Una casa per i bambini di Muttom

Patrizia Moschin Calvi
“Non sono le persone che fanno i viaggi,
ma i viaggi che fanno le persone”.
(John Steinbeck)

Edificio Completato
Edificio completato
scorcio edificio
Uno scorcio della sala al momento dell’inaugurazione, avvenuta il 20 novembre 2010
Dopo quasi due anni di tempo dal primo sopralluogo, del quale abbiamo dato ampio resoconto a suo tempo sulla R.I.T., ho avuto il privilegio di tornare a Muttom, villaggio di pescatori nel distretto di Kanyakumari, stato del Tamil Nadu, nel sud dell’India, per inaugurare l’orfanatrofio che ospiterà i bambini rimasti orfani a causa dello tsunami del 2004, che con la sua furia ha travolto e devastato le coste dell’India del sud.
Il progetto è stato realizzato grazie al fondamentale finanziamento della Fondazione Cariverona, al generoso apporto della Società Teosofica Italiana e al contributo di altri benefattori.
E’ difficile spiegare come, dopo aver seguito tutte le fasi della costruzione e dopo aver visto l’opera completata da tutte le angolazioni, grazie alle foto che da laggiù arrivavano a testimoniare il continuo lavoro, mi abbia comunque preso una grande commozione, quando con altri amici sono finalmente giunta sul posto dopo molte ore di viaggio, nel buio della notte indiana. Vedere realizzato un sogno, prima dei bambini, che nostro, poterlo toccare, constatare la familiarità con cui gli orfani ne utilizzavano le infrastrutture, proprio come si fa a casa propria, mi ha dato la misura dell’importanza e della necessità di tale realizzazione.
Grazie alla lungimiranza di Agnes Shirley e di suo marito Alex, promotori dell’iniziativa in loco e “madre e padre” per tutti gli orfani, che curano e seguono con amore ormai da tanto tempo, l’edificio dispone anche di una piccola foresteria, dove noi della delegazione siamo stati alloggiati comodamente, e dove per qualche giorno abbiamo vissuto immersi in un paesaggio da cartolina, nonostante le piogge monsoniche.
Il gruppo partito dall’Italia era composto, oltre che dalla sottoscritta, in rappresentanza della Società Teosofica Italiana anche Pietro Romani e Franca Ambrosini (quest’ultima accompagnata dal marito Pietro) e da Padre Joseph Sathyaseelan, responsabile della pastorale per gli immigrati della diocesi di Vicenza, indiano di origine, che è stato invece il tramite con la Fondazione Ashoka, presiduta da Agnes Shirley, che ha lanciato l’appello per la costruzione di una abitazione per i tanti bambini senza più né genitori né casa.
La solenne inaugurazione della struttura, toccante, intensa e partecipata è avvenuta alla presenza del vescovo Peter Remigius, responsabile Caritas per l’India.
La bella costruzione, realizzata con ottimi standard qualitativi, funge da alloggio, scuola e dispensario medico, mentre la cucina, per ora provvisoriamente allestita all’interno della struttura stessa, verrà presto predisposta in un edificio a lato del corpo principale.
Abbiamo trovato i bambini in ottima forma, grazie alle attente cure di tutto lo staff di volontari e insegnanti che li seguono quotidianamente e al cibo sano che viene loro distribuito.
Mi pare importante sottolineare che, in una situazione del genere, ai bambini sia stato consentito di rimanere in loco, tra parenti e amici, che non siano stati sradicati dalla loro realtà di vita, da ciò con cui possono ancora identificarsi, pur senza la presenza dei genitori.
Il loro affetto, i loro sorrisi, le loro preghiere e il calore della loro accoglienza sono stati la migliore ricompensa per il contributo a questo progetto, gioiosamente condiviso e portato a compimento in spirito di servizio, con tante magnifiche persone, desiderose solo di poter contribuire al miglioramento delle sorti dei più deboli.