Glossario

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ABDI

 
(Mus.) - Dio antropomorfico del Maomettani, corrispondente ad Allah del Arabi, al Theos dei Greci, ecc.

ABE KAMUI

 
(Gia.) - Nella religione degli Ainu, un'antichissima popolazione giapponese, questa divinità rappresenta il focolare domestico a cui è affidato il compito di presiedere il tribunale che giudica i morti e la divulgazione della pace.

ABELE

 
(Ebr.) - in Ebraico Hebel (soffio, oggetto che passa come un soffio, vanità), secondo figlio di Adamo ed Eva. Viene talvolta presentato con il simbolo dell'agnello, come casto ed innocente. Esotericamente è considerato la parte femminile di Caino, o Jehovah, ovvero il principio femminile, il simbolo della prima umanità femminile. È la prima donna naturale. Scritto Chebel significa 'dolori della nascita', concezione. I Padri della Chiesa lo hanno considerato spesso come una figura di Cristo. S.Agostino vedeva in lui il tipo di uomo rigenerato, mentre in Caino vedeva l'uomo schiavo degli impulsi naturali. Lo Gnosticismo orientale, considera Abele un Eone incarnato. In Assiro è scritto Hablu ( o ablu o aplu ) e significa 'figlio, erede'.

ABELLIONE

 
(Gal.) - Nome di un'antica divinità dei Galli, forse derivato dal nome Belo, da alcuni attribuito al sole, cioè ad Apollo.

ABENEPHIUS

 
- Citato nella Dottrina Segreta come autore dell'opera De Cultu Egypt.

ABHAMSI

 
(San.) - Un nome mistico per definire i 'quattro ordini di esseri' che sono : Dei, Demoni, Pitri e Uomini. In qualche maniera gli orientalisti connettono il nome con le 'acque'; la filosofia esoterica, invece, connette il suo simbolismo con l'Akasa - ovvero le eteriche 'acque dello spazio', poiché è nella profondità e sui sette piani dello 'spazio' che nascono i 'quattro ordini di esseri (inferiori)', ed i tre Ordini superiori di Esseri Spirituali. (Vedi La Dottrina Segreta, I p. 458 e 'Ambhamsi').

ABHASVARAS

 
(San.) - I Devas o 'Dei' della Luce e del Suono, la più alta delle tre superiori regioni celesti (piani) del secondo Dhyana. Una classe di sessantaquattro dei , che rappresenta un certo ciclo ed un numero occulto.

ABHAVA

 
(San.) - Negazione, o il non-essere degli oggetti individuali; la sostanza noumenica, o l'oggettività astratta.

ABHAYA

 
(San.) - Il 'senza Paura', un figlio di Dharma; ed anche una vita religiosa di dovere. Come aggettivo, 'Colui che non ha paura', Abhaya è un attributo dato a ogni Buddha.

ABHAYAGIRI

 
(San.) - Letteralmente: 'Monte senza Paura' nell'isola di Ceylon. C'è un antico Vihara, o Monastero, in cui il famoso viaggiatore cinese Fahien, nell'anno 400 della nostra Era, trovò cinquemila sacerdoti ed asceti ed una Scuola chiamata Abhayagiri Vasinah, 'Scuola della Foresta Segreta'. Questa scuola filosofica fu considerata eretica dato che gli asceti vi studiavano entrambe le dottrine del 'grande' e del 'piccolo' veicolo - cioè i sistemi del Mahayana e dell'Hinayana, ed il Triyana o i tre gradi successivi dello Yoga; proprio come fa, in questo periodo, una certa Confraternita al di là dell'Himalaya. Ciò prova come i 'discepoli del Katyayana' non erano e non sono settari, proprio come adesso non lo sono i loro umili ammiratori, i Teosofi. (Vedi 'Sthavirah', Scuola). Questa è stata la più mistica di tutte le scuole, famosa per il numero di Arhat che ha prodotto. La Confraternita Abhayagiri si autodefinì discepola di Katyayana, il Chela favorito di Gautama, il Buddha. Secondo la tradizione, a causa di un'intolleranza bigotta e delle persecuzioni, essi dovettero abbandonare Ceylon e passare al di là dell'Himalaya, dove, da allora, sono rimasti.
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