le gesta compiute da figure divine o da esseri antenati. Talvolta lo scopo è quello di fornire una ragione sacrale per fenomeni naturali, altre volte per legittimare pratiche rituali o istituzioni sociali, per dare soluzione a problemi che l'esperienza religiosa pone alla collettività. Caratteristica essenziale del mito è che esso si diffonde prima oralmente e solo in un secondo momento viene scritto; in entrambi i modi, esso si perpetua nella tradizione di un popolo. Quando al mito si associa il rito, allora si ha il fatto religioso. Il mito può essere anche l'idealizzazione di un evento, o personaggio storico, che assume caratteri e proporzioni leggendarie, esercitando in tal modo un forte potere di attrazione sulla fantasia popolare. Talvolta si tratta di una credenza che nella realtà non esiste, oppure è molto diversa rappresentando un prodotto della fantasia, un'alterazione più o meno involontaria della realtà. Il mito, soprattutto, è rivelatore di strutture del reale, irraggiungibili attraverso l'esperienza logica superficiale; permette l'accesso a regioni ontologiche chiuse all'apprendimento empirico-razionalistico della gente comune, fornendo il simboli atti ad aiutare il progresso dello spirito umano. Esso narra, e, pertanto, è anche storia, una storia esemplare che spinge alla ripetizione, alla emulazione. Come tale, l'evento mitico non si consuma e continua ad incarnarsi nella storia in modo inesauribile. La sua funzione principale è spesso quella di fissare i modelli esemplari per tutti i riti. Con il rito si ripete, e nel rito "esiste", non come ricordo o commemorazione, ma come ripetizione. E la riattualizzazione del mito nel rito aiuta, sia a livello individuale che a livello di civiltà, a superare processi di trasformazione che impongono mutamenti sia di tipo conscio che di tipo inconscio. Nell'astrologia, ad esempio, ogni segno è un mito, ed il susseguirsi dei segni è un mito. Alle costellazioni celesti corrispondono le costellazioni interiori, per cui l'adattamento che ne consegue diventa accettabile. Il mito non è allegoria, nè simbolo, nè storia. Esso può avere un senso storico, fisico o morale e può essere in tanti modi. L'unico errore che si deve evitare è quello di trasformare un mito in un racconto attuale: in tal modo, oltre che cadere nel ridicolo, si perde totalmente il senso del messaggio che nel mito è riposto. Il mito, ovviamente, ha avuto il suo bravo posto anche nella psicologia; Freud analizza i sogni, strumenti per la comprensione dei miti, per cercare di raccordare antropologia e psicanalisi; il mito viene assunto come manifestazione collettiva altamente elaborata dello spirito umano. Freud tenta di scoprire il linguaggio dimenticato dei miti, affidando al mito un significato latente che non affiora alla coscienza. Per Jung, nel mito emergono dall'inconscio, e si attualizzano, gli "archetipi", che sono delle forme costanti, delle possibilità di rappresentazione che si ritrovano simili sempre ed ovunque. Altre interpretazioni del mito si trovano nella scuola storico-culturale ed in quella fenomenologica.

MITOLOGEMA

 
(Gr.) - Letteralmente significa "racconto favoloso", in realtà si tratta del nucleo originario di un mito, sul quale poi sono stati costruiti diversi miti, o versioni. L'argomento è stato trattato da Jung e da Kereny che hanno individuato alcune configurazioni mitiche, ripetute poi in vari luoghi ed in varie epoche. Le scuole di psicologia del profondo vedono il mitologema come avente origine dall'incoscio collettivo e come forma attraverso la quale la psiche esprime sè stessa. Le figure mitiche, infatti, in quanto psichiche, sono reali e si manifestano come archetipi.

MITOLOGIA

 
(Rel.) - Storia favolosa di Dei, Semidei, Eroi, comune a tutte le religioni, anche se i nomi cambiano, in tutti i tempi. La mitologia è quasi sempre alla base delle cerimonie, dei misteri, dei riti, al punto che nel mito molti vedono le origini delle religioni e delle loro liturgie. Esiste una Mitologia Indù, una Greca, una Scandinava, ecc. Della mitologia, solitamente, si hanno tre modi di interpretazione: (1) morale, favole inventate dai saggi per fortificare le leggi ed insegnare le verità morali; (2) storica, gli Dei sono Re od Eroi trasformati dall'immaginazione popolare in esseri divini; (3) fisica e metafisica, gli autori dei miti si proposero di far conoscere al volgo certe teorie fisiche, cosmogeniche e teologiche, sia in una fraseologia loro particolare, sia in un linguaggio destinato a velare piuttosto che a svelare i misteri della loro scienza sacra. Esotericamente, la mitologia è considerata come un modo primitivo di formulare il pensiero originario, e non una malattia del linguaggio o di qualche altra cosa. Essa era basata su fatti naturali ed è tuttora verificabile nei fenomeni. Non contiene alcunché di insensato o di irrazionale, se la si considera alla luce dell'evoluzione e si cerca di comprendere il suo linguaggio fatto di segni e di simboli. Essa diventa follia quando la si confonde con la storia umana o con la rivelazione divina. La mitologia è l'archivio della più antica scienza umana: le sue favole erano un modo di presentare i fatti, non un falso. Talvolta essa assume la veste poetica di una tradizione, una autentica storia orale dell'umanità.

MITRA

 
- Il copricapo di un dignitario religioso, come un Vescovo della Chiesa Cattolica; un berretto terminante in due lembi simili alla testa di un pesce con la bocca aperta - os tincae - associato al Dragone, la divinità Babilonese, dove la parola dag significa pesce. È abbastanza strano che l'os uteri della femmina umana sia stato chiamato così e che il pesce sia messo in relazione con la dea Afrodite che nacque dal mare. Ed è anche strano che le antiche leggende Caldee parlino di un Istruttore religioso chiamato Oannes e Annedotus, metà pesce e metà uomo, che giunse a loro sorgendo dal mare.

MITRAISMO

 
(Rel.) - Vedere "Misteri Mitraici" e "Mithra".

MITRAS

 
(Iran) - È un altro nome di Mithra, poiché è detto figlio di Bordj, la montagna del mondo dei Persiani, dalla quale sfolgorò come un radioso raggio di luce : Brahma, il dio del fuoco, e la sua prolifica consorte. Mitras è anche il Mihr, ossia il mistero della Monade.

MITRIACHE

 
(Per.) - Feste o misteri che si celebravano in onore del dio Mithra. Vedere "Misteri Mitraici".

MIVART Saint George Jackson

 
(Ing.) - Londra, 1827-1900. Naturalista inglese, professore di biologia a Londra, poi di filosofia della biologia a Lovanio. Convertitosi al cattolicesimo, sostenne una interpretazione dell'evoluzione che si concilia con l'ortodossia cattolica. Egli ammetteva che per l'uomo il corpo fosse il risultato dell'evoluzione, mentre l'anima era creata direttamente da Dio. Eseguì molte ricerche anatomiche sui mammiferi e sugli uccelli, destinate a fornire le prove delle sue dottrine. La sua opera più famosa è "L'uomo e le scimmie".
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