Glossario

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JAHWEH

 
(Eb.) - Nell'Antico Testamento è il nome proprio di Dio, rivelato a Mosè nel roveto ardente del Sinai, definendosi "Ehjeh Aser Ehjeh", ovvero "Io sono Colui che sono".

JAILLI

 
(Ame.) - Cantici ed invocazioni religiosi delle popolazioni mesoamericane. Solitamente venivano composti alla morte del sovrano Inca e poi cantati durante i funerali.

JAIMINI

 
(San.) - Un grande saggio, discepolo di Vyasa, colui che trasmise ed insegnò il Sama Veda, che diceva di aver ricevuto dal suo Guru. È anche il famoso fondatore ed autore della filosofia Purva Mimansa.

JAINA

 
(Ame.) - Isola del Centro America dove si possono trovare resti dell'antica civiltà Maya.

JAINA

 
(San.) - Un vasto corpo religioso dell'India che assomiglia al Buddhismo ma che lo ha preceduto di molti secoli. Essi affermano che Gautama il Buddha era un discepolo dei loro Tirtankara, o Santi. Negano l'autorità dei Veda e l'esistenza di alcun dio personale supremo, ma credono nell'eternità della materia, nella periodicità dell'Universo e nell'immortalità della mente umana (Manas) ed anche di quella degli animali. È una setta estremamente mistica.

JAINA CROSS

 
(Ind.) - La Croce Jaina, simbolo del Jainismo; è la Croce uncinata, la Svastica. I suoi quattro bracci stanno a significare i quattro gradi dell'esistenza nei quali un'anima può rinascere : mondo divino(sopra), mondo infernale (sotto), mondo umano (a sinistra), mondo animale (a destra).

JAINISMO

 
(Rel.) - Religione fondata da un jina (vincitore) intorno al 500 a.C., in India, come moto di riforma anti-brahamanico. Oggi conta due milioni circa di seguaci, per lo più concentrati nell'area indù. Nasce due secoli e mezzo prima del buddhismo, ma si sviluppa ad esso contemporanea. Fondata da Parsva, si sviluppa con Vardhamana, detto anche Mahavira, figlio di un re della regione del Bihar, contemporaneo di Buddha. Nel I secolo d.C. subì uno scisma, tuttora esistente, dovuto non a problemi di dogma bensì di abbigliamento : una corrente, gli Svetambara (i biancovestiti), permetteva ai suoi monaci di possedere un abito bianco, l'altra, i Digambara (vestiti d'aria), esigeva che l'asceta rinunciasse anche a questa proprietà. Ancor oggi i Digambara girano nudi ed hanno molti seguaci. I loro testi sono scritti in lingua prakriti, chiamati Anga (membra), e sono adottati dagli Svetambara. I Digambara li ritengono posticci e pertanto usano un canone secondario. Secondo la dottrina jaina il mondo è eterno ed indistruttibile; circondato dallo spazio assolutamente vuoto, esso ha una estensione enorme, ma definita. In mezzo si trova la terra rotonda, con il Monte Meru al centro; intorno ad esso si raggruppano mari e continenti, in forma di anello. Sotto la terra, nelle regioni sotterranee, abitano i demoni, mentre in quelle infernali, a vari gradi, i dannati scontano le pene, che non sono eterne. Sulla terra torreggiano i cieli, anch'essi a vari gradi, occupati dalle varie classi di dei, che sono soggetti a morte. Nella parte più alta stanno i "liberati", quelli che non si reincarneranno più. I Jaina non credono nella dottrina ciclica, caratteristica dell'induismo, ma ritengono il cosmo stabile ed il suo ordinamento immutabile. Solo nella zona abitata dagli uomini si verificano epoche ascendenti ed altre discendenti. Oggi viviamo la penultima età di decadenza, dopo di che il mondo tornerà in ascesa. Il processo universale si svolge mediante il concorso regolare, eterno ed indistruttibile di sostanze spirituali e non. Le anime sono spirituali, il tempo, l'etere e la materia non lo sono. Le reincarnazioni sono guidate dal karma che migliora lentamente nel tempo; il miglioramento può essere accentuato attraverso la penitenza e la meditazione. È ammesso il digiuno mortale come stato ultimo di santità. I Jaina credono nell'esistenza di numerose divinità, molte delle quali sono uguali a quelle indù. Particolari sono gli Yaksas ed i Sasanadevata, esseri soprannaturali che possono elargire all'uomo ogni specie di benefici, ma sono soggetti anch'essi al karma ed alla reincarnazione. Non esiste un creatore e reggitore del mondo che si regge sulle leggi naturali ed etiche in esso immanenti ed eterne. Grande devozione spetta, invece, ai predicatori di salvezza, i tirthamkara, che mostrano all'uomo la via per uscire dal mondo mutevole. Le loro immagini vengono venerate in splendidi templi, con solennità. Frequenti i pellegrinaggi. La loro struttura sociale è basata sulle caste, e sono molto considerati monaci e monache che vivono nei monasteri. Il fondamento dell'etica è costituito dai comandamenti (non uccidere, non rubare, non mentire, non vivere in modo impuro, non aspirare esageratamente ai beni terreni). Credono nella metempsicosi, con una teoria estremamente elaborata, hanno una soteriologia molto fine, simile a quella indù, e credono in un'opera missionaria che praticano con molto fervore anche in Occidente.

JALAPA

 
(Ame.) - Città dove sono custoditi molti reperti archeologici delle antiche civiltà almeche.

JALARUPA

 
(San.) - Letteralmente, "corpo o forma di acqua". Uno dei nomi di Makara (il segno del Capricorno). È uno dei segni più misteriosi ed occulti dello Zodiaco; figura nello stendardo di Kama, il dio dell'amore, ed è connesso ai nostri Ego immortali (Vedi la Dottrina Segreta).

JAM

 
(Ori.) - Nella religione Uparit, è il Dio primordiale delle acque.
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