Glossario

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AUGURE

 
(Lat.) - Con questo nome i Romani indicavano colui che era incaricato di dichiarare la volontà degli Dei, avvalendosi di interpretazioni di segni ed indizi, al fine di permettere il buon governo dello Stato e delle persone. Una delle sorgenti di indizi era l'osservazione degli uccelli. Gli Auguri era un antico collegio sacerdotale romano, i cui membri si chiamavano 'auguri' ed erano incaricati di interpretare la volontà degli Dei circa le azioni che il magistrato, o il pater familias, si proponevano di intraprendere. Tale istituzione veniva attribuita a Romolo e si inquadrava molto bene nelle strutture originarie della religione indo-europea. All'inizio erano cinque patrizi, dopo il 300 a.C. divennero nove (quattro patrizi e cinque plebei), quindici al tempo di Silla e sedici in quello di Cesare. Erano eletti a vita dal popolo, ed il collegio era presieduto dal più anziano, il cui potere sugli altri era limitato alla convocazione delle riunioni. Il collegio non ebbe mai un grande potere e fu usato dal Pontifex Maximum solo a livello consultivo. Si riunivano sul punto più elevato del colle capitolino, al centro del tempio urbano. Lì osservavano il volo ed il canto degli uccelli, il comportamento dei sacri polli, i tuoni ed i fulmini, il comportamento di alcuni quadrupedi, ecc., da cui derivavano i loro presagi. Perdette autorità e prestigio dopo la fine della Repubblica.

AUM

 
(San.) - La sillaba sacra; l'unità di tre-lettere; di qui la trinità in uno.

AUPHANIM

 
(Eb.) - Vedi AUFANIM.

AURA

 
(Gr. e Lat.) - Un'essenza sottile invisibile o fluida che emana dai corpi umani e animali e anche dalle cose. È un effluvio psichico, appartenente sia alla mente che al corpo, poiché è contemporaneamente l'aura elettro-vitale ed elettro-mentale: in Teosofia è chiamata l'aura acascica o magnetica.

AURINIA

 
(Ger.) - Divinità degli antichi Germani.

AURNAVABHA

 
(San.) - Un antico commentatore Sanscrito.

AURORA

 
(Gr.) - Figlia di Iperiore e di Tea, in greco si chiamava eos. Presiedeva alla prima luce del giorno ed abitava in un palazzo vermiglio. Aveva le dita e le braccia rosee ed ogni mattina, lieta e robusta, si levava dal suo letto , indossava il suo mantello d'oro e si affrettava a bardare i cavalli Lampo e Fetonte per offrire agli Dei ed agli uomini lo splendore della luce. Preveniva il corso del Sole spargendo sul cammino che l'astro doveva percorrere, rose gialle e vermiglie. Veniva rappresentata coronata da raggi e talvolta anche alata. Amò il Titano Astreo, Orione e Titone, re dei Troiani, che la sposò. Per lui chiese a Giove l'immortalità, ma si dimenticò di chiedere la giovinezza. Titone divenne sempre più vecchio e decrepito, finche Aurora l'abbandonò e lo trasformò in cicala. È una allegoria del giorno : bello e fresco al mattino, vecchio e secco alla sera, dopo l'azione solare. Da Titone, Aurora ebbe Mennone, re degli Etiopi, ucciso da Achille. Aurora lo piange ancora, e le sue lagrime formano la rugiada del mattino.

AURORA BOREALE

 
(Sca.) - Detta anche Aurora Polare, è una meteora luminosa che assume forme e colorazioni molto varie e spesso oscillanti. È frequente nelle regioni polari, molto rara in quelle temperate. Il fenomeno ha origine negli altissimi strati dell'atmosfera (oltre i 100 Km.) e la sua frequente coincidenza con perturbazioni magnetiche suggerisce l'ipotesi della scarica elettrica.

AURVA

 
(San.) - Detto anche Aurya, è il Saggio al quale è attribuita l'invenzione delle 'armi da fuoco' chiamate Agneyastra.

AUSTRALIANI

 
- Popolo del nuovissimo continente, le cui origini sono da ricollegare direttamente ai Lemuro-Atlantiani. L'Australia, infatti, viene ritenuta uno dei resti dell'antico continente chiamato Lemuria.
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