Fratellanza

La prima e l'ultima parola della Teosofia e della Società Teosofica è “Fratellanza Universale senza distinzioni”.
Siamo tutti una sola Vita. Siamo tutti un solo Amore. Poveri e ricchi, deboli e forti, siamo tutti una sola umanità, cadiamo e sorgiamo insieme. Non crediate che ritraendovi nella vostra casa felice, tra gli agi delle ricchezze, serrando le finestre contro il dolore dei disgraziati, vi potrete assicurare una vita placida e lieta.
Non vi sarà pace fin quando una sola donna, o un solo uomo, od un bambino vivranno nella miseria e nell'abiezione. Non vi è che una vita sola, nostra e loro ugualmente; e soltanto quando si lotta per sollevare la miseria umana, per difendere i deboli e gli infelici, si può sperare di esser riconosciuti quali cooperatori della Natura, ed annoverati nel grande esercito dei redentori del mondo.
Per la Vita ed i Maestri queste persone vengono considerate come strumenti per fare nel mondo quel lavoro che è alto privilegio, dovere e - solo che si sapesse riconoscerlo - suprema felicità di ogni essere umano.

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La Fratellanza dell'uomo è un fatto di natura; chi lo nega non è che un cieco, perché chiude gli occhi ai fatti che non desidera ammettere. Non sprechiamo il tempo con quelli che negano questo fatto: la natura stessa ripudierà la loro eresia. Più insidiosamente pericolosi sono coloro, e sono la gran maggioranza, che interpretano male la Fratellanza.
Non solo conviene ricordare che cosa vuol dire Fratellanza, ma giova altresì tener presente ciò che essa non implica. Essa certo non significa uguaglianza (i gemelli ed i trigemini sono assai rari) od omologazione; in tutte le circostanze, salvo che in casi eccezionali, la Fratellanza implica una differenza di età, e per conseguenza ogni sorta di altre differenze, di forza, d'intelligenza, di capacità.
La Fratellanza significa un interesse comune, ma non uguaglianza d'interessi. Se la famiglia è ricca, tutti i suoi membri ne profittano; se essa è povera, tutti i suoi membri ne soffrono. Così vi è un interesse comune; ma gli interessi individuali dei fratelli non solo possono essere, ma anzi, per molti anni, devono essere assolutamente diversi. Quali interessi ha il ragazzo di quattordici anni in comune col suo fratellino di sei? Tutti e due vivono circondati da amici della stessa età, coi quali hanno molto di più in comune che non l'uno con l'altro. E tutte le soddisfazioni e tutte le ansietà della scuola, che formano l'orizzonte del ragazzo, che valore hanno per il fratello maggiore di venticinque anni che cerca di aprirsi una via nel mondo?
Non si può dunque aspettare che gli uomini, per il fatto che sono fratelli, debbano sentire tutti allo stesso modo od interessarsi delle medesime cose. Questo non sarebbe desiderabile, quando anche fosse possibile, perché i doveri di ciascuno differiscono a seconda dell'età: e ciò che meglio promuove l'evoluzione di tutta l'umana famiglia è che ciascuno rimanga in quella condizione in cui dal suo Karma fu posto nascendo: se può onestamente e senza far male a nessuno produrre dell'altro Karma che lo innalzi al disopra di tale condizione, egli è perfettamente libero di farlo. Ma qualunque sia lo stadio in cui si trova, egli deve compiere i doveri pertinenti a quello stadio. Il bambino cresce continuamente, ma mentre ha una certa età i suoi doveri sono quelli adatti a tale età e non quelli di qualche fratello maggiore.
Ogni età ha i suoi doveri: i giovani quelli d'imparare e di servire, i più anziani di dirigere e di proteggere: ma tutti ugualmente devono cercar di comprendere l'idea della grande famiglia dell'umanità. Ciascuno aiuterà i fratelli nel miglior modo possibile, non con l'intralciare il loro lavoro, ma col cercare di fare strenuamente il proprio dovere come membro della famiglia.
C.W. Leadbeater