Glossario

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MELISSO

 
(Gr.) - Filosofo greco vissuto fra il VI ed il V secolo a.C. Con Zenone fu discepolo e continuatore del pensiero di Parmenide. Agli attributi che Parmenide aveva dato all'Essere, Melisso aggiunge l'infinito e l'incorporeo, cosa che sembra collegarlo alla scuola ionica. Come Parmenide, Melisso ritiene che solo il pensiero razionale può accedere all'Essere, superando i limiti costituiti dalla pluralità del mondo. Il pluralismo, infatti, è un equivoco generato dalla credenza nella validità della conoscenza empirica.

MELLARD

 
(???) - Citato nella Dottrina Segreta quale autore dell'opera "Il calcare come indice del tempo geologico".

MELO

 
(Rel.) - È l'Albero del Giardino dell'Eden il cui frutto era proibito ad Adamo ed Eva. Messa la faccenda in questi termini, nessuno è in grado di capire in base a quale capriccio Dio avesse deciso ciò. Intanto il melo è l'albero dedicato a Venere, ha una struttura piuttosto regolare, ed i suoi frutti sono per lo più gialli con macchie rosse che assomigliano ad un rossore del volto umano. Gli amorini, si dice, nacquero sotto ad un melo. L'invadenza dei suoi rami è paragonata a quella di un innamorato nei confronti della persona amata. E fin qui l'allusione sessuale. Ma il melo, occultamente, è l'Albero della Vita e della Conoscenza; mangiarne il frutto significa lasciare lo stato di innocenza, o di incoscienza, per prendere coscienza di sè, assumere la capacità e la responsabilità di scegliere fra il bene ed il male, diventare arbitri del proprio destino. Non meraviglia, allora, che l'uomo non viva più di regali ma vada a guadagnarsi da vivere con il sudore della propria fronte, che il suo vivere quotidiano non sia più un dono ma una continua conquista. È solo mangiando il frutto dell'Albero della Conoscenza che all'uomo si aprono gli occhi ed egli diventa simile a Dio; è solo conquistando l'Albero della Vita che ci si guadagna l'immortalità (dello spirito, si intende). In tutte le religioni vi sono alberi e dappertutto sono simboli grandiosi.

MELOGRANO

 
(Occ.) - La struttura del frutto del melograno è alquanto caratteristica; essa presenta, appena sotto la scorza, una divisione in due cellule. Queste a loro volta si dividono in tre o quattro logge, ciascuna delle quali contiene numerosi semi. Si vuole comparare questa struttura, in qualche modo, a quella dell'umanità, suddivisa in razze, sottorazze, etnie, famiglie, ecc. La leggenda narra che il melograno è nato dal pene di Agdiste, un androgino nato dal seme di Giove caduto per terra. Gli Dei, inorriditi dalla bisessualità di Agdiste, gli staccarono la parte maschile e la gettarono via. I fiori del melograno, poi, non hanno odore e pertanto vengono assunti come simbolo della fatuità. Ed una tradizione occulta racconta che, trapassando le radici di un melograno con il conio di un pino, i frutti, che solitamente sono acri, diventano dolci.

MELOTESIA

 
(Ast.) - Dal greco melos=membro e thesis=porre, sta a significare la procedura di assegnazione delle varie membra del corpo umano alla protezione dei pianeti e dei segni zodiacali.

MELPOMENE

 
(Gr.) - Una delle nove Muse, quella che presiede alla tragedia. Riccamente vestita, dal contegno grave e serio, calza dei coturni e regge in una mano lo scettro, nell'altra un pugnale insanguinato. È seguita dal Terrore e dalla Pietà. La simbologia è facile da capire. Ad Ercolano la troviamo coronata di lauro, con grande tunica ed ampio manto tragico, tiene una clava ed una maschera erculea. Al Museo Pio Clementino è raffigurata con ampia, tragica veste ed una piccola clamide; i coturni hanno suola alta, ed un piede poggia su uno scoglio.

MELQART

 
(Car.) - Per i Cartaginesi, era il nome del Dio dei naviganti e patrono della città. Originariamente, questo nome era stato posto a capo dei cicli naturali.

MELUSINA

 
(Alb.) - Personaggio favoloso, figlia di Elinas e di una Fata, ricevette dalla madre la facoltà di avere ogni sabato la parte bassa del corpo trasformata in serpente. Senza rivelare il suo segreto, sposò il conte Raimondino, facendosi promettere che non l'avrebbe mai cercata di sabato. In cambio, costruì per lui il castello di Lusignan. Vissero a lungo felici, fino a quando Raimondino violò la promessa e scoprì il segreto di Melusina che, presa dallo sconforto, si gettò da una delle finestre del castello. Da allora, quando un signore di Lusignan sta per morire, Melusina ritorna sulle torri e lancia grida di dolore.

MEMORIA

 
(Fil.) - Il concetto di memoria acquista importanza con Platone e la sua dottrina dell'anamnesi che si ricollega alle dottrine misteriosofiche della reincarnazione. Aristotele dà peso alla memoria perchè è attraverso il ricordo delle sensazioni che si forma il concetto. L'anima è la sede della memoria. Stoici ed Epicurei ripresero in modo diverso il concetto di memoria, i primi intendendola come impronta materiale, gli altri secondo una visione cinematica. Agostino intende la memoria come visione di una facoltà superiore e intemporale che ritorna alla nostra coscienza, finita e temporale. Locke nega un deposito di idee nell'anima, per Reid la memoria è una facoltà non analizzabile, Leibniz concepisce la memoria come conservazione. Secondo lo spiritualismo e l'idealismo tedesco (Hegel,Schelling, acc.) il ricordo degli stadi percorsi dalla natura è la storia dello spirito. Per Bergsson la memoria non è un flusso che dal presente porta al passato, ma una attualizzazione del passato che impressiona l'esperienza presente. Dal punto di vista scientifico, la memoria è definita in tanti modi e nel contrario di ciascuno di essi. La conoscenza del cervello umano è ancora al punto zero, nonostante la presunzione di quanti scrivono e parlano senza uno straccio di dimostrazione.

MEMRAB

 
(Eb.) - Nella Cabala è "la voce della volontà", cioè le forze collettive della natura in attività, chiamate la "Parola" o, dai Cabalisti Ebraici, Logos. Essa è costituita dalla trinità primordiale (Fuoco, Aria ed Acqua), dai quattro punti cardinale e dalle Forze della Natura.
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