Pagine dalla letteratura teosofica

Pagine dalla letteratura teosofica
“La Dottrina Segreta", Cosmogenesi, Vol. III di H.P. Blavatsky, pp. 94-95 (Edizioni Teosofiche Italiane, 2003). Pubblicato sulla Rivista Italiana di Teosofia di gennaio-febbraio 2021.
Qui, veramente, si dovrebbe studiare la Filosofia occulta prima di cominciare a cercare una verifica dei misteri della natura solo alla superficie, poiché solo “colui che conosce la verità nelle qualità della natura, che comprende la creazione di tutte le entità … è emancipato” dall’errore.
Dice l’Istruttore: “Quando si comprende bene il grande (albero) del quale il non percepito [la Natura occulta, la radice di tutto] è germogliato dal seme [Parabrahman], che consiste nella comprensione [Mahat, l’Anima intelligente universale], come suo tronco; i cui rami sono il grande egoismo; nelle cui cavità sono i germogli, cioè i sensi; i cui elementi maggiori (occulti, invisibili) sono i grappoli di fiori; gli elementi grossolani [la materia oggettiva], i rami minori che sono sempre carichi di foglie, sempre carichi di fiori … che è eterno, il cui seme è Brahman [la Divinità]; e tagliando con quella spada eccellente – la conoscenza [la Sapienza Segreta] – si consegue l’immortalità e ci si libera dalla nascita e dalla morte.
Questo è l’Albero della Vita, l’Albero Ashvatta; e solo dopo averlo tagliato l’Uomo, schiavo della vita e della morte, può essere emancipato.
Ma gli scienziati non sanno nulla, né vogliono sentir parlare della “Spada della Conoscenza” usata dagli Adepti e dagli asceti. Da ciò derivano le osservazioni unilaterali anche dei più liberali tra loro, provenienti e basate sull’indebita importanza data alle divisioni e classificazioni arbitrarie della fisica. L’Occultismo vi bada ben poco, e la Natura meno ancora. Tutta la serie dei fenomeni fisici procede dal Primario dell’Etere, Akasha, come Akasha dalla doppia natura procede dal cosiddetto Caos indifferenziato, essendo questo l’aspetto primario di Mulaprakriti, la Materia Radice e la prima idea astratta che si può fare di Parabrahman. La scienza moderna può dividere il suo etere ipotetico in quanti modi le aggrada, ma l’Etere reale dello Spazio resterà esattamente come è. Esso ha sette “princìpi”, come li ha tutto il resto della Natura e, se non ci fosse l’etere, non ci sarebbe suono, essendo la tavola armonica nella Natura in tutte le sue sette differenziazioni. Questo è il primo mistero che si insegnava agli Iniziati dell’antichità. I nostri sensi fisici, dal punto di vista attuale, erano anormali in quei tempi di lenta e progressiva evoluzione discendente e di caduta nella Materia. E ci fu un tempo in cui tutto ciò che oggi appare eccezionale, così sconcertante per i fisiologi ormai obbligati ad ammetterlo – trasmissione del pensiero, chiaroveggenza, chiaroudienza ecc.; insomma, tutto ciò che ora si chiama “prodigioso e anormale” – tutto ciò e assai di più apparteneva a sensi e facoltà comuni a tutta l’umanità.

Link al libro: https://www.eti-edizioni.it/classici/693-la-dottrina-segreta-vol-3-cosmogenesi-.html