Dag Hammarskjöld e la via del Servizio

Hammarskjöld
In un momento in cui la vita sociale e politica è connotata da aspri contrasti e da non sempre limpidi livelli di azione, vale la pena di interrogarsi sulla possibilità o meno che l’impegno civile, amministrativo e politico possa rappresentare una vera e propria azione di servizio alla collettività e al benessere comune. La risposta non può che essere positiva e vanno dunque messe sotto la luce dei riflettori quelle persone che hanno saputo fare questo a volte anche al prezzo della propria vita. Comprenderemmo così che una limpida azione sociale non può essere disgiunta da un alto livello di eticità.
L’etica quindi diventa l’elemento fondamentale per l’impeccabilità dell’azione pubblica, come a dire che, se in ambito democratico l’ideologia o l’appartenenza partitica non sono un elemento fondamentale, ma che lo è invece l’adesione convinta allo stretto collegamento tra la propria azione individuale e il bene comune.
Un esempio illuminante è quello rappresentato da Dag Hammarskjöld (1905-1961), diplomatico ed economista svedese, Segretario Generale dell’ONU fra il 1953 ed il 1961.
Hammarskjöld morì nel settembre del 1961, in Zambia, in occasione di una sua missione diplomatica, e le cause dell’incidente aereo in cui perì non sono mai state chiarite, lasciando spazio all’ipotesi di un attentato a suo danno. Durante tutta la sua vita pubblica egli cercò di portare avanti un’azione tesa alla pace, alla condivisione fra le nazioni ed i popoli, allo sviluppo del benessere di tutte le nazioni. Due anni dopo la sua morte uscì il libro Vägmärken – tracce di cammino (Edizioni Qiqajon), che diventò presto un caso letterario. Si tratta del diario personale di Hammarskjöld, scoperto dopo la sua morte, con un biglietto che ne autorizzava la pubblicazione e che lo definiva “una sorta di libro bianco sui miei negoziati con me stesso e con Dio”.
Hammarskjöld fu anche un sensibile poeta come testimoniano questi suoi versi: “Sul sentiero degli altri / ci sono luoghi per riposare, / luoghi nel sole / dove possono incontrarsi. / Ma questo / è il tuo sentiero / e questo è ora / ed è ora che tu non devi fallire. /. Piangi, / se puoi, / Piangi, / ma non lamentarti. / La via ti ha scelto, / e tu devi essere grato”.
Il teosofo italiano Bernardino del Boca, nel suo La casa nel tramonto, così commentava questi versi: “E’ una sfida. Operare senza attendere un effetto. Lasciare al divino la realizzazione di uno scopo che non possiamo comprendere, che ci è inutile comprendere”.