Testi per l’intuizione (XII)

taccuino JK
Alcuni brani di poesie, di libri, di memoriali, suscitano l’intuizione del lettore. Il loro significato va oltre le parole e le immagini evocate. È così per questo frammento tratto dal “Taccuino” di J. Krishnamurti, (pagg. 113-114 del volumetto pubblicato da Ubaldini Editore, Roma 1980):
La meditazione ha fatto posto alla diversità. Era lì nella stanza, con i rami di quel gigantesco albero nel giardino; era lì con tale incredibile potere e vita che perfino le ossa la sentivano; sembrava premere diritta dentro e rendeva il corpo e il cervello completamente immobili. Era stata lì tutta la notte in modo mite e gentile, rendendo il sonno una cosa leggerissima, ma come l’alba cominciò ad avvicinarsi essa divenne un potere schiacciante, penetrante. Il corpo e il cervello erano sveglissimi, in ascolto dello stormire delle foglie e in contemplazione dello spuntare dell’alba attraverso i rami scuri di un alto pino diritto.
C’erano grandi tenerezza e bellezza che andavano al di là di qualsiasi pensiero ed emozione. Era lì e con essa c’era benedizione.