(Rel.) - Letteralmente significa 'senza Dio' ed in senso generico è ogni forma di negazione di Dio. È difficile parlare di Ateismo Assoluto, dal momento che sono infiniti i modi di concepire la divinità o il divino. Spesso con questo termine si indicano le dottrine eterodosse o eretiche. L'indeterminatezza e la relatività del concetto di Ateismo hanno permesso di condannare come atee dottrine filosofiche e religiose che da un altro punto di vista possono essere ritenute ispirate da una profonda e nobilissima fede nel divino. E sempre criteri di parte hanno permesso di condannare come atei Socrate, Spinoza, Kant, ed altri dotati di grande fede morale oltre che di profonda religiosità. È superfluo aggiungere che l'uso più spregiudicato e diffuso di questo termine è stato fatto a proprio vantaggio dalla Chiesa Cattolica.

(Azt.) - Nel calendario Azteco è il mese della pioggia; in questo periodo venivano resi omaggi sacrificali a tutti gli dei che in qualche modo erano legati all'acqua. Venivano preparate statuette intagliate con cura, colorate e poi adoperate come simulacri : esse venivano colpite con attrezzi vari, realizzando in tal modo il sacrificio. Talvolta, però, il sacrificio era umano, costituito prevalentemente da prigionieri di guerra, ed attuato in un tempio accuratamente addobbato.

(Gr.) - Dea greca, figlia di Zeus, patrona di Atene, detta anche Pallade forse da pallo che significa 'agito le armi'. Nacque adulta ed armata dal cranio di Zeus che aveva inghiottito la di lei madre, Metis, mentre era incinta. Ciò, oltre ad indicare la decadenza della figura materna, pone Atena quasi sullo stesso piano del padre onnipotente, sul piano più alto dello Olimpo. Essa non ha rapporti sessuali, non ha sposo nè figli nè amanti; a lei era consacrata la civetta, ed il capo della Gorgone cui talvolta viene connessa ne farebbe una divinità della morte e della rinascita. È anche la protettrice dei musicisti, e degli artisti in genere. Alcuni vogliono che essa sia la continuazione di Core e, quindi, in qualche modo collegata con gli istituti iniziatici. Per Atene essa è la madre, la suprema protettrice divina, la dea della polis, venerata nel Partenone, colei che aveva donato ai Greci l'albero di ulivo. Le solenni Panatenee, grandi feste in onore della dea, si tenevano sull'Acropoli. La leggenda racconta anche che, assieme a Prometeo, ricevette da Zeus l'ordine di far nascere una nuova razza umana dal pantano delle acque del diluvio. È la dea della saggezza che i Romani adoravano sotto il nome di Minerva.

(Gr.) - Un filosofo platonico ateniese autore nel 177 d.C. di una Apologia Greca dei Cristiani, indirizzata all'imperatore Marco Aurelio, per dimostrare che le accuse portate contro di loro, cioè che praticavano l'incesto e mangiavano bambini assassinati, erano false.

(Gr.) - Grammatico greco di Naucrati, in Egitto, vissuto fra il II ed il principio del III secolo d.C., prima in Alessandria, poi a Roma. Scrisse il 'Banchetto dei Dotti' in 15 libri, pervenutoci con gravi lacune. Vi si trovano importanti frammenti di opere greche perdute; sono citati 700 autori e 2700 opere.

(San.) - Forma inferiore di Yoga.

(Eb.) - Simile all'Adone dei Greci, dal momento che gli Ebrei hanno preso in prestito tutti i loro dei.

(Occ.) - Il fluido 'astrale' degli Alchimisti, la loro leva di Archimede; exotericamente, la fornace degli Alchimisti, il loro Fuoco Alchemico.

(Ar.) - Divinità adorata anticamente in Arabia Meridionale quale protettrice dell'umanità, colei cui era affidato il dominio delle acque giovani.