Glossario

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DAMONA

 
(Cel.) - Presso i Celti era considerata la Dea della Salute.

DAN

 
(Eb.) - Quinto figlio di Giacobbe e primogenito di Bala, serva di Rachele. Giacobbe morente lo descrive come "un serpente sulla strada, una vipera sul sentiero, che morde le gambe dei cavalli e fa cadere all'indietro i cavalieri". È anche il nome di una delle tribù di Israele, associata allo Scorpione. Nella moderna fonetica tibetana e cinese, Dan, o Yanna (Dhyana), si scrive Ch'an ed è il termine generale per le scuole esoteriche e la loro letteratura. Nei libri antichi, Janna significa "riformare sè stessi mediante la meditazione e la conoscenza". Da tale significato deriva Dzan, foneticamente Djan. Da qui il Libro di Dzyan.

DANA

 
(San.) - Fare elemosina ai mendicanti, letteralmente "la Carità", la prima delle sei Paramita del Buddhismo, le virtù della perfezione. La chiave della carità e dell'amore immortale. Per i Celti è Ana, la Dea Madre.

DANA James Dwight

 
(USA) - Utica 1813, New Haven 1890. Naturalista e geologo statunitense, partecipò come geologo alla spedizione di Charles Wilkes nel Pacifico. Professore di geologia e storia naturale all'Università di Yale. Scrisse molte opere, fra cui: Il Sistema della Mineralogia, Geologia dell'area del Pacifico.

DANAE

 
(Gr.) - Figlia di Acrisio, re di Argo, e di Euridice. Imprigionata dal madre affinchè non diventasse mai madre, fu fecondata da Giove che entrò nella prigione sotto forma di una pioggia d'oro. Quando le nacque il figlio, il padre mise lei ed il figlio in una cassetta e li abbandonò in mare. Furono salvati da un pescatore e, molti anni dopo, secondo la predizione, il nipote uccise il nonno. I poeti hanno simboleggiato con lei la bellezza dell'anima considerandola l'immagine delle virtù naturali e spiegando la pioggia d'oro come abbondanza di beni celesti piovuti su di lei.

DANAO

 
(Gr.) - Figlio di Belo e Anchirroe, padre delle 50 fanciulle chiamate Danaidi; fratello di Egitto, padre dei 50 fanciulli detti Egiziadi. Sorse una lite fra i due fratelli, Danao lasciò l'Egitto per Argo, dove divenne re. Gli Egiziadi lo seguirono e chiesero in moglie le Danaidi. Danao acconsentì, ma poiché la profezia voleva che un Egiziade lo avrebbe privato del trono, ordinò alle figlie di uccidere i mariti. Tutte eseguirono, tranne Ipermnestra, il cui marito Linceo divenne re di Argo in armonia con Danao. In pena del loro delitto, le Danaidi furono condannate nello Averno ad attingere incessantemente acqua per riempire un vaso senza fondo. Il significato del mito è che in Argo vi erano molte sorgenti facilmente disseccabili. Danao rappresenta l'industria umana che, con l'arte, cerca di rimediare alla naturale deficienza di acqua.

DANAVA

 
(San.) - Quasi lo stesso dei Daitya; giganti e demoni, gli oppositori degli dei ritualisti. Creati da Dakoha, discendevano da Danu tramite Kashyapa; combatterono contro gli dei. Vivono in Hiranyapura, la "città d'oro che galleggia nella aria". Sono Danava, Vaishvanara, il Dio del Fuoco, chiamato anche Agni, e Taraka. Usanas (Venere) è il loro capo; essi combattono a favore del Re Soma contro gli Dei guidati da Indra e Rudra, alleati di Brihaspati. I Danava sono simili ai Titani, ai Giganti, ai Figli di Dio, ai Demoni.

DANGMA

 
(San.) - In Esoterismo, un'Anima purificata. Un Veggente, un Iniziato, uno che ha ottenuto la saggezza completa. È colui che è divenuto un Jivanmukta, l'Adepto più elevato, un Mahatma.

DANIELE

 
(Eb.) - In ebraico significa "Dio è giudicante". Quarto dei profeti maggiori nel Canone dei LXX e secondo degli agiografi nel Canone ebraico. Nacque negli ultimi anni del regno di Giosia, da nobile famiglia. Giovanissimo fu deportato da Nabuccodonosor, assieme ad Anania, Misaele e Azaria, destinato all'efebeo imperiale. Con il nome di Belt-sazar fu posto alle dipendenze di Malasar per un triennio di formazione sulla cultura dei Caldei. Rinunziò al vitto reale cibandosi di legumi ed ebbe da Dio il dono della scienza, dell'intelligenza di ogni libro e di ogni visione, della sapienza e dell'interpretazione dei sogni. Superò l'esame e fu introdotto a corte. Nabuccodonosor lo prese in stima e lo nominò principe di tutti i prefetti. Per la sua corretta interpretazione dei sogni ebbe grandi onoro e fu proclamato "grande". Dario il Medio lo nominò triumviro con autorità sui 12 Satrapi. Stava per essere nominato viceré quando l'invidia dei Satrapi e dei Principi lo calunniò e lo fece condannare alla fossa dei leoni. Miracolosamente liberato, fu apprezzato anche da Ciro. A Babilonia smascherò i sacerdoti di Bel e uccise il dragone. Gettato di nuovo nella fossa dei leoni e nuovamente, miracolosamente, liberato, visse senza che di lui si sappia più nulla. Scrisse un libro con il quale voleva dimostrare che Jahvè è l'unico vero Dio, vivente, re dei re, padrone del destino, Dio di resurrezione.

DANILEVSKY Nikolaj Jakovlevic

 
(Rus.) - Orlov 1822, Tiflis 1885. Pensatore russo, ideologo del panslavismo. Forte di una solida preparazione scientifica, si interessò di studi biologici e giunto alla convinzione della stabilità delle specie "chiuse", estese audacemente questo concetto alla sua visione della storia. Umanità ed evoluzione sono per lui astrazioni. La storia è storia di popoli singoli, poiché esprime in concreto i processi di un determinato gruppo etnico. Gli elementi costruttivi di una civiltà non si trasmettono ad un'altra. Le sue concezioni ebbero molta influenza su diversi pensatori; quale esempio si può citare Spengler.
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