Pagine dalla Letteratura Teosofica

tempio interiore
Tratto da "Il tempio interiore – I requisiti del Raja Yoga" di A. Besant, pagg. 77–78.
(Edizioni Teosofiche Italiane), pubblicato sulla Rivista Italiana di Teosofia di febbraio 2018.
“Il fine di quest’alchimia spirituale non consiste soltanto nella trasmutazione delle forze, benché questa sia la sua parte essenziale, ma esiste un lato sussidiario di essa che non si deve
trascurare. Le anime sono legate alla vita terrena, alla ruota delle nascite e delle morti, a causa dei loro desideri; sono trattenute in quelle condizioni dall’ignoranza; sono incatenate dalle loro aspirazioni verso i godimenti materiali, verso gioie separative ed egoistiche. Continuamente impegnate nell’azione, le anime restano legate da queste azioni, siano esse buone o cattive, utili o dannose; nondimeno le azioni hanno questa caratteristica: nell’uomo comune l’azione nasce dal desiderio e questo desiderio è la forza che lega ed incatena.
D’altra parte, le azioni debbono continuare ad essere compiute fintanto che l’uomo rimane nel mondo; le azioni sono necessarie, altrimenti la manifestazione non esisterebbe più.
A misura che l’uomo cresce in nobiltà, in sapienza ed in forza, le sue azioni diventano un fattore sempre più importante nel progresso del mondo. Se gli esseri più evoluti si astenessero dall’azione, allora il progresso della razza necessariamente sarebbe ritardato, la sua evoluzione inevitabilmente sospesa.
Come sarà dunque possibile che l’azione continui ad essere compiuta e che nel contempo l’anima sia liberata? Come sarà possibile che l’azione si effettui e che l’anima non resti incatenata ad essa? Qui ancora ci troviamo davanti ad un caso di alchimia spirituale, per mezzo della quale il superuomo può esplicare la massima attività nel servire, senza che il servizio leghi la sua anima liberata.
Ecco un esempio che, a prima vista, può sembrare un paradosso: ‘un servizio che lascia perfettamente libero chi lo compie’. Dunque, la frase ‘alchimia spirituale’ presa come mezzo che conduce a tale libertà, è soltanto un modo di alludere alla Legge fondamentale del Sacrificio, quella grande Legge che nell’universo manifestato sta alla base di tutto e continuamente esprime se stessa, le cui forme sono tanto varie che è facile sbagliarsi nei loro confronti, la cui azione è tanto complicata che induce facilmente in errore.
Più facile di tutto forse è l’errare nell’espressione; perché qui si tratta di una verità dalle molte faccette, che è veduta sotto molti aspetti dalle menti umane; che soprattutto ha effettivamente
un doppio aspetto a seconda che sia contemplata dal basso o dall’alto; è una Legge che compenetra l’universo, alla quale ogni atomo è soggetto e che è, nel senso più completo della parola, l’espressione della Vita Divina in manifestazione”.

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